Coronavirus in Liguria. Operai e camionisti in protesta per rischio contagio

Operai e camionisti sul piede di guerra per l’emergenza coronavirus.

Le autorità governative, in merito all’emergenza coronavirus che sta bloccando il paese, ha imposto anche tramite decreto di stare a casa per limitare i contagi.

Purtroppo non tutti possono permettersi di rimanere al sicuro nelle proprie abitazioni. E’ il caso degli operai del settore ceramico, che sono costretti a recarsi al lavoro e non riescono a rispettare le distanze minime di sicurezza.

Dotati di una semplice mascherina gratuita, i lavoratori hanno iniziato una serie di proteste al grido di “Sono un operaio, non una cavia!” inviando segnalazioni ai quotidiani on-line per sensibilizzare sui rischi che stanno correndo.

Discorso simile anche per i camionisti e gli operatori del settore portuale. L’altro giorno nel distretto Portuale di Voltri decine di camionisti si sono riuniti in protesta per le condizioni di lavoro.

L’assembramento degli operai, per via dei locali stretti, impedisce di rispettare la distanza di un metro e mezzo di sicurezza.

A suscitare particolare preoccupazione anche il fatto che le mascherine che gli sono state date in dotazione, molto spesso sono monouso e vengono necessariamente riutilizzate più volte perdendo di efficacia.

In ogni caso, non sono di categoria FFP3, quelle con la maggiore capacità di filtraggio e la valvola per la respitazione, per cui risultano quasi totalmente inutili per la prevenzione da contagio di coronavirus.

La protesta di operai ed operatori si riversa anche sui social: è stato infatti lanciato l’hashtag #noidobbiamouscire. Decine di utenti stanno condividendo le foto che dimostrano le condizioni di lavoro a cui sono costretti ad operare nelle ultime settimane operai e lavoratori.

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