Cinque consiglieri comunali vogliono la scissione. I numeri potrebbero mettere in seria difficoltà la giunta romana. I tempi non sono veloci ma se ne parla molto e si concretizza una possibilità politica.
Parte tutto dal parlamento dove Massimiliano De Toma si è unito al gruppo di Lorenzo Fioramonti, una decisione che ha una valenza sicuramente locale. Il passaggio da azione parlamentare al comune di Roma sarebbe breve, De Toma è molto apprezzato nell’ambito grillino romano ed ha legami stretti con Marcello De Vito. Il presidente del consiglio comunale, ritornato stoicamente in sella dopo i guai giudiziari, è molto legato al parlamentare scissionista l’unico ad andarlo a trovare in carcere, insieme a Emilio Carelli.
In queste ore diversi consiglieri filo-Raggi si sono andati a rivedere l’intervista esclusiva che De Vito rilasciò, appena uscito dai domiciliari, in tv, a Quarta Repubblica. Un lungo sfogo, seppur con toni sereni e lucidi, per raccontare la ferocia con cui era stato trattato dai vertici pentastellati. Sottinteso: non finirà così.
La creatura di Fioramonti ancora deve prendere quota, certo. Ma potrebbe attecchire anche nel consiglio comunale puntando sul malcontento generalizzato delle truppe grilline. Tanti consiglieri, o almeno un gruppo ragguardevole, da tempo è fuori dalle dinamiche decisionali. In questi anni caotici e a dir poco movimentati non sono mancate le frizioni. Le ultime sono ancora in corso sulla discarica di servizio che il Comune deve individuare. Un tema divisivo e qualificante per chi si rifà alle origini del Movimento e chi contesta a priori Raggi, magari per piccole delusioni personali. Ecco, in tutto questo scenario prende quota l’ipotesi che possa scattare una mini-scissione nel gruppone dei pentastellati. Ma per fare cosa? Al momento, pallottoliere alla mano, se si staccassero cinque consiglieri Raggi non avrebbe più la maggioranza. E si troverebbe così a negoziare, dossier su dossier, con il nuovo gruppo fino al 2021.