A Savona arriva il bonus Covid, ma non per tutti, creando scompiglio tra medici e infermieri della Asl 2: a ricevere il “compenso“, tra le altre cose più basso del previsto, solo il 60% degli operatori.
Una misura tanto annunciata e tanto attesa che ha avuto la capacità di innescare diversi malumori negli ospedali della provincia di Savona. Un bonus distribuito a macchia di leopardo visto che su oltre 4mila persone alle quali spettava solo 2mila 300 lo hanno ricevuto.
Sono state rilevate discrepanze di distribuzione anche nelle stesse strutture: uno degli esempi più eclatanti è quello del San Paolo di Savona dove sono rimasti fuori dal bonus tutti coloro che lavoravano nel blocco operatorio, che al pari del personale del pronto Soccorso, del reparto di Malattie infettive e Rianimazione sono stati maggiormente esposti al pericolo di contagio, soprattutto all’inizio di emergenza quando i protocolli da seguire ancora non erano stati stabiliti.
In base agli accordi presi tra la Regione e i sindacati, il valore del bonus era stato stabilito proporzionalmente sulla base dell’effettiva presenza in servizio e all’esposizione al rischio di contagio da parte degli operatori. In questo modo erano stati stabiliti tre fasce:
- A – fino a 1.400 euro (compresi i contagiati)
- B – fino a 800 euro (lavoratori reparti con positivi)
- C – fino a 400 euro (amministrativi).
La beffa, oltre ai problemi nella distribuzione, è stata rappresentata dalla tassazione: tra irpef e tassazione al 36% per oneri riflessi, si è arrivati a decurtazioni superiori ai 400 euro.
Dalla Asl2 spiegano di essere pronti a valutare errori o dimenticanze ma ricordano che per il bonus Covid “rientravano nella casistica soltanto coloro che hanno fatto almeno il 50% dell’attività lavorativa dedicata al covid” con nominativi “forniti dai direttori di dipartimento in base agli accordi siglati con l’assessore Viale e i sindacati“.