Social media e censura. Come difendersi

Il caso più famoso è sicuramente quello dell’ex presidente Usa Donald Trump, ma ogni giorno ci sono sempre più “vittime” famose della decisione di questo o quel social network.

Il ban, la cancellazione definitiva di un account, da una piattaforma social comporta diversi problemi, reputazionali, economici e di gestione.

A seconda del tipo di account si possono avere problemi di varia natura, è ovvio che quello principale risiede nella mancanza, da un giorno all’altro di contatto con i propri fan/follower. Si è costruita una comunicazione con fatica, con costanza e spesso con dispendio di soldi per Adv e promozioni e all’improvviso tutto scompare senza possibilità alcuna di discussione, non ci sono modi per tornare indietro, per determinare le proprie ragioni.

I problemi per le aziende

Siete un negozio, un’agenzia o un artigiano. Volete far conoscere ai vostri fan della pagina Facebook i vostri prodotti. Semplicemente mettete una foto dell’oggetto e con una descrizione cercate di prendere l’attenzione dei lettori e decidete poi di farne anche una sponsorizzazione.

Improvvisamente ricevete un avviso che la sponsorizzazione non viene accettata in quanto avete violato le norme di Facebook. Oltre ad avere il vago sentore di una condanna perenne e di aver violato i diritti umani di qualcuno, capite che quel prodotto non ha più alcuna possibilità di essere visto.

Le motivazioni, il più delle volte, sono completamente errate. Abbiamo esperienza personale di foto della Gioconda o della Maja Desnuda bloccate per “pornografia” oppure articoli divulgativi sulle battaglie dell’antica Roma come incitamento alla violenza. Sembra una barzelletta ma non è affatto così.

Le aziende in questo caso non hanno più possibilità di tornare indietro e soprattutto iniziano ad avere sempre più difficoltà con ogni tipo di prodotto che entra nei limiti delle regole di Facebook. Oltretutto queste decisioni avvengono esclusivamente attraverso algoritmi, nessun umano potrebbe decidere di censurare la Gioconda, e questo rende nullo qualsiasi contradditorio.

Il problema per le personalità

Anche chi utilizza i social per popolarità conseguita o precedente l’utilizzo dei media può incontrare problemi di regolamentazione. Anzi, la probabilità di incappare nelle maglie degli algoritmi dei social è nettamente più alta in quanto si toccano argomenti di natura specifica, dalla politica all’attualità che sono sensibili a moltissimi punti di censura.

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Il problema in questo caso è doppio in quanto non basta seguire le regole da parte dell’emittente del messaggio ma dovrebbero farlo anche i commenti e i follower. Avere decine di commenti che rasentano ad esempio l’argomento “razze” è un campanello d’allarme per i social media che mette a rischio tutto l’account anche se non è personalmente responsabile di ciò che viene pubblicato.

Non facciamo qua i nomi di giornali e personalità bannate da Twitter o Youtube ma è di dominio pubblico cosa sta accadendo. Per non avere problemi legali con gli Stati le società che gestiscono le piattaforme tagliano in modo indiscriminato chiunque sia anche solo lontanamente legato ad argomenti critici. Anche in questo caso non c’è nessun modo di “contraddittorio”.

Si viene tagliati fuori e in questo caso dove spesso si percepisce un incasso per le pubblicità il danno è doppio, non solo non hai pi ciò che hai costruito ma non ricevi più nemmeno il sostegno economico dovuto.

La soluzione è il controllo proattivo

Controllare è la soluzione ottimale. Controllare non dopo che si è fatto qualcosa ma prima. Conoscere in modo preciso tutti i regolamenti dei social che si stanno usando. Capire come un algoritmo possa interagire con le vostre immagini o i vostri testi. Questo sistema è molto importante in quanto evita sul nascere problemi di compatibilità che anche se risolti mettono in “allarme” i sistemi dei social media.

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Per eseguire questo controllo attivo è necessario avere e collezionare sempre tutti i dati possibili su precedenti violazioni, su interazioni con le assistenze e cosa è stato anche notato da altri account. Ovviamente bisogna sempre tenersi in contatto con moltissimi inserzionisti o account per capire come le cose vengono gestite. Come possono cambiare le regole anche in rapporto a legislazioni differenti, teniamo sempre conto che i social media sono entità sovranazionali che devono rispondere ad una moltitudine di regolamenti e leggi.

Questo tipo di controlli, di reazioni e segnalazioni possono garantirci di avere tutto sotto controllo.

Come controllare i commenti dei fan?

Finché si tratta di controllare se stessi è quasi un obiettivo facile, il problema, e molto grosso, nasce quando dobbiamo gestire chi commenta le nostre comunicazioni. I commenti molto spesso iniziano da una considerazione e passano velocemente in tanti altri ambiti e in liti tra utenti.

Specialmente se i nostri prodotti o comunicazioni sono legati a qualche notizia di attualità c’è il rischio che si vada a parlare di tutt’altro. Le parole dei commentatori poi sono facilmente censurabili in quanto chi parla nei social si sente libero di dire qualsiasi cosa gli passa per al testa. Specialmente in ambito politico si è ormai abituati ad insultare senza nessuna remora.

In attualità, cronaca, storia e moda abbiamo avuto grandi esempi di shit storm di importanza nazionale. Tutto questo se non gestito può portare gravi danni reputazionali e di gestione degli account da parte dei proprietari.

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Una soluzione intelligente

Oltre a cercare di fare le cose in modo autonomo c’è una possibilità che utilizza l’Intelligenza Artificiale e soprattutto l’esperienza di anni e i Big data: Mercurius.

Il servizio nasce dall’esigenza di proteggere tutti quegli account di Aziende e Personalità pubbliche o politiche che sono spesso prese di mira da questo tipo di problemi. Mercurius attua un monitoraggio real time che individua, segnala e rimuove in automatico tutti quei commenti che possono dare luogo a segnalazioni e portare alla sospensione o chiusura del tuo profilo. I post dei tuoi social sono ripuliti puntualmente da commenti negativi, sono al sicuro e la tua community partecipa attivamente e con serenità ai tuoi spunti comunicativi.

Con Mercurius si può liberamente esprimere le proprie posizioni e comunicare con il pubblico senza incorrere in blocchi da parte delle piattaforme social network, grazie al nostro software di monitoraggio.

Non solo ma i Big Data sono utilizzati sia per prevenire alert nei prodotti che si immettono nei social per la vendita, ma anche per conoscere in precedenza cosa dirà il sistema. La quantità di dati catalogati da Mercurius è tale da poter attivamente predire cosa farà il social media una volta inviato il prodotto oppure il post che riteniamo possa creare fastidi.

Puoi trovare informazioni e richiedere un contatto tramite questo link

Alessandro Trizio

Esperto in Cyberwarfare e Information Security. Ha studiato politica nazionale e geopolitica e vissuto in molti Paesi mediorientali dove ha approfondito i rapporti internazionali

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