Fare link building con i social network è inutile. Report

Ottenere link in entrata con i social, che poi vengano rilanciati dai social stessi, può innescare un circolo virtuoso che potremmo chiamare l’effetto “volano” del marketing. Quello che succede è che il traffico organico, le condivisioni e i link che ottenete pubblicando un contenuto fanno sì che il contenuto successivo abbia più probabilità di avere successo. Ma fare link building con i social network è la mossa giusta? Ci sono dei miti da sfatare.

Fare link building con i social network è inutile. Report

Fare link building con i social network è inutile. Uno studio dimostra che gli articoli postati sui social permette di ottenere link in entrata in pochissimi casi
Fare link building con i social network è inutile. Uno studio dimostra che gli articoli postati sui social permette di ottenere link in entrata in pochissimi casi

Uno studio recente ha dimostrato che bisognerebbe rivedere le teorie del marketing su come i tre elementi sopraccitati funzionino insieme in maniera armonica. In sostanza, voi create un contenuto efficace.

Lo amplificate attraverso i canali social in modo da attirare visitatori e ottenete  da alcuni di loro dei link in entrata, che a loro volta fanno crescere il vostro “peso” sui social.

La prossima volta che pubblicherete un contenuto, il vostro pubblico potenziale dovrebbe essere più ampio e così anche il vostro posizionamento, grazie ai link in entrata sul vostro sito, risorse utilissime per tutte le pagine di cui è composto il vostro sito. Di conseguenza, avrete più persone che vi seguono sui social e che possono amplificare il vostro messaggio.

Tutto questo sembra perfetto, ma l’idea di poter ottenere link organici in entrata da persone che vi raggiungono tramite i social è in realtà sbagliata. Gli autori della ricerca che abbiamo citato hanno analizzato un milione di articoli, contando quante condivisioni e link avessero ricevuto.

 

La stragrande maggioranza di articoli non aveva ricevuto nessun link in entrata. In particolare, il 75% di tutti gli articoli non aveva ricevuto niente, nemmeno una singola condivisione social – intorno al 90% non aveva ricevuto nemmeno un link.

Ad avere ricevuto tutta l’attenzione erano stati pochi articoli: se non siete tra quel 10% che crea contenuti, non otterrete condivisioni, né link, né traffico. È probabile che molto del content marketing che si fa in giro sia del tutto inutile – l’unica nota positiva è che, a forza di sperimentare, si affinino le conoscenze e si corregge il tiro.

Correlazione tra link in entrata e condivisioni

 

Tra link in entrata e condivisioni non c’è nessuna correlazione. Ecco i numeri: Facebook 0,0221; Twitter 0,0281; Google+ 0,0058. Certo, alcuni social totalizzano pochi punti più degli altri, ma siamo sempre nel campo di numeri insignificanti che confermano la regola: nessuna correlazione. Ma allora cos’è che fa muovere l’ago della bilancia?

Fare link building con i social network è inutile. La gran parte dei contenuti viene condivisa senza essere nemmeno letta.
Fare link building con i social network è inutile. La gran parte dei contenuti viene condivisa senza essere nemmeno letta.

I link fanno salire di posizione

Anche se l’algoritmo è diventato un po’ meno link-centrico, i link restano tuttora un mezzo molto potente di posizionamento, quindi restano valide le strategie messe in atto nel campo del link building: un contenuto ricco di link che puntano a pagine esterne, un’analisi link competitiva e tutti gli strumenti che il marketing ha sfornato negli ultimi anni.

 

Google è onesto quando dice: “Non guardiamo alle condivisioni social per determinare il posizionamento”. È un po’ quello che ci ha mostrato Chartbeat qualche anno fa, analizzando il coinvolgimento su un contenuto condiviso sui social: ne è emerso che pochissimi articoli “social” avevano un tempo di lettura elevato; persino quelli che avevano molte condivisioni social avevano un basso tempo di lettura.

Praticamente, il risultato dello studio dimostra che le persone condividono molto, ma leggono poco di quanto viene condiviso. Magari ritwittano, condividono su Facebook o citano l’URL ma chi lo fa, spesso, quel contenuto non l’ha nemmeno letto. Sembra una follia, ma chi di noi non l’ha fatto?

Google predilige il coinvolgimento al numero di condivisioni sui social

Ci sono molte cose condivise sui social che non hanno affatto una buona performance – ma quando cominciano a creare coinvolgimento, ecco che salgono di posizione. Certo, per alcune realtà il vecchio modello “volano” funziona, ma gli studi dimostrano chiaramente che per la grandissima parte dei contenuti pubblicati sul web non è così.

È tempo di rivedere i nostri modelli alla luce di questo studio che, secondo la nostra opinione, è uno dei più importanti mai realizzati in ambito marketing. Bisogna ripensare il modo di fare link building e il ruolo dei social, chiedendoci se effettivamente stiano veicolando persone verso il nostro sito e se quelle persone siano coinvolte oppure no – e se, in questo caso, non si tratti di un parametro squisitamente futile.

Siete d’accordo? Aspettiamo i vostri commenti.

Questo articolo è una traduzione adattata dell’originale.

Francesco Salassa

Vivo nel senese con tre gatti ma sono originario della Val Grande (per chi non lo sapesse, è l’area più selvaggia d’Europa). Il magnifico mondo dei freelance mi ha aperto le sue porte nel 2009, quando ho cominciato a collaborare con un giornale locale. Ora, anche volendo, non potrei più uscirne - ma forse è un bene.

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