Negli ultimi giorni la scuola pubblica ha fatto parlare di sé per lo scandalo delle coperte in classe: a causa dell’emergenza sanitaria Covid-19 le finestre delle aule sono rimaste aperte dalla prima all’ultima lezione per garantire il ricircolo dell’aria.
Il problema è nato con i primi freddi autunnali. Agli studenti che protestavano per il freddo è stata proposta come soluzione di portarsi una coperta da casa. Molti hanno accolto il consiglio.
La nuova ordinanza regionale in vigore dal 26 ottobre al 13 novembre appare però essere oggi più rilevante. A seguito dell’aumento di casi Covid-19 in Liguria la Regione, di concerto con la Regione Piemonte, prevede infatti misure che mettono in seria difficoltà gli istituti scolastici.
L’ordinanza chiede ai dirigenti scolastici di “ridurre le attività di insegnamento pericolose come le lezioni di musica con i fiati, la ginnastica, o i laboratori promiscui dove le classi si incontrano e gli spazi non possono essere garantiti”, oltre a consentire l’insegnamento di educazione fisica solo in forma individuale.
Queste misure di carattere sanitario prevedono dunque una riorganizzazione degli orari e dei luoghi in cui svolgere lezione, eppure non rappresentano il problema principale.
l presidente della regione Toti insieme al sindaco Bucci chiedono alla direzione scolastica regionale di rafforzare la didattica a distanza: per tutti gli anni delle superiori, a esclusione della prima, per almeno il 50% degli studenti.
Ciò significa realizzare un sistema a rotazione che preveda che non più della metà degli studenti delle seconde, terze, quarte e quinte sia in presenza e che il restante assista alla lezione da casa.
Aggiungono che tale misura, oltre a ridurre la possibilità di contagio, allenterebbe la pressione del numero di studenti sul trasporto pubblico.
Scuola e diffusione del contagio
A proposito dell’emergenza sanitaria, il questore di Genova, Vincenzo Ciarambino lancia un appello a tutte le famiglie con figli in età scolastica: “Fate mettere le mascherine ai ragazzi.La gente è abbastanza disciplinata, ci sono alcune sacche di indisciplinati e stiamo intervenendo. Ma mi rivolgo alle famiglie: fate capire ai vostri ragazzi che è importante indossare le mascherine e mantenere il distanziamento”.
Alcuni genitori genovesi in una lettera aperta prendono le difese dei dirigenti scolastici criticando al Ministro dell’istruzione di aver scaricato su di loro la responsabilità per criticità enormi. Proseguono chiedendo i mezzi per poter fare attività scolastica in presenza. In primis le nomine urgenti per gli insegnanti di sostegno e i banchi e gli altri arredi per garantire la presenza degli alunni in classe.
La situazione Covid-19 nelle scuole genovesi non sembra essere positiva né negativa: nel primo plesso scolastico del centro storico di Genova analizzato attraverso i tamponi rapidi solo 1 caso è risultato positivo su 850 studenti.
Questo primo screening in una zona rossa della città sembra confermare che il sistema scuola è sicuro. Le analisi proseguiranno su altri istituti scolastici del centro per ottenere gradualmente una mappatura completa.
Allo stesso tempo negli ultimi due giorni il numero di classi genovesi finite in quarantena è stato di 41 su un totale (da inizio anno ad oggi) di 71. Asl3 sottolinea come l’aumento di questi giorni del 57,7% dei casi di quarantena a scuola testimonia l’aumento generale della circolazione del Coronavirus.
ZONA ROSSA | 17 classi | centro storico: Cassini; Colombo, Champagnat, Montale, Maddalena-Bertani Sestri ponente: San Giovanni Battista Rivarolo |
NON ZONA ROSSA | 24 classi | Deledda, DIS, Duchessa di Galliera |
Scuola e trasporto
Per quanto riguarda il trasporto il sindaco Bucci commenta l’affollamento dei bus proponendo una possibile soluzione: “Finora abbiamo ricevuto dal governo solo 5 milioni di euro per ripianare le perdite, molto più alte, di Amt dovute al calo di utenti. Se ci arriva la seconda tranche di finanziamenti dal governo siamo pronti ad utilizzare anche il servizio di noleggio con conducenti, ma finora abbiamo ricevuto solo 6 milioni per ripianare perdite di circa 20 milioni”.
Da Chiavari arriva un modello che può aiutare anche la città metropolitana di Genova.
Atp, in collaborazione con i dirigenti scolastici e gli amministratori locali, ha creato delle cabine di regia da dove è possibile gestire in tempo reale il trasposto pubblico.
La cabina di regia può infatti mandare su segnalazione un secondo bus, il “bis”, qualora venisse superato il limite dell’80 per cento di passeggeri a bordo.
Questo sistema permette di confrontare le diverse esigenze degli attori interessati, problema principale nella prima fase dopo la riapertura delle scuole.
Con una programmazione settimanale o mensile degli orari scolastici e la possibilità di comunicare eventuali modifiche, l’azienda di trasporti e la scuola riescono a evitare il sovraffollamento dei mezzi.
Il problema maggiore è però lo scaglionamento dell’ingresso scolastico previsto dal Dpcm per le scuole superiori.
Da inizio anno molti istituti avevano trovato soluzioni personalizzate alle esigenze del luogo.
Nell’istituto nautico San Giorgio, il preside Paolo Fasce ha scaglionato le entrate tra le 7.50 e le 8.20 mentre nel liceo King, il preside Gianfranco Spaccini, ha organizzato l’entrata dei suoi 650 studenti tra le 8 e le 8.50. Far slittare tutti alle 9 significa vanificare il lavoro dei mesi precedenti.
Da una parte complica l’organizzazione della scuola: entrare un’ora dopo significa allungare l’orario scolastico al pomeriggio con l’impossibilità di garantire una mensa agli studenti. Inoltre significa dover rifare da capo l’intero orario didattico di studenti e insegnanti.
Dall’altra parte non risolve l’affollamento sui mezzi di trasporto: posticipare l’entrata alle 9 fa sì che gli studenti usino i mezzi di trasporto nella fascia oraria più utilizzata dai lavoratori (8.30-9).
La soluzione, ammettono molti dirigenti scolastici, sarebbe anticipare l’entrata piuttosto che posticiparla.
Gli studenti, entrando alle 7.30, utilizzerebbero i mezzi di trasporto in orari meno affollati, garantendo negli orari di punta bus meno pieni. Salvaguardando il funzionamento del servizio e la salute pubblica.
Non è ancora chiaro come verrà gestita la situazione. Gli istituti scolastici dovranno regolarsi sulle nuove direttive regionali e governative nonostante le numerose difficoltà: non avranno né la collaborazione con le aziende di trasporto (come a Chiavari) né i trasporti privati proposti dal sindaco Bucci. Dovranno riprogrammare gli orari scolastici – pensati per mesi e attivi da poche settimane – cercando di far coincidere esigenze della scuola, esigenze sanitarie ed esigenze dei trasporti.
L’emergenza covid sta mettendo in seria difficoltà anche la scuola e dei dirigenti scolastici, i quali si trovano tra l’incudine del diritto all’insegnamento e il martello delle restrizioni.