Il comparto ristorazione è uno dei più colpiti dalle disposizioni di sicurezza che i Dpcm del Governo emanano. Agriturismo, bar, enoteche, ristoranti e catering di oltre 100 milioni al mese.
Il Dpcm che impone la chiusura anticipata dei settori della ristorazione alle 18 sta creando non pochi problemi. Insieme agli esercenti poi si collegano migliaia di aziende della filiera.
Nel settore di produzione di distribuzione lavorano più di 4 milioni di persone e rappresenta il 13% del Pil nazionale. La chiusura anticipata di bar, ristoranti e tutte le altre strutture colpisce anche questa fetta di economia. “Anche il nostro settore necessità di aiuti di ristoro da parte del governo, serve certezza sulle quantità e sui tempi di ristoro. Detto questo, la salute viene prima di tutto” ha comunicato Andrea Sampietro, direttore di Confagricoltura Liguria.
Agroalimentare e indotto valgono, in tutta Italia oltre ad un miliardo di euro, solo per il periodo indicato dalle disposizioni del Governo.
In Liguria che sul settore negli ultimi anni ha puntato sfruttando la qualità e varietà di prodotto a disposizione dalla terra è previsto un calo imponente che si riverbera poi su tutti i settori collegati. Se poi la misura dovesse proseguire fino a Natale la situazione che si verrebbe a creare sarebbe anche peggiore con le cifre che andrebbero più che raddoppiate.
Una fetta grossa dell’economia regionale che ha già fatto i conti con la prima ondata di lockdown e le sue conseguenze. “Tutto il canale di vendita – precisa Luca De Michelis, presidente ligure di Confagricoltura – vale in Italia 85 miliardi di euro all’anno di cui il solo vino rappresenta ben 6 miliardi. Ismea ha già identificato la perdita, tra primo lockdown e conseguente crisi economica, con un valore complessivo di 34 miliardi”.