La riforma dell’Autonomia differenziata, appena promulgata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha già scatenato la reazione delle opposizioni, pronte a mobilitarsi per abrogarla. Un tavolo di lavoro si è riunito lunedì scorso e si riunirà nuovamente sabato per discutere i quesiti da sottoporre alla Corte Costituzionale. Per ora, l’approccio è più tecnico che politico, ma sono già in corso alcune manovre, come quella di fare pressione sul Ministero della Giustizia affinché attivi la piattaforma per la raccolta delle firme online. La scadenza per la presentazione delle firme è fissata al 30 settembre, e le vacanze estive rappresentano un ostacolo per le iniziative nei gazebo.
Nel frattempo, il governo ha elogiato la celerità con cui Mattarella ha promulgato la riforma. Maria Elisabetta Casellati, ministra per le riforme di Forza Italia, ha sottolineato l’importanza della legge: “L’autonomia è una legge importante. Significa migliore allocazione delle risorse e dà uguali servizi al Nord e al Sud, senza dividere l’Italia. Al Sud non sarà tolta alcuna risorsa”. Anche il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, ha difeso la riforma, affermando che la firma di Mattarella “dovrebbe tacitare ogni malevola strumentalizzazione da parte dell’opposizione”.
Le opposizioni, tuttavia, non sono dello stesso avviso. La senatrice del M5s Alessandra Maiorino ha spiegato che al tavolo per il referendum si sono sedute “le rappresentanze sociali, come sindacati e associazioni, e rappresentanti dei partiti: per ora, oltre al M5s, il Pd e Avs. Ma ovviamente è aperto a tutti. L’idea è costituire un coordinamento”. Anche Azione e Più Europa hanno mostrato interesse a partecipare, e Cgil e Uil hanno già annunciato la loro adesione al comitato promotore.
Il responsabile riforme del Pd, Alessandro Alfieri, ha dichiarato: “Il Pd sta lavorando per allargare la partecipazione a tutti, con pari dignità. Bisogna costruire con i tempi giusti una macchina organizzativa solida”. Nonostante i tempi stretti e le difficoltà legate alle vacanze estive, c’è determinazione a procedere. Il deputato di Più Europa, Riccardo Magi, ha criticato il ritardo nella messa in opera della piattaforma digitale per la raccolta firme: “Sono passati due anni e mezzo dal termine in cui sarebbe dovuta entrare in vigore: un ritardo che nasconde una volontà politica, non certo una questione di carattere tecnico”.
Il tema dell’ammissibilità del referendum non sembra preoccupare eccessivamente le opposizioni. Francesco Boccia, capogruppo Pd al Senato, ha affermato: “È vero che l’autonomia è un collegato alla manovra, ma è a invarianza di spesa. Per noi il referendum è possibile e lavoreremo con associazioni e parti sociali per costruire uno schieramento in grado di raccogliere le firme e poi parlare al Paese”.
Con l’estate ormai alle porte, le opposizioni si trovano di fronte a una corsa contro il tempo per organizzare il referendum e raccogliere le firme necessarie, ma la determinazione a contrastare la riforma dell’Autonomia differenziata resta alta.