Mancano gli infermieri in Liguria: vi sarebbe il bisogno, per sostenere adeguatamente il funzionamento del Sistema Sanitario, di almeno mille unità in più.
Un problema che la regione ha avuto modo di scoprire grazie all’emergenza covid e all’enorme sforzo che questi professionisti sanitari hanno dovuto affrontare per mantenere alti gli standard assistenziali in Liguria.
Gli infermieri mancano soprattutto nelle strutture private e sebbene il presidente dell’Opi, Ordine delle professioni infermieristiche, sottolinei che entro la fine dell’anno vi sarà un nuovo concorso, rimane comunque il fatto che il settore si trovi al momento in uno stato di difficoltà. “Durante l’emergenza sanitaria sono stati assunti nel pubblico circa 450 persone” ha spiegato Carmelo Gagliano, presidente dell’Opi, “perché erano fondamentali per i nostri ospedali. Ma questo ha svuotato le strutture private del terzo settore che adesso sono, in alcuni casi, sotto organico”.
Secondo l’esperto però, il problema della mancanza di infermieri non è legato solamente all’emergenza covid: le sue radici sono più profonde e collegabili anche al sistema di formazione universitario adeguato. In poche parole gli atenei non riescono a preparare abbastanza infermieri in tempi adeguati per sopperire al bisogno del territorio regionale.
Sfogliano i dati relativi alla Liguria, si scopre che ogni anno, su circa 18 mila infermieri, almeno 350 vanno in pensione ma non si riesce ad assumerne altrettanti. E’ pari a circa 280 il numero medio di assunzioni che è possibile completare: alcuni dei laureati in Scienze Infermieristiche, infatti, tornano nelle proprie regioni di appartenenza o decidono di perseguire altre professioni.
“Basti pensare a tutte le strutture sorte in questi anni, e quelle che stanno per nascere” ha aggiunto il presidente di Opi Liguria, “il covid ha peggiorato una situazione già non buona“.
Come già anticipato la situazione potrebbe sbloccarsi, seppur momentaneamente, a breve. Gagliano spiega infatti di aver avuto “rassicurazioni da Regione Liguria che entro l’anno sarà fatto un nuovo concorso per assumere nuovo personale“.
A preoccupare, al momento, è una potenziale recrudescenza del coronavirus, la cosiddetta “seconda ondata”. In quel caso sarà necessario prendere delle decisioni importanti, volte alla riorganizzazione del settore con adeguamento di compensi e un maggiore coinvolgimento degli operatori sociosanitari.