Sanità privata, lavoratori in piazza a Genova: ci avete dimenticato

I lavoratori delle RSA e degli ospedali privati sono scesi in piazza questa mattina per protestare contro il mancato rinnovo di un contratto atteso per anni e ancora una volta disilluso.

Considerati eroi nel momento dell’emergenza, quando i ricoveri da Covid mettevano in crisi l’intero sistema, coloro che lavorano nella sanità privata accusano la Regione di averli dimenticati ora che nelle strutture del territorio la situazione è più gestibile.

I lavoratori della sanità, sia quella pubblica che quella privata, sono quelli che hanno lavorato con le maggiori difficoltà nei mesi scorsi, ivi compresa la mancanza di presidi ospedalieri di protezione.

La paura che la seconda ondata sia vicina è molta. E la speranza è che non avvenga perché sia nelle RSA che nelle strutture private il covid-19 ha creato tanto caos quanto in quelle pubbliche, mettendo a repentaglio la via degli operatori.

Per diverse settimane sono dovuti arrivare a crearsi da soli le mascherine prima che i DPI venissero distribuiti con maggiore frequenza: e c’è chi invece dei copriscarpe è stato costretto a usare sacchetti della spazzatura.

La manifestazione è stata indetta per protestare contro un ritardo nel rinnovo contrattuale pari a 14 anni per la sanità privata e di 8 per le RSA. Gli stipendi sono calati sempre di più, hanno accusato, e non consentono di vivere in modo sufficientemente adeguato.

I lavoratori della sanità privata si sentono come fratelli di serie B rispetto a quelli della sanità pubblica. “Ci hanno chiamato eroi perché servivamo, poi si sono dimenticati”, hanno raccontato durante la protesta. “A noi la Regione non ha nemmeno dato il bonus e ci sono colleghi che si sono ammalati ma visto che non venivano fatti i tamponi sono andati in mutua e non hanno preso nemmeno il premio di produzione” hanno concluso.

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