Scoppia lo scontro politico sulla proposta di riforma dello Statuto Città Metropolitana di Genova che riconfigura la funzione politico – amministrativa dei Municipi di Genova
La proposta è stata approvata dalla Giunta Bucci lo scorso 30 dicembre 2020, con una delibera che riforma lo statuto comunale presentata dal nuovo Assessore ai Rapporti con i Municipi Lorenza Rosso, dopo che il consigliere comunale Stefano Costa aveva lasciato la delega per divergenze di vedute proprio sulla modifica.
La “palla” per l’approvazione della riforma dello Statuto della Città Metropolitana di Genova passa ora al Consiglio Comunale dove si prevedono “venti di guerra” non solo con l’opposizione, ma fra i banchi della stessa maggioranza.
La proposta di modifica dei Municipi di Genova, secondo l’Assessore Rosso garantirebbe servizi più efficienti ed omogenei, ma non sono dello stesso avviso i presidenti di municipio che ritengono le modifiche delle competenze dei municipi, troppo un accentramento dei poteri a Palazzo Tursi che cancella il decentramento.
Il “nocciolo” della questione è nella definizione della funzione dei municipi che attualmente sono “titolari della gestione dei servizi di base presenti nel loro territorio e di interesse municipale”, mentre con la modifica dello Statuto curerebbero “l’erogazione dei servizi di base (….) secondo gli indirizzi definiti dall’amministrazione comunale”.
Le reazioni politiche alla riforma dei Municpi
«Questa proposta è in contrasto con il programma elettorale del centrodestra, che prevedeva più autonomia per i municipi. Così, invece, diventeremmo dei passacarte», dice chiaramente il presidente del Centro est Andrea Carratù della Lega. “Va bene concordare con l’amministrazione centrale gli interventi che si possono programmare ma farlo anche per quelli imprevisti e urgenti significa bloccare di fatto le manutenzioni».
Francesco Vesco, presidente del Medio Levante ed esponente di Cambiamo!. «Mi sembra che ci sia un atteggiamento un po’ troppo unilaterale nelle decisioni e poi – rimarca – non è chiaro che cosa diventeranno i municipi con questa riforma» .
Federico Romeo: daremo battaglia
Le risposte alla proposta da parte del centrosinistra sono molto nette, con il presidente della Valpolcevera, Federico Romeo, che promette «battaglia durissima perché questa è un’offesa immensa ai territori». E lancia una provocazione: «Il municipio Valpolcevera ha circa 63 mila abitanti: se andranno avanti con questa proposta potremmo proporre lo spacchettamento del comune di Genova in più comuni». «Dietro questa riforma non c’è alcun obiettivo di efficientamento, ma solo la volontà di normalizzare i municipi – attacca il dem Massimo Ferrante, presidente della Bassa Valbisagno – Perché i cittadini dovrebbero eleggere e pagare amministratori municipali che non contano più niente?». All’attacco anche Mario Bianchi (Pd), presidente del Medio Ponente, secondo il quale «la volontà sembra quella di chiudere il percorso di decentramento». E Roberto D’Avolio, che guida una giunta di centrosinistra nella Media Valbisagno, parla di «un colpo di mano: invece di dare più potere e più strumenti ai territori per rispondere alle richieste dei cittadini, si va in direzione opposta». «Assolutamente contrario» anche il presidente grillino del Centro ovest Michele Colnaghi, convinto che la mobilitazione contro la riforma possa essere trasversale, mentre la capogruppo del Pd a Tursi, Cristina Lodi, promette battaglia da tutta l’opposizione.
Rosso: «Disposta al confronto»
L’assessore Rosso cerca di smorzare la polemica: «Questa delibera è solo il primo passo per aprire la discussione che si svilupperà con i tempi che serviranno – spiega – Alcune funzioni attribuite sulla carta ai municipi di fatto già ora non vengono esercitate, ma l’obiettivo di questa riforma non è quello di sminuire il loro ruolo, ma di creare una struttura uniforme per tutto il territorio cittadino, nell’interesse dei cittadini. Io comunque – sottolinea – sono disponibilissima a confrontarmi ed eventualmente a modificare qualcosa se mi dimostreranno che va modificata. Spero anzi di essere invitata a discutere in tutti i municipi». Nessun commento, invece, dal sindaco Bucci.