E’ in arrivo l’inverno e l’8 dicembre segna l’inizio della stagione sciistica. Le regioni interessate, così come gli operatori del settore e gli amanti delle piste, si stanno chiedendo se il Coronavirus cancellerà la neve.
L’allarme è già scattato dopo l’annuncio di un possibile stop allo sci a Natale. I gestori hanno il timore di perdere il 70% del loro fatturato stagionale. Dall’ultimo Dpcm del 25 ottobre, infatti, gli impianti restano chiusi.
Ma le Regioni del Veneto, Valle d’Aosta, Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Abruzzo e le Province Autonome di Bolzano e di Trento non ci stanno.
Ed hanno presentato al Governo una proposta di mediazione. Sono molto preoccupate e vogliono evitare il collasso del settore turistico invernale.
Il tentativo delle Regioni di salvare la stagione sciistica
Questo documento è stato denominato “Proposta di linee guida per l’utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici da parte degli sciatori amatoriali”.
Sono state delineate alcune regole in base alle zone. Nelle aree gialle non si prevedono particolari limitazioni se non quelle ormai solite, quindi indossare la mascherina e mantenere le distanze di sicurezza. Nelle aree arancioni, gli impianti resteranno aperti ma con una riduzione della portata al 50%.
Una nota che è stata sottoscritta dai rappresentanti delle Regioni e delle Province. Dove si permette di sciare a chi possiede o affitta una seconda casa, o a chi pernotta almeno una notte nelle destinazioni attinenti alla stagione sciistica.
Concedere solo a queste persone lo skipass consente di controllare al meglio l’afflusso agli impianti sciistici. “Il pendolarismo può infatti essere un problema in certe giornate», affermano gli Assessori di Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
“Un’informativa, linee guide che saranno discusse quando si valuterà insieme se ci sono le condizioni per aprire, ora queste condizioni non ci sono”. Questa è stata la dichiarazione perentoria del ministro degli affari regionali Francesco Boccia.
Che ha inoltre evidenziato come gli addetti agli impianti di risalita risentiranno delle restrizioni come tutti gli altri settori dell’economia colpiti dall’emergenza Covid. “Valuteremo nel prossimo Dpcm se ci sono condizioni per fare cosa, come e quando”, ha concluso il ministro.
Le parole del presidente Conte
Sull’ipotesi di dare una possibilità alla stagione sciistica, il commento del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è stato: «Sullo spostamento tra regioni a Natale, ci stiamo lavorando”.
“Tuttavia, il periodo natalizio richiede misure ad hoc. Si rischia altrimenti di ripetere il ferragosto e non ce lo possiamo permettere: consentire tutte le occasioni di socialità tipiche del periodo natalizio non è possibile. Non possiamo concederci vacanze indiscriminate sulla neve”.
“Anche per gli impianti da sci – prosegue il premier – il problema del protocollo è un conto ma tutto ciò che ruota attorno alle vacanze sulla neve è incontrollabile. E con Merkel e Macron in Europa stiamo lavorando ad un protocollo comune europeo. Non è possibile consentire vacanze sulla neve, non possiamo permettercelo»
Stazioni sciistiche in Italia: le dichiarazioni
Chiedono quindi ossigeno le Regioni che si vedono colpite dalla chiusura della nuova stagione sciistica.
“L’obiettivo delle regioni è stato finora di cercare di avere una data certa per la riapertura degli impianti sciistici senza indicare quale. Ovviamente la nostra speranza è di far partire la stagione in tempo per le vacanze di Natale.
Ma chiediamo che se questo non avverrà, come secondo indiscrezioni dovrebbe prevedere il Dpcm, vietando gli spostamenti anche tra zone gialle, allora ci sia una data certa per la ripartenza dello sci, anche dopo le vacanze. Ma soprattutto ci sia la certezza di un ristoro pesante, concreto, diretto a tutto il sistema economico della montagna”.
Così dichiara l’assessore alle attività produttive della Regione Valle d’Aosta, Luigi Bertschy.
Ma la decisione e le regole specifiche verranno stabilite in base all’andamento dei contagi.
E si aspetta il nuovo Dpcm previsto per venerdì 4 dicembre.
Sulla questione si è pronunciato anche il presidente della Liguria Giovanni Toti. «Slovenia e Svizzera avranno gli impianti sciistici aperti. Il presidente della Regione Piemonte Aberto Cirio propone lo skipass limitato a chi ha una seconda casa. Dobbiamo tenere presente quale sarà la condizione sanitaria dei singoli territori perché il modello a zone sta funzionando e nessuno vuole scassarlo»
Stagione sciistica, il quadro europeo
E l’Europa come si comportando? Il rebus della stagione sciistica non riguarda solo l’Italia. Il Natale sugli scii ai tempi del Coronavirus preoccupa anche le altre note località di montagna che confinano con la nostra nazione.
La Svizzera ha aperto le piste, non ha mai adottato un vero e proprio lockdown e non intende certo chiudere proprio nel bel mezzo della stagione sciistica.
Si avvale di misure con un piano di sicurezza che le autorità cantonali si assicurano di rispettare. Tra queste l’obbligo di indossare la mascherina sugli impianti, l’accurata igienizzazione di funivie e altre strutture, i finestrini sempre aperti e il mantenimento di almeno 1,5 metri di distanza.
L’Austria sembrava in procinto di partire ma poi è arrivato lo stop. L’Italia, la Francia e la Germania si sono battute per una linea comune verso il freno alla ripartenza. E alla fine, il governo di Sebastian Kurz ha ceduto. Di fronte ai numeri ha dovuto fare dietro front rispetto alla promessa di riaprire durante la stagione sciistica. Per ora quindi è cauto e preferisce aspettare.
La Francia si è riservata di decidere nei prossimi giorni per le troppe incertezze. Il governo francese sta valutando diversi scenari. Come ad esempio un protocollo sanitario specifico o l’emissione di un aiuto economico per i lavoratori e le imprese in caso prevalesse la chiusura durante la stagione sciistica. Parigi ha dichiarato che terrà conto anche dei Paesi a lei vicini.
Incerta anche la Germania, che spera solo di rimandare. Nel caso di apertura sono già pronte tutte le misure contro il virus con gli accessi limitati alle piste, l’igienizzazione e l’obbligo di mascherina. La cancelliera Angela Merkel deve decidere anche per gli amatissimi mercatini di Natale.
La Slovenia, invece, conta di riaprire ora, agli inizi di dicembre con la fine del lockdown. Anche qui le località sciistiche voglio adottare precauzioni anti-coronavirus. Tra le quali dimezzare i passeggeri sugli impianti di risalita ma aumentarne la velocità, per evitare gli assembramenti.
Sulla situazione europea si è espresso il presidente del Consiglio superiore di sanità Locatelli. “I numeri sono incompatibili con l’apertura degli impianti sciistici. I Paesi della Comunità europea dovrebbero dare un messaggio forte di omogeneità, come ha fatto ad esempio Merkel”.
Una partita ancora tutta da giocare che si basa anche sui delicati equilibri numerici dei dati sanitari.