“Ma a chi interessa che caschi un ponte, smettiamola”. “Alle persone che sono morte interessa eccome”. “A me non interessa questa storia qui. Benetton sponsorizza un centro culturale”. Parola di Oliviero Toscani, che lunedì, ospite di Geppi Cucciari e Giorgio Lauro a Un giorno da pecora su RadioUno, si è espresso così.
Oliviero Toscani non è nuovo a frasi di questo tipo. Ha scolpito la sua fortuna economica e artistica su queste frasi shock e su campagne pubblicitarie, con i Benetton, che hanno portato sgomento nella gente e gli hanno anche regalato condanne penali in Germania e Usa.
Tutti ricordiamo l’utilizzo di immagini forti e crude usate per far comprare maglioni e pantaloni. Perché possiamo dire tutto sull’arte, e si dice di tutto, ma alla fine un cartellone pubblicitario rimane un mezzo per vendere. L’arte è altra cosa.
Ingannò i detenuti prima di essere giustiziati
Circa venti anni fa, lo Stato del Missouri incriminò Toscani e la Benetton con l’accusa di aver ingannato i detenuti in attesa di essere giustiziati. Li riprese senza dire che sarebbero stati usati per una pubblicità. Il procuratore Nixon attaccò quindi il fotografo e la casa di moda.
Ma le tante foto utilizzate a scopo pubblicitario sono note a tutti. Dai vestiti di un morto in Bosnia a feti insanguinati o preti e suore che si baciano. Insomma lo scontro frontale è quello che ha fatto crescere i conti in banca di Toscani.
Il Ponte Morandi la nuova pubblicità Benetton?
Andando avanti di questo passo non ci sarebbe da stupirsi se la prossima campagna pubblicitaria di Toscani e Benetton fosse incentrata su una foto del Ponte Morandi di Genova. Dopotutto lui si definisce artista e tutti, fino a ieri, lo hanno chiamato così.
Toscani ha già utilizzato i morti per fare pubblicità, e fino a ieri, a tutti, andava bene.