Covid: troppi assembramenti rischiano una nuova ondata

Il primo week end dopo il passaggio da zona gialla, complice il sole, affolla la Liguria ma allerta l’emergenza Covid. Un bilancio non positivo: le autostrade intasate in entrata e in uscita dalla regione, parchi, giardini e spiagge presi d’assalto da innumerevoli gruppi di persone e passeggiate sul mare inondate di gente.

Finalmente il meteo ha dato una tregua e le belle giornate e le temperature clementi hanno riversato molti genovesi e turisti del nord Italia. Una gita fuori porta o la visita alle seconde case hanno impennato la presenza sulle riviere liguri. Situazione che, unita ai pochi controlli anti assembramento, rischia di compromettere l’attuale ma delicata tendenza al miglioramento contagio Covid.

Poche le mascherine indossate, soprattutto vicino ai bar e locali, numerosi gruppi di persone troppe di numero, troppo vicine e dai comportamenti irresponsabili. Questa è la fotografia della Liguria questo fine settimana.

Un atteggiamento che mette a repentaglio il lento e graduale risanamento della curva dei contagi da Coronavirus. Nonostante gli appelli istituzionali alla prudenza e al rispetto delle regole per evitare un’ulteriore chiusura.

Nuovi decessi Covid: un drammatico record

L’Italia, dai risultati di ieri, ha totalizzato 64.520 morti per Covid-19. Un numero tra i più alti di decessi per Coronavirus in Europa dall’inizio della pandemia. Il Ministero della Salute italiano ha annunciato 484 decessi aggiuntivi in ventiquattro ore e 17.938 nuovi casi positivi.

Negli ultimi sette giorni l’Italia è tra i Paesi europei che ha evidenziato il maggior numero di nuovi decessi per Covid-19 con 4.522 casi. Seguono la Russia con 3.769 decessi, la Germania con 2.949, il Regno Unito con 3.012 casi e Polonia con 2.815.

Covid in Liguria: andamento in discesa

In Liguria, ad oggi, l’epidemia Covid registra altre 8 vittime e 331 nuovi contagi. Dati emersi a seguito di 2.752 tamponi molecolari e dal bollettino della Regione che si basa sui dati di Alisa e il ministero della Salute.

Mentre, sono ancora in discesa i malati da virus ricoverati nella regione. Meno 16, con 843 ospedalizzati di cui 75 in terapia intensiva.

I nuovi positivi sono così ripartiti tra le province: Imperia con 24 casi, Savona con 105 positivi, Genova con 145 casi e La Spezia con 46.

“La Liguria si conferma una delle regioni con le migliori performance del Paese, seconda solo alla Sardegna”. Questo è il punto dell’emergenza Covid in regione dalle parole del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.

“Per quanto riguarda la situazione negli ospedali” il Presidente Toti ha spiegato che “scendono i pazienti in terapia intensiva. Il calo dei ricoverati è omogeneo in tutto il territorio”.

Toti: danni economici pesanti per la chiusura anti Covid dei Comuni

Dati positivi che devono far aumentare l’attenzione alle norme. Soprattutto in questo periodo natalizio, dove le nuove disposizioni dell’ultimo Dpcm colpiscono duramente l’economia.

“Chi oggi ha paura di prendersi la responsabilità di consentire gli spostamenti fra piccoli Comuni non soltanto commette un’ingiustizia ai limiti della costituzionalità, ma domani dovrà rispondere di pesantissimi danni all’economia”. Queste sono le parole del governatore della Liguria Giovanni Toti.

Presidente Regione Liguria Giovanni Toti

“L’ISS (l’Istituto Superiore di Sanità) fa il proprio mestiere, è giusto che sottolinei rischi e problematicità. Ma in parallelo servirebbe anche un Istituto superiore di economia che ci dicesse la verità. Perché il corto circuito economico del Paese non si percepisce ancora oggi, in costanza di cassa integrazione e blocco dei licenziamenti”, continua Toti. “Non sono negazionista e sono disponibile anche a decretare che esistono zone nere. Però, allo stesso tempo, ci sono realtà nelle quali possiamo permetterci più libertà e che non possono essere soggette a misure penitenziali”.

“I tempi estivi della spensieratezza, che hanno prodotto un rimbalzo dell’11% del Pil, non coincidono con la riaccensione dei contagi”. Prosegue il Presidente della Regione Liguria che nega una connessione tra il rallentamento in estate e l’attuale seconda ondata. “È troppo facile additare i giovinastri che si sono ammassati nelle discoteche, certo sbagliando. Ma non è dimostrata la relazione causa-effetto. Bisogna piuttosto guardare – conclude – alla riapertura delle grandi attività industriali, degli uffici, delle scuole, con i conseguenti affollamenti dei mezzi pubblici”.

Confermate le misure anti-Covid per Natale e Capodanno

In merito allo spostamento dei Comuni a seguito delle polemiche riguardanti le misure anti Covid dell’ultimo Dpcm non c’è deroga.

Le dichiarazioni del ministro della Salute Roberto Speranza, lo confermano. “I dati li guarderemo sempre con grande attenzione ma le misure le confermiamo e restano queste, non saranno cambiate né in un verso né nell’altro”.

“Le misure non si vedono giorno per giorno, c’è bisogno di un tempo più lungo. Oggi vediamo i risultati del tempo in cui c’erano zone rosse che oggi non lo sono più. Finalmente vediamo la luce – prosegue Speranza – ora dobbiamo resistere in questi mesi e finalmente con il vaccino usciremo da questa stagione di grandissime difficoltà”.

Crisi economica: in Liguria persi 11 mila posti di lavoro nel terzo trimestre 2020

Un’emergenza economica che si ripercuote duramente anche sull’occupazione regionale. Che si traduce in un calo di 11mila posti di lavoro, in Liguria, nel terzo trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno passato.

Attualmente gli occupati tra dipendenti e indipendenti sono 618 mila, mentre erano 629 mila.
I lavoratori dipendenti sono quelli maggiormente colpiti, ovviamente quelli i cui contratti erano in scadenza e non sono stati rinnovati.

“La situazione è drammatica e servono misure straordinarie per evitare che tante persone scivolino nella povertà prima che finisca l’emergenza sanitaria”. Sono le parole di Luca Maestripieri, segretario generale della Cisl Liguria. “Serve l’immediato e concreto impegno del Governo e delle Regioni. In Liguria un primo passo è stato fatto con la riprogrammazione del Fondo Sociale Europeo, da noi fortemente sostenuto. I fondi in finanziaria sono appena 500 milioni, assolutamente insufficienti”.

“Intanto, si avvicina il disastro” avverte Maestripieri “la fine del blocco dei licenziamenti fissata nel prossimo 31 marzo. Entro quella data, è necessario far ripartire le grandi opere, gli investimenti sulla digitalizzazione, su innovazione e ricerca e istruzione, ed è urgente rafforzare i contratti di solidarietà in modo da incentivare le aziende a non licenziare, potenziando contestualmente strumenti di ammortizzazione sociale per chi perderà il lavoro”.

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