Demolizione grattacieli. Despe innova con il metodo TopDownWay

Quando parliamo di grattacieli, siamo abituati a pensare a quelli che costruiamo, specie se ci troviamo di fronte ad una un’altezza record. Si parla meno di torri demolite. Ma esistono! A parte le due torri gemelle del World Trade Center di New York, rispettivamente 417 e 415 metri di altezza, distrutte durante gli attacchi dell’11 settembre 2001, nessuna torre di oltre 200 metri è mai stata smantellata.

Potrebbe accadere alla banca JP Morgan Chase, se deciderà di demolire – probabilmente l’anno prossimo – la sua sede di New York (215 m di altezza) per costruirne una nuova nello stesso luogo.

Ma quali sono le ragioni per demolire edifici così alti? Il Council on Tall Buildings e Urban Habitat (CTBUH), un istituto specializzato nello studio di grattacieli con sede a Chicago, negli Stati Uniti, ha recentemente pubblicato uno studio sull’argomento.

Le ragioni della demolizione

La prima ragione per demolire una torre è costruirne un’altra, di norma più grande. Per citare solo le torri più alte demolite per questo motivo, menzioniamo la Tower Singer (187 m), a New York, che ha lasciato il posto a One Liberty Plaza (226 m), il Morrison Hotel a Chicago, ancora negli Stati Uniti, alto 160 metri, demolito nel 1965, per far posto alla Chase Tower (265m) o alla UIC Tower di Singapore, alta 152 metri, demolita nel 2013 e sostituita da un grattecielo 237 m.

Seconda ragione: entrano in gioco argomenti di sicurezza, ad esempio quando una costruzione è stata danneggiata. La Meridian Plaza, una torre di Filadelfia (USA) costruita nel 1972 e alta 150 metri, fu demolita ventitré anni dopo, nel 1999, dopo essere stata devastata da un incendio. Con un’altezza di 104 metri, l’Edificio Windsor di Madrid, in Spagna, è stato demolito nel 2005 dopo ventisei anni di esistenza per gli stessi motivi.

E ancora: la sede della Deutsche Bank a New York, adiacente alle torri gemelle del World Trade Center, è stata danneggiata negli attacchi dell’11 settembre 2001 e nel crollo di due grattacieli. Irreparabile, l’edificio di 158 metri è stato finalmente demolito nel 2011.
La Torre dell’Oceano, a Las Vegas, è stata demolita nel 2009, un anno dopo l’inizio del progetto, dopo che i costruttori hanno scoperto che il cemento aveva delle crepe che hanno causato il movimento della struttura e il prezzo delle riparazioni era ritenuto troppo alto. Sulla stessa linea, i difetti di costruzione portarono alla decisione di distruggere anche l’Harmon Hotel a Las Vegas nel 2015, sei anni dall’inizio dei lavori.

Il terzo motivo per abbattere una torre è ecologico. Il prezzo dell’energia è aumentato e migliorare la qualità della costruzione consente notevoli risparmi.

Tecniche di demolizione

Esplosione

Storicamente, il modo più comune per demolire un grattacielo è farlo esplodere. Ma l’operazione, dove possibile, non è così semplice e veloce come sembra. Ottenere un permesso di demolizione può richiedere molto tempo. L’ambiente deve essere sicuro. È necessario calcolare con grande precisione la quantità e la posizione delle cariche esplosive, in linea di principio alla base dell’edificio.

Elementi strutturali, come vetro e metallo, che potrebbero diventare pericolosi detriti volanti, devono essere rimossi prima dell’operazione. Una volta completata la distruzione, il ripristino del terreno può richiedere inoltre molte settimane. Per non parlare della riparazione di eventuali danni ad edifici o aree circostanti.

Il Greater Hudson Store di Detroit (Stati Uniti), costruito nel 1911, è l’edificio più alto che sia mai stato distrutto fino ad oggi. Era il 24 ottobre 1998. Più di 20.000 spettatori assistettero a questa demolizione controllata. L’esplosione causò una nuvola di polvere che si diffuse fino al centro della città, danneggiando una fermata all’aperto della metropolitana.

Sollevamento

Il metodo del sollevamento è stato inventato in Francia nel 1997. In questo caso, alcuni cilindri, installati su un piano a due terzi dell’altezza dell’edificio, esercitano una spinta orizzontale che provoca il crollo della parte superiore dell’edificio sulla parte inferiore, che collassa a sua volta. Il metodo richiede la stessa preparazione e le stesse precauzioni che si usano per la tecnica esplosiva, ma è più preciso e diminuisce lo spazio necessario. Ma il risultato è lo stesso: molta polvere e rumore e una pila di detriti da rimuovere.

I bracci telescopici

Un’altro metodo è quello di procedere con pale equipaggiate con bracci telescopici che possono attaccare le facciate ad altezze di diverse decine di metri. La distruzione è più controllata ma rimangono rumore, sostanze inquinanti e detriti.

Il Ponteggio

Cosa si può fare per le altissime torri che si trovano in un ambiente densamente costruito dove l’esplosione è impossibile? Che cosa succede nelle grandi città del pianeta? In questo caso per demolire, è necessario fare come quando si costruisce: si erige un ponteggio e si smantella l’edificio. Ma la tecnica è lunga e pericolosa.

I nuovi metodi di demolizione sono più veloci e riducono i fastidi. Inoltre, facilitano il riciclo di gran parte dei materiali da costruzione. Infine, riducono il rischio di incidenti per i lavoratori e le persone che vivono o lavorano nella zona.

Demolizione grattacieli, Despe innova

Taglia e abbatti

Il metodo Cut and Take Down è stato inventato da una società giapponese, la Kajima Corporation. Deriva da un gioco giapponese, il daruma otoshi, che consiste nel rimuovere gli anelli di legno che compongono una figurina usando un martello, partendo dal basso, senza far cadere gli elementi superiori. Si inseriscono delle colonne temporanee  a livello del suolo per supportare l’edificio. In parallelo, vengono installati dei cilindri idraulici nel seminterrato. I cilindri sostituiscono gradualmente le colonne. L’operazione viene ripetuta su ciascun piano, iniziando dal piano terra e l’edificio si abbassa man mano che il lavoro procede.

ll vantaggio della tecnica è che i lavoratori che smantellano l’edificio lavorano a livello del suolo. Il che facilita il loro compito e rende più veloce l’eliminazione degli elementi costruttivi. Anche se il metodo richiede una precisione impeccabile. Nel 2008, Kajima ha demolito la sua sede di Tokyo – due torri di 75 e 65 m di altezza – in pochi mesi proprio con questa tecnica.

TopDown Way

La ditta italiana Despe ha inventato un modo per demolire un edificio che appare anche più logico: iniziare dall’alto. Con il metodo TopDownWay, Despe ha sviluppato una sorta di “guscio metallico” sollevato a pezzi da una gru e posto in cima all’edificio. Il guscio aderisce alle pareti e alle guarnizioni: in questo modo, la polvere e i detriti restano confinati all’interno del volume dell’edificio. Il coperchio si estende su tre piani alla volta. Si iniziare a demolire e si scende gradualmente lungo le pareti, mentre la gru si utilizza per trasportare in basso i detriti più pesanti mentre i rifiuti più piccoli vengono rimossi calandoli giù attraverso i pozzi degli ascensori.

Il metodo è stato utilizzato a Lione, in Francia, per demolire la torre UAP (73 m) nel 2012 e a Glasgow, in Gran Bretagna, per abbattere le torri Bluevale e Whitevale (ciascuna alta 91 m) nel 2015 e nel 2016.

“In teoria, non v’è alcun limite di altezza per posizionare il TopDowway  sulla sommità dell’edificio”, ha spiegato l’Amministratore Delegato di Despe, Stefano Panseri. “Il guscio viene installato in tre settimane, il che rappresenta un notevole risparmio di tempo rispetto al montaggio di un ponteggio convenzionale.” Un metodo di successo, dato che l’azienda giapponese Taisel Corporation, ha utilizzato un processo simile per smantellare il Grand Prince Akasaka a Tokyo, di 141 metri, nel 2013.

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