Come cancellare notizie da Google: la procedura passo passo

Come cancellare le notizie da Google? Utilizzando i giusti strumenti è realmente possibile ottenere la cancellazione da Google di notizie, articoli di giornale obsoleti o diffamatori e in generale qualsiasi contenuto che danneggi la nostra reputazione.

In questa guida vedremo come cancellare notizie da Google attraverso il modulo messo a disposizione direttamente dal motore di ricerca, ma approfondiremo anche tutta la parte legale relativa al diritto all’oblio, la normativa più importante per ottenere la cancellazione di notizie da Google.

Cancellare notizie da Google: analizza e classifica le notizie da rimuovere

Per prima cosa, bisogna eseguire una ricerca online per individuare tutte le notizie che si vogliono cancellare da Google.

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Si può cominciare semplicemente digitando il proprio nome (o il nome del proprio brand) e visualizzando tutti i risultati.

Dopo una primissima ricerca, è consigliabile inserire il nome tra virgolette per eseguire una query esatta e specifica su quella parola. Molto spesso, in questo modo, si individuano dei risultati da cancellare che non vengono mostrati inizialmente.

Tenete inoltre conto che i risultati da computer desktop e da mobile differiscono, per cui l’approccio migliore è eseguire le ricerche da entrambi questi dispositivi.

Durante la ricerca dei risultati e delle notizie da cancellare, assicuratevi di prendere in considerazione anche gli aggregatori di notizie, che spesso riportano news pubblicate sui giornali più importanti, amplificando il danno alla vostra reputazione.

Una volta che avete classificato tutte le notizie da cancellare, inseritele all’interno di un foglio Excel o Google Docs: questo vi permetterà di avere una visione chiara di tutte le notizie che si vogliono cancellare da Google.

Cancellare notizie da Google attraverso il modulo di richiesta cancellazione e rimozione

Per cancellare notizie da Google e ottenere la rimozione di notizie da internet, il metodo più efficace è sicuramente quello di utilizzare il modulo messo a disposizione direttamente dal motore di ricerca. Il modulo è accessibile liberamente a tutti ma è importante seguire con precisione e correttezza la procedura.

Seleziona il paese – Innanzitutto, bisogna selezionare il paese e la lingua nella quale sono state pubblicate le notizie che vogliamo cancellare. Si tratta di un’informazione molto importante, in quanto a seconda del paese vigono determinate leggi, che ovviamente cambiano da nazione a nazione.

Inserisci i tuoi dati – Dopodiché, è necessario inserire i propri dati. Questi devono essere sempre i dati anagrafici, indicati con precisione e veridicità. Evita di inserire soprannomi o informazioni diverse che non corrispondano al documento di identità.

Richiesta per conto – Bisogna poi specificare se si sta agendo personalmente e per proprio conto o per conto di qualcun altro. In questa seconda ipotesi, Google ci chiederà di indicare qual è il rapporto che ci lega alla persona per la quale stiamo richiedendo la cancellazione delle notizie. Si può essere familiari, avvocati o consulenti. Google potrebbe chiedere successivamente copia della delega a rappresentare il diretto interessato.

Indica eventuali richieste passate – Durante la procedura, è importante anche indicare se esistono delle richieste passate. Questa opzione aiuta Google ad elaborare più velocemente la richiesta e a valutare con maggiore precisione la nostra domanda.

Indica l’elenco degli URL da cancellare – A questo punto, è arrivato il momento di indicare l’elenco degli indirizzi URL che corrispondono alle notizie che vogliamo cancellare da Google.

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In questo caso, bisogna evitare un errore piuttosto comune: non bisogna fornire l’URL che corrisponde alla notizia sulla pagina dei risultati di ricerca, ma bisogna individuare ed incollare l’esatto URL originale, così come appare sul giornale che ha pubblicato la notizia.

Per fare questo, basta semplicemente cliccare con il tasto destro sul risultato che vogliamo rimuovere o ancora meglio cliccare sul risultato, atterrare sul giornale che ha pubblicato la notizia, e copia incollare l’URL preciso.

Spiega le motivazioni della richiesta – Arrivati a questa fase, è necessario indicare il motivo per cui richiediamo di cancellare queste notizie da Google.

Google mette a disposizione una frase standard molto utile che recita in questo modo: “Queste notizie mi riguardano perché XXX, ritengo che queste notizie debbano essere rimosse perchè XXX”.

Le motivazioni per le quali chiediamo di cancellare notizie da Google possono essere varie. Una delle più comuni è la presenza di dati personali e sensibili che mettono a rischio la nostra privacy e per le quali abbiamo tutto il diritto di richiedere la deindicizzazione.

Un altro motivo è la presenza di contenuti e di informazioni obsolete che non riflettono più la realtà dei fatti e che dunque dovrebbero essere dimenticate e superate. In questo caso, può essere molto utile appellarsi al “diritto all’oblio”, una parte importante della giurisprudenza italiana ed europea che garantisce il diritto che qualsiasi cosa venga dimenticata dopo un determinato periodo di tempo.

Indica la keyword di riferimento – Dopo avere indicato con precisione le motivazioni per le quali chiediamo di cancellare notizie da Google, bisogna indicare la specifica keyword che digitiamo sul motore di ricerca e che visualizza i risultati che vogliamo cancellare.

Puoi anche indicare più di una keyword. Basta separarle con una virgola.

Dichiarazioni giurate – A questo punto, clicca su alcuni segni di spunta che corrispondono alle dichiarazioni giurate. Tieni conto che tutte le dichiarazioni fatte attraverso il modulo hanno valore legale e vincolante. Dunque, state attenti che siano tutte assolutamente corrette: ogni falsa informazione può essere perseguita.

Invia la richiesta – Dopo avere indicato la data di invio della richiesta, selezionata direttamente da un calendario, e avere apposto la firma, che ha lo stesso valore di una firma olografa, puoi inviare il modulo.

Google risponderà con una schermata che indica un codice pratica legato alla richiesta di cancellazione e arriverà di lì a poco una ulteriore mail di conferma.

I tempi per ottenere una reale risposta alla nostra richiesta sono variabili: da un minimo di 7 giorni per i casi più eclatanti a circa trenta per le situazioni più complesse.

Cancellare notizie da Google con il diritto all’oblìo: un po’ di storia

La nostra guida per cancellare notizie da Google sarebbe incompleta se non dedicassimo attenzione anche all’aspetto legale e soprattutto al diritto all’oblìo, ovvero il diritto alla cancellazione e al superamento di un fatto che ci riguarda, dopo un determinato periodo di tempo.

Una volta, il diritto all’oblio rappresentava un principio giuridico solamente teorico, che non veniva mai applicato realmente. Internet era un luogo digitale dove qualsiasi informazione rimaneva disponibile e consultabile eternamente.

La vera svolta avvenne con una storica sentenza del 2014: il Signor Mario Costeja González, cittadino spagnolo, stava navigando su internet e, digitando il suo nome su Google, si accorse che erano presenti dei risultati relativi al pignoramento di una casa che aveva subito parecchi anni prima.

Giudicando questi contenuti ormai obsoleti e gravemente lesivi della sua reputazione, e in assenza di una procedura concreta per far valere i suoi diritti, intentò una causa direttamente contro Google.

Il 13 maggio 2014, Gonzales vinse la causa e Google fu costretto alla deindicizzazione dei risultati che citavano il suo nome.

Aldilà del caso specifico, la sentenza Gonzales, andava a rispondere ad un bisogno che si stava accumulando ormai da tempo: la necessità di applicare effettivamente il diritto all’oblio per cancellare notizie da Google.

L’art 17 del GDPR e il diritto all’oblìo

Il diritto all’oblio è regolato dall’articolo 17 del Regolamento GDPR europeo.

L’articolo 17, in linea generale, regola sostanzialmente le motivazioni e le modalità con cui i dati vengono immagazzinati, e si assicura che ciò avvenga solo per le finalità per cui sono stati raccolti, oltre a garantire la possibilità di modificarli o revocare la propria autorizzazione al loro utilizzo.

Per l’applicazione del diritto all’oblio, il regolamento GDPR è stato fondamentale. Ora, il diritto all’oblio riconosce la possibilità che un fatto, ormai diventato obsoleto, venga dimenticato dopo un periodo di tempo che va dai 2 ai 5 anni.

Ciò permette la riabilitazione delle persone e la possibilità di superare una fase della propria esistenza. Il diritto all’oblio protegge quindi dei diritti fondamentali, soprattutto su internet, che per sua natura tende a non dimenticare mai nulla.

Il diritto di cronaca

Dall’altra parte rispetto al diritto all’oblio, vi è il diritto di cronaca.

Normalmente, il diritto alla privacy e alla riservatezza dei propri dati è fondamentale e inalienabile, ma nel momento in cui qualcosa che facciamo o una notizia che ci coinvolge riveste interesse per il pubblico o, come si dice in gergo tecnico, ha “pertinenza” per il pubblico, il diritto di cronaca, garantito dall’art. 21 della Costituzione, prevale.

Questo è il motivo per cui i giornali, ed è giusto che sia così, possono pubblicare la stragrande maggioranza delle proprie notizie senza dover continuamente ottenere il permesso dai soggetti coinvolti nei fatti.

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Anche questa norma è fondamentale, in quanto la comunità e i cittadini hanno il diritto di essere informati di avvenimenti che potrebbero orientare le proprie decisioni. Il diritto di cronaca vale per qualsiasi persona, ma diventa ancora più preminente in caso di personalità pubbliche o politiche, il cui comportamento deve sempre essere sottoposto al controllo dell’opinione pubblica.

Il bilanciamento tra diritto di cronaca e diritto all’oblìo

Come è possibile bilanciare il diritto all’oblio con il diritto di cronaca?

La giurisprudenza si è evoluta negli ultimi anni, raggiungendo una sostanziale situazione di bilanciamento.

Nel caso in cui si sia ottenuta un’assoluzione o un non luogo a procedere, il diritto all’oblio, soprattutto con la recente riforma Cartabia, impone ai motori di ricerca di deindicizzare il contenuto entro 15 giorni dal momento in cui ne sono stati informati dal diretto interessato.

La norma è stata concepita in quanto si ritiene che una persona assolta meriti di ricevere tutti i benefici previsti dalla legge e poter riabilitare quanto prima il suo nome.

Anche nel momento in cui un contenuto riguarda un processo terminato con una condanna ma avvenuta e scontata da più di 5 anni, si può beneficiare del diritto all’oblio.

Questo avviene proprio nell’ottica della riabilitazione pubblica di una persona: per questo motivo, tutti i contenuti pubblicati da più di cinque anni ricadono all’interno del diritto all’oblio ed è possibile richiedere che queste notizie vengano cancellate da Google.

Se una notizia è stata pubblicata da meno di cinque anni, il diritto di cronaca tende a prevalere. Tuttavia, è possibile ottenere, come cortesia professionale dai giornalisti, la sostituzione del proprio nome con il puntato.

Bisogna tenere conto anche dell’esistenza del diritto di rettifica o di aggiornamento della notizia. Quando il diritto all’oblio non è perfettamente applicabile, ci si può appellare al diritto di rettifica o di aggiornamento.

Qualsiasi notizia che riveste un interesse pubblico comporta anche il diritto alla rettifica, soprattutto nel momento in cui il diretto interessato segnali delle imprecisioni o dei veri e propri errori. Anche il diritto di replica deve essere garantito, in modo che vengano contemplate tutte le parti in causa.

Chiaramente, sotto l’aspetto reputazionale, qualsiasi rettifica o aggiornamento della notizia provoca un update anche degli algoritmi di Google, il che potrebbe addirittura essere controproducente. È necessario quindi valutare con attenzione questa possibilità.

Se, invece, la notizia è stata pubblicata recentemente, addirittura meno di un anno fa, le possibilità di ottenere i benefici del diritto all’oblio sono praticamente nulli.

In questo caso, non si beneficia di alcun diritto alla riservatezza, poiché il diritto di cronaca ha una preminenza assoluta. Tra l’altro, i giornalisti, nel momento in cui ricevono informazioni direttamente dalle forze dell’ordine, non hanno nemmeno l’obbligo di controllo o di verifica delle informazioni.

L’unico modo con cui si può ottenere la cancellazione di notizie da Google pubblicate da meno di un anno è quello di segnalare la presenza di dati sensibili estremamente personali, ma sostanzialmente inutili ai fini della cronaca.

Di nuovo, bisogna avere competenze giornalistiche e legali e valutare caso per caso.

Differenza fra rimozione e deindicizzazione

La differenza tra deindicizzazione e rimozione dei contenuti è molto importante e fa parte del bilanciamento tra il diritto di cronaca e il diritto all’oblio.

La rimozione del contenuto avviene nel momento in cui il giornale cancella completamente la notizia dagli archivi del proprio sito web. La notizia quindi scompare e non può essere recuperata per nessun motivo.

La deindicizzazione, invece, avviene nel momento in cui la notizia rimane sul sito web del giornale che l’ha pubblicata ed è ancora visibile, qualora si conosca l’esatto indirizzo URL del contenuto. Tuttavia, la notizia viene tolta dalle pagine dei risultati di ricerca ed è dunque impossibile trovarla digitando il nome della persona su Google.

La deindicizzazione rappresenta l’esempio più perfetto di bilanciamento tra il diritto di cronaca esercitato dal giornale, che mantiene la notizia all’interno dei propri archivi, e il diritto all’oblio, in quanto le persone non hanno la possibilità concreta di accedere ai contenuti tramite una normale ricerca.

Cancellare notizie da Google contattando il webmaster

Quando non è possibile cancellare notizie da Google attraverso il modulo, un’altra tecnica è quella di contattare direttamente il webmaster o il responsabile del giornale che ha pubblicato il contenuto.

In questo caso, è importante sapere come interagire con le redazioni giornalistiche e gli studi legali che li rappresentano. Si tratta quindi di un approccio particolarmente difficile.

Il consiglio che possiamo fornire, anche ai non addetti ai lavori, è quello di non attaccare il giornalista sul diritto di cronaca. Questo porterebbe solo ad un inasprimento delle rispettive posizioni e porterebbe a fini disquisizioni sul diritto di cronaca, che vanno a complicare la nostra richiesta.

È possibile far capire al proprio interlocutore il danno reputazionale che stiamo subendo e, soprattutto, la nostra richiesta deve essere calibrata a seconda della situazione e delle informazioni presenti nell’articolo, del tempo passato e dell’effettiva applicazione del diritto all’oblio.

Bisogna anche considerare che i giornalisti conoscono molto bene le regole relative alla propria professione e che tutelano il loro lavoro. Inoltre, molte redazioni possono avere un orientamento politico e questo potrebbe ulteriormente complicare la richiesta.

Per questo motivo, ottenere la cancellazione di notizie da Google direttamente dalle redazioni giornalistiche è un’operazione per la quale sarebbe meglio coinvolgere agenzie specializzate.

Cancellare notizie da Google tramite ricorso al Garante della Privacy

Cancellare le notizie da Google tramite il ricorso al Garante della Privacy è un altro metodo per ottenere la cancellazione delle notizie da Google.

Il Garante deve operare per la protezione dei dati personali ed è dunque tenuto a valutare richiesta dei cittadini.

In questo caso, bisogna rivolgersi ad un avvocato o ad un’agenzia specializzata per la preparazione del ricorso.

Bisogna comunque tenere conto che, prima di rivolgersi al Garante della Privacy, è opportuno utilizzare il modulo di Google e solo in caso di diniego ci si può rivolgere a questa autorità.

Il Garante della Privacy interviene inoltre solo in situazioni dove i propri diritti siano stati palesemente violati e dove la possibilità di usufruire del diritto all’oblio sia chiara. In altre parole, non interviene per notizie recenti o per situazioni che potrebbero ancora beneficiare del diritto di cronaca, anche lontanamente.

Motivo per cui il Garante della Privacy deve essere interpellato solo dietro consiglio di un esperto.