Salone Nautico di Genova, sessanta anni di storia

Il Salone Nautico di Genova è una delle manifestazioni del settore nautico europeo che raccolgono maggiore interesse da parte di espositori e appassionati in Europa. I suoi numeri fanno concorrenza ad altri appuntamenti di alto calibro come il Monaco Yacht Show e l’esposizione di Cannes.  Ma quale è la sua storia?

Salone Nautico di Genova, gli inizi

Il Salone Nautico di Genova nasce nel 1961 a Milano: con il nome di “Salone internazionale della nautica” viene presentato al pubblico come un evento satellite della Fiera Campionaria. Un “esperimento” che dura poco e che viene organizzato a Genova già dall’anno successivo, il 1962.  I tentativi di creare nuovamente un Salone Nautico si fermano intorno ai cinquant’anni del Salone sui Navigli, con esposizione di barche fino a 12 metri: niente di comparabile con ciò che ogni anno il Salone di Genova offre ai suoi partecipanti.

Nel 1962, al suo esordio genovese, il Salone è solo una piccola esposizione che conta su 30 mila metri quadrati di spazio e un pubblico limitato che paga 250 lire per entrare: ciò nonostante alla sua inaugurazione sono presenti ambasciatori, rappresentanti governativi e moltissime delegazioni commerciali provenienti dal resto d’Europa e dal Medio Oriente. Gli espositori sono 585, di cui il 60% italiani e il 40% stranieri in rappresentanza di sedici nazioni diverse e i visitatori sono circa 300 mila.

Il Salone Nautico non ha avuto sempre vita facile: la sua capacità di organizzare le manifestazioni che l’hanno resa la rassegna importante che è al giorno d’oggi, è stata spesso legata alle vicende economico-finanziare che da sempre caratterizzano il settore. In questi ultimi anni la nautica e i cantieri italiani hanno ripreso il posto di leadership che meritavano a livello internazionale, ma soprattutto nei primi anni della sua esistenza sono state diverse le criticità legate al comparto. E non solo per la mancanza di fondi generale del mercato ma anche perché per la prima volta i vari interlocutori del settore si sono seduti intorno a un tavolo e hanno deciso di discutere di ciò che andava bene e di quello che non funzionava al suo interno.

E‘ il 1964 e il Salone, ormai diventato nonostante la sua giovane età un appuntamento apprezzato dagli appassionati e dagli espositori, diventa membro dell’IFBSO, l’organizzazione internazionale dei Saloni nautici, fondata proprio in quell’anno.  Si inizia, come anticipato, a parlare dei problemi del settore, si tenta di ampliare la conoscenza di tutti dando vita a convegni tecnici relativi alle varie branche di un mondo che fino a quel momento non si era preso la responsabilità di farsi conoscere bene da tutti. Si impara e si dibatte su motonautica, pesca, sulla costruzione delle barche a vela e delle regate.

Una crescita inarrestabile per il Salone Nautico

Una maggiore consapevolezza porta anche a una maggiore crescita e negli anni ’70 aumenta la presenza dei giornalisti al Salone Nautico di Genova e almeno un quinto di essi proviene dall’estero. Sale anche il numero delle imbarcazioni in esposizione: si arriva a 1200.

Un anno importante per il Salone di Genova è il 1967 è infatti in quel momento che fa il suo ingresso all’interno dell’organizzazione Ucina, l’associazione che raggruppa i cantieri nautici.  Una presenza che se possibile spinge ancora di più verso il successo la manifestazione nautica, in quel momento ancora molto lontana dai problemi politici e tecnici che si presenteranno solo diversi decenni dopo.

La rassegna di Genova è ormai divenuta un punto fermo di interesse per la nautica europea, quell’appuntamento che non si può mancare, sia per rimanere aggiornati sulle novità del settore sia per mostrare in anteprima le proprie imbarcazioni. Nel 1978 viene presentato, proprio nel capoluogo ligure il salone di Dusseldorf, anch’esso divenuto importante nel panorama nautico mondiale nel corso degli anni.

Il Salone Nautico di Genova non teme la concorrenza: quell’anno le barche esposte sono salite a 1600 e la stampa presente non partecipa più semplicemente rivolgendosi ad un pubblico esperto: tenta di approcciare anche il comune cittadino spiegando il funzionamento delle imbarcazioni e l’importanza che il settore ha nell’economia italiana.

Il settore nautico inizia davvero a far sentire il peso del made in Italy nel mondo e non si può più far finta si tratti di un mercato di nicchia.

A venti anni dalla sua nascita, negli anni ’80, il Salone Nautico di Genova può contare ormai sulla presenza costante dei personaggi di spicco della politica e del mondo industriale e non solo: si arriva addirittura a parlare della necessità di investire soldi pubblici nell’ammodernamento dei porticcioli e nella costruzione di nuovi da parte del ministero del Turismo.

Nel 1985 il Salone Nautico di Genova è ancora sì esposizione di imbarcazioni, ma vengono organizzati di concerto sfilate di moda, gare off shore: diventa uno status symbol che riesce ad attrarre fino a 8 milioni di visitatori.

Gli anni ’90 e i 2000 confermano l’importanza di una manifestazione come quella nautica di Genova che ha mantenuto il suo ruolo di protagonista tra tutte le rassegne europee e internazionali nate per sostenere il settore.

La crisi del 2008 e i progetti di rilancio

Il Salone Nautico di Genova è oggi una delle manifestazioni legate al settore che più fungono da trendsetter nel mercato dedicato: non è un caso che cantieri italiani ed esteri scelgano proprio la manifestazione ligure per presentare i loro nuovi modelli e dare modo ai potenziali armatori di toccare con mano le novità e programmare i potenziali acquisti.

Negli ultimi anni, pur mantenendo una posizione di leadership all’interno del settore e rappresentando comunque un punto fermo per gli appassionati, il Salone di Genova ha mostrato una figura un po’ appannata rispetto ai suoi fasti passati, anche a causa di politiche sbagliate da parte delle amministrazioni pubbliche liguri. Da numeri da capogiro nell’ordine dei milioni si è passati a un flusso molto più esiguo di circa 188 mila persone nel 2019.

L’anno in cui la crisi del settore si è palesata e con esso la parabola discendente del Salone Nautico di Genova è stato il 2008.  È stato quello l’anno in cui non solo si è avuto un calo importante dei visitatori, scesi a una media di 300 mila complessivi, ma anche un decremento importante degli espositori fino a quel momento attorno ai 2500 e scesi negli anni successivi fino ad un misero numero di 760, un dato mai visto, nemmeno alla sua nascita.

I quasi 200 mila visitatori del 2019 possono sembrare numeri pessimi se confrontanti con il periodo d’oro del Salone, ma soddisfacenti e in crescita rispetto agli anni precedenti: segno di come la ripresa del settore nautico italiano e la riconquista dell’egemonia per ciò che concerne il mercato dedicato siano riusciti a esercitare la giusta pressione anche su un evento come questo.

Ma c’è ancora molto spazio per crescere e ritornare ai numeri del 1986, momento in cui anche il presidente della Repubblica Francesco Cossiga decise di visitare l’esposizione: furono infatti gli anni ’80 a fare del Salone Nautico di Genova il centro della nautica mondiale e sarebbe un vero peccato non tentare di ripetere tali numeri.

Il Salone Nautico di Genova ha tutte le carte per poter ristabilire la sua leadership tra le altre manifestazioni: basterebbe modificare tutte quelle politiche che hanno preso piede negli ultimi anni volte a dismettere l’importanza dell’evento fieristico che in realtà rappresenta una fonte occupazionale non indifferente sul territorio genovese e ligure.

Prima dello stop dettato dalla pandemia di coronavirus del 2020 il settore nautico italiano era tornato a far registrare numeri di prim’ordine a livello internazionale e l’importanza del Salone Nautico di Genova era nuovamente cresciuta: lo dimostrano i numeri in salita delle presenze a un evento che erroneamente viene quasi considerato di nicchia oramai.

Il Salone Nautico di Genova rappresenta un’importante fonte di occupazione per l’indotto e un evento irrinunciabile dal punto di vista turistico. Il rilancio del Salone è dunque entrato come appuntamento fisso nella rubrica politica, soprattutto in fase di campagna elettorale.

Gettando le giuste basi per un raddoppio delle presenze e degli espositori sarebbe possibile non solo riportare il Salone di Genova a primeggiare su saloni come quelli di Cannes e di Monaco, con il quale la manifestazione vanta anche un passato gemellaggio, ma anche a sostenere una importante crescita dell’occupazione e quindi del benessere della Liguria.

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