Buone notizie per il sistema sanitario regionale del Lazio: i suoi livelli essenziali di assistenza (LEA) sono quelli che hanno ottenuto una maggiore crescita a livello nazionale. Un dato verificato grazie alla pubblicazione dell’anticipazione della Griglia dei Livelli essenziali di Assistenza da parte del Sole24Ore.
Una crescita di 10 punti che porta il Lazio ad una quota totale di 190 punti all’interno della Griglia LEA. Questa classifica, che si basa su 33 diversi indicatori parte di 3 macro aree di interesse: ospedale, distretto e prevenzione rende possibile giudicare e verificare come il cittadino venga seguito a livello di assistenza sanitaria, diventando un punto di partenza per stabilire eventuali modifiche ed interventi.
I risultati ottenuti e presentati attraverso l’anticipazione da parte del quotidiano economico hanno reso evidente come il prossimo obiettivo che la sanità del Lazio dovrà porsi sarà quello del miglioramento e del potenziamento dell’assistenza sul territorio. Ha commentato Alessio D’Amato, assessore alla Sanità:
“L’aumento di 10 punti del Lazio è dovuto soprattutto all’aumento della prevenzione. La prossima sfida che abbiamo davanti come sistema sanitario è ora quella di migliorare e potenziare l’assistenza territoriale“.
Un traguardo, quello raggiunto dalla Regione Lazio, che ha dato modo di fare il punto sulla situazione della sanità sul territorio, dando spazio anche ad un’analisi critica di quello che è stato il passato. Come ha sottolineato anche l’associazione Assotutela, il fatto di aver raggiunto 190 ed aver incrementato di 10 in un solo anno il proprio posizionamento nelle Griglie LEA è qualcosa di cui essere soddisfatti: una buona notizia per il territorio ed i suoi cittadini che non deve essere visto però come un punto di arrivo, ma come uno di partenza per riportare l’offerta sanitaria del Lazio ad alti standard di qualità che per molto tempo non sono stati raggiunti.
La Sanità nel Lazio è vittima da anni di una crisi profonda, tra disservizi e disagi il cui scotto è sempre stato pagato dal cittadino: serve quindi un salto di qualità da fare, ora che il commissariamento del settore sembra essere uno spettro “quasi” lontano. Bisogna, secondo l’associazione, tornare ad “investire risorse pubbliche, ad assumere sempre più medici ed infermieri” negli ospedali e nei pronto soccorso per offrire ai cittadini un’assistenza di primo livello.
Il traguardo raggiunto è lodevole, ma non deve rimanere un numero scritto su una pagina: deve essere la base di un cambiamento sempre più profondo per dare alla popolazione un servizio sempre più adeguato alle sue esigenze.