Le indagini sulla discarica di Camastra, piccola cittadina vicino ad Agrigento, hanno coinvolto l’intero settore dello smaltimento dei rifiuti. E nel registro degli indagati sono finite decine di aziende, alcune certamente colpevoli, altre che avranno modo di dimostrare la loro estraneità ai fatti.
Tutto è partito da una iniziativa della polizia giudiziaria, che si era chiesta perché le grandi aziende nel Nord Italia smaltivano i loro rifiuti nella lontana e più costosa cittadina di Camastra piuttosto che verso altri centri decisamente più vicini ed economici.
Le indagini hanno portato alla luce un meccanismo altamente criminoso per cui i rifiuti che venivano presentati alla discarica di Camastra anziché essere correttamente analizzati per una distinzione tra rifiuti normali e rifiuti speciali, venivano sempre marcati come regolari da personale connivente, abbassando in maniera illegale il costo di smaltimento.
In particolare nel laboratorio che eseguiva le analisi per capire l’origine dei rifiuti e la loro categorizzazione, degli analisti corrotti facevano passare per rifiuti normali anche dei materiali che dovevano essere trattati secondo le norme che si applicano per i rifiuti speciali. Il tutto basato evidentemente su un giro di tangenti che ha coinvolto decine di aziende e privati.
Gli inquirenti hanno quindi compreso di trovarsi di fronte a uno smaltimento illegale di proporzioni nazionali e hanno scelto di iscrivere nel registro degli indagati tutte le aziende che nel periodo preso in esame si erano rivolte a qualsiasi titolo in quel di Camastra per lo smaltimento dei loro rifiuti.
L’istruttoria, così, si è svolta volutamente su ampio raggio per includere tutti coloro che erano potenziamente coinvolti nel traffico illegale, in quanto clienti della discarica in un determinato lasso di tempo: ovviamente le imprese che in assoluta buona fede hanno conferito i loro rifiuti e sono completamente estranee ai fatti, avranno la possibilità di dimostrare di non aver commesso alcun illecito e di essere totalmente avulsi dal meccanismo criminoso messo in atto.
Appare chiaro infatti che, essendo indagate aziende di livello internazionale come Fincantieri, la Raffineria di Gela e la Rete Ferroviaria Italiana, che avrebbero ben poco interesse a risparmiare cifre irrisorie tramite l’illegalità, le indagini sono state volutamente estese a tutti coloro che hanno avuto a che fare con la discarica di Camastra. Un comportamento d’ufficio del tutto dovuto e per certi versi “imposto” dal rigore delle indagini.
Ma nel corso dei prossimi mesi verranno identificate in maniera più precisa le responsabilità procedendo al rinvio a giudizio per coloro che hanno gravi indizi di colpevolezza e al totale scagionamento delle aziende che hanno agito in perfetta buona fede.