Gli addetti alle pulizie dei treni liguri sono ancora senza stipendio: nonostante la situazione sia stata denunciata da tempo anche dal Partito Comunista che rilancia il problema, sono passati diversi mesi e nulla è cambiato.
Nonostante le azioni intraprese, le proteste dei sindacati e l’interessamento di parte della politica nulla si è mosso dalla grande mobilitazione dello scorso ottobre organizzata a Genova: i lavoratori degli appalti ferroviari del settore continuano a non essere pagati per il proprio lavoro. Come sottolineato dalla nota stampa condivisa dal Partito Comunista Italiano della Liguria, di Genova, di Savona e di La Spezia “prima è toccato ai lavoratori dell’azienda Boni, successivamente, da novembre, a quelli dell’azienda Manital”.
Il problema sarebbe nella difficoltà di gestione delle ditte appaltanti che, viene spiegato nella nota, non riescono a farsi carico di quelli che sono i reali costi del lavoro: un problema che rischia di verificarsi ancora di più in futuro a causa del sistema che si sta instaurando nel settore. Esso si basa sull’aggiudicarsi gli appalti puntando al ribasso con le offerte ma senza garantire in modo certo la stabilità al lavoratore che, come sta accadendo ora in Liguria, non riesce nemmeno a ricevere lo stipendio. Un modus operandi pagato dagli addetti sulla propria pelle.
Come già segnalato dai sindacati lo scorso ottobre, nonostante la Regione Liguria abbia sottoscritto un contratto di servizio da oltre 15 anni con Trenitalia, la ditta delle pulizie del trasporto regionale non paga gli stipendi perché starebbe aspettando i “pagamenti da parte della committenza”. E no solo: ad ottobre anche i sindacati avevano sottolineato come l’appalto era stato aggiudicato “con un eccessivo ribasso”. Un fattore questo che “puntualmente”, ricade sui lavoratori che non vengono pagati per i loro servizi con un conseguente calo nella qualità degli stessi forniti ai viaggiatori.
I lavoratori continuano a fornire le proprie prestazioni, anche perché vincolati dalla legge, ma la situazione si è fatta ormai insostenibile per la categoria, la quale ancora non riesce a ricevere risposte chiare sulla situazione. Come sottolineato dal Pci della regione nella propria nota “le diverse manifestazioni di ‘legittima protesta’ si sono rivelate dimostrazioni limitate dall’ulteriore beffa del sistema che pretende i servizi minimi garantiti come da legge di commissione di garanzia sugli scioperi che vincola la mobilitazione dei lavoratori”.
Un disagio che dovrebbe essere risolto nel più breve tempo possibile e per il quale la Regione Liguria dovrebbe intercedere in modo diretto, in virtù del contratto firmato con Trenitalia.