Regione Lazio, bando di concorso contro “fuga dei cervelli”

Aiutare a creare le condizioni lavorative affinché i ricercatori della Regione Lazio non scappino all’estero alla ricerca di un lavoro difficile da trovare in Italia: è questa la ragione per la quale è stato istituito un bando regionale contro la ormai tristemente nota “fuga dei cervelli”.

Sono 2,3 milioni i fondi messi a disposizione per far sì che più ricercatori rimangano in Italia: il bando infatti prevede l’erogazione di borse di studio ai dottori di ricerca che risulteranno più meritevoli e che in questo modo non solo riceveranno un assegno mensile ma anche finanziamenti per la realizzazione delle loro ricerche. Il tempo di presentazione della domanda va dal prossimo 29 gennaio fino al 31 marzo compreso.

L’avviso pubblico “Contributi per la permanenza nel mondo accademico delle eccellenze” offre esattamente quel che il suo nome dichiara: risorse provenienti dal Fondo Sociale Europeo con la garanzia della Regione Lazio al fine di dare modo agli atenei pubblici e privati laziali di erogare delle borse di studio per impiegare i propri ricercatori più meritevoli.

Le università, per ottenere il contributo, dovranno presentare dei progetti triennali caratterizzati da contratti di 36 mesi che siano di utilità comprovabile per il territorio della regione e del suo sviluppo dando vita a realtà di effettiva applicazione nella stessa. Ad ogni progetto potranno essere assegnati anche più ricercatori, per un contributo totale massimo pari a 72 mila 500 euro.

Troppo spesso validi ricercatori universitari, per fare carriera e per trovare le condizioni idonee per sviluppare progetti di ricerca, sono costretti ad abbandonare il nostro Paese. Crediamo che il trasferimento all’estero debba essere una scelta e non una necessità” ha sottolineato Claudio di Berardino, assessore all’Università e Formazione della Regione Lazio.

Motivazione per quale è stata istituita questa “misura di contrasto” al fenomeno conosciuto come quella della “fuga dei cervelli”. Un modo per agire preventivamente “favorendo la permanenza nella Regione delle migliori competenze così da renderle protagoniste della crescita del nostro territorio, contribuendo all’innovazione e alla qualità delle trasformazioni in atto”. Uno strumento, spiega ancora, per favorire la creazione di un legame effettivo tra quello che è il mondo accademico della formazione e l’impresa, favorendo una crescita seria e stabile non solo dello sviluppo tecnologico ma anche di quel settore del lavoro ad esso collegato sul territorio regionale    .

Maggiori informazioni sul bando, sui documenti ed i requisiti necessari all’iscrizione possono essere consultate all’interno dell’apposita sezione sul portale della Regione Lazio.

Niccolò Giraudo

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