Genova. Il centro storico è il punto debole Covid

I carruggi di Genova sono sempre stati molto noti, sia per la loro bellezza, sia per le famose canzoni di De Andrè che li cantava a suo modo. Ma ora, purtroppo, non sono il punto focale di una canzone ma di un virus che crea parecchie notti insonni a tutto il mondo.

Il problema principale di questo quartiere è la sua conformazione, molto chiusa e stretta, fisicamente, e la alta presenza di persone che poi per lavoro si spostano molto in tutta la città e spesso fanno lavori come badanti, baby sitter o pulizie, quindi sono persone che vengono a contatti con moltissimi soggetti ogni giorno e questo moltiplica la viralità.

Il problema poi si aggrava con alcune particolari “attività” come prostituzione e spaccio che vedono i vicoli genovesi come primi punti di aggregazione di questo smercio.

Da questi fatti concreti passa la reazione del virus, che ovviamente si avvale dei continui contatti ripetuti tra i soggetti, per passare ed aumentare la sua infezione. Le autorità locali hanno delle difficoltà oggettive e gestire la situazione.

Vietare gli assembramenti prima e il coprifuoco poi hanno determinato una riduzione netta degli spostamenti anche in questo quartiere ma per ora non basta, non sono stati ridotti in ogni caso i contatti lavorativi di badanti o abby sitter che hanno spostato il problema Covid anche in zone più residenziali come Albaro.

Tra il 21 e il 27 settembre, l’incidenza media giornaliera del contagio su diecimila abitanti era di 3,16 (16 casi). La settimana seguente era salita al 4,15 (21), quella dopo a 9,49, uno dei dati più alti a livello italiano per questo tipo di calcolo del virus. L’ultima misurazione, dal 12 al 18 ottobre, si attesta a 9,29, con l’aggiunta di altri 95 casi. Nella rappresentazione grafica dell’incidenza del virus nei Cap (codici di avviamento postale) di Genova si specifica «3 casi/10.000 è 7 volte la soglia di warning». Le zone rosse stanno dando qualche effetto nelle altre aree cittadine dove sono state decise. Nel centro storico, zona di movida, i valori del contagio restano troppo alti. «Siamo una periferia nel cuore della città». Luca Curtaz, consigliere municipale, fondatore dell’Associazione degli abitanti della Maddalena, non ha solo una descrizione suggestiva del suo quartiere, ma anche una tesi. «Il Covid non crea nuove emergenze sociali, ma apre ulteriori crepe in problemi conclamati».

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