L’e-commerce è un settore in continua ascesa: la facilità e rapidità con cui si possono scegliere i prodotti, i metodi di pagamento ormai efficaci e veloci e la comodità della consegna a casa hanno portato il settore ad un giro d’affari di 24.2 miliardi di euro solamente nel 2014. Gli italiani, prima diffidenti nei confronti di questa nuova frontiera, iniziano a considerare l’e-commerce come vita di tutti i giorni, e un successo particolare lo hanno i prodotti legati all’abbigliamento, sia di moda che sportivo.
Vendere l’abbigliamento via ecommerce. I segreti migliori
Per coloro che decidono avviare una attività nel settore dell’e-commerce dell’abbigliamento, un contributo importante può derivare da alcune regole fondamentali utili per regolare correttamente il proprio business. Andrea Serraiotto, Ecommerce Fashion Senior Consultant, ha rilasciato ai media alcuni consigli, che approfondirà nel suo intervento presso Ecommerce Strategies organizzato da Studio Cappello e WMR Academy il prossimo 4 Novembre 2015 a Padova.
Una prima e utilissima distinzione sta infatti fra l’azienda che produce direttamente e vende online, e il rivenditore che si appoggia a dei fornitori. “Quando è il produttore a vendere direttamente online, – spiega Serraiotto – uno dei principali vantaggi ottenuti è la marginalità: ovvero il differenziale di prezzo che si genera tra il costo di produzione dei capi di abbigliamento e le vendite effettuate ai consumatori al prezzo wholesale. Vendere online per l’azienda produttrice significa inoltre avere una vetrina internazionale per mostrare e far conoscere l’intera collezione stagionale ai clienti attuali e potenziali.”
Il retailer ha invece un vantaggio differente, come la soluzione all’annoso problema delle giacenze di magazzino.”Quando ad aprire un ecommerce è il rivenditore, ovvero un negozio fisico, – riprende Serraiotto – uno dei vantaggi principali del web è la possibilità di condividere e usufruire di un magazzino che esiste già mettendolo a disposizione di un pubblico più ampio rispetto a quello tradizionale che si rifornisce presso un negozio fisico. Le vendite online permettono di ridurre, e in molti casi smaltire completamente, le rimanenze di stagione, vantaggio a cui si aggiunge l’aumento del fatturato grazie alla condivisione delle risorse.”
Negli ultimi anni si è però assistito quasi ad uno scontro fra le vendite tradizionali effettuate offline, in negozio, e quelle derivanti dal web. In particolare la sensazione è che internet stia soffocando i negozi fisici. Ma in realtà la strategia più corretta sta nella integrazione fra i due canali.” La distinzione tra i due canali di vendita sta per essere annullata, anzi, gli imprenditori che hanno saputo sfruttarne l’integrazione, hanno avuto vantaggi immediati diventando più competitivi. In realtà va detto invece che è la gestione non ottimale della strategia di integrazione che può causare conflitti tra i due veicoli di vendita.”
In sostanza, appare utile una buona organizzazione, dove il web può fare da volano al mondo fisico. “Vanno valutate tutte le variabili – precisa Serraiotto – per sfruttare le vendite online per valorizzare e incentivare l’acquisto presso la rete retail, senza penalizzarla. Laddove però la strategia di integrazione è stata pianificata in modo corretto (ad esempio realizzando delle promozioni pensate e lanciate su internet ma finalizzate al supporto dei negozi fisici) le vendite online hanno influito in modo molto positivo sul fatturato della rete commerciale tradizionale.”
Dove possono comparire i problemi? “Le maggiori criticità che si riscontrano nell’integrazione tra i due canali di vendita sono: le politiche commerciali, le promozioni, l’immagine coordinata e la gestione logistica del magazzino.”
I dettagli di queste strategie generali, saranno spiegate meglio da Serraiotto nell’incontro Ecommerce Strategies di Padova: “Sicuramente il mio intervento si concentrerà sulla necessità assoluta di una pianificazione strategica, una scelta intelligente delle piattaforme ecommerce su cui appoggiarsi, un’organizzazione corretta dei dipendenti e dell’attività di marketing. Presenterò un caso di studio pratico che coinvolge il famoso marchio di abbigliamento Aeronautica Militare. Partirò dai motivi che hanno spinto l’azienda ad avviare un ecommerce fino all’analisi dei risultati ottenuti.”
Ma una utile anticipazione di quanto verrà comunicato da Serraiotto nell’evento sta nel fatto che l’investimento online deve essere ponderato, perchè esistono casi in cui semplicemente, non è conveniente. “Invito gli imprenditori a partecipare al convegno, perchè credo sia fondamentale essere informati sulla evoluzione delle imprese e delle vendite: i consumatori acquistano sempre più online e dobbiamo sfruttare questo cambiamento al meglio”.
“Ricordo che le vendite online non sono adatte a qualsiasi circostanza: molte volte possono generare risultati davvero sorprendenti ma in altri casi possono essere fonte di costi e investimenti non soddisfacenti per l’imprenditore. Nel mio intervento vedremo tanto i vantaggi quanto le possibili criticità che si incontrano durante l’avvio di un ecommerce”.