“Un gesto dimostrativo” facendo esplodere un “ordigno che non era atto ad offendere” quello che è esploso in aria a Roma, provocando due detonazioni. Era collegato a un timer e aveva dentro due bottigliette con del liquido, probabilmente benzina. Era stato appoggiato tra due auto nel parcheggio dell’ufficio postale di via Marmorata, a poca distanza da piazzale Ostiense.
Non ci sono feriti solo alcune auto hanno riportato danni, anche se lo scoppio ha provocato il caos all’interno e all’esterno degli uffici. L’area è stata chiusa e sul posto sono arrivati i vigili del fuoco e le forze dell’ordine. Intanto la Procura di Roma ha aperto un fascicolo e non si è esclude nessuna ipotesi, nemmeno quella della matrice anarchica del gesto. Nelle indagini si valutano possibili collegamenti con un incendio che un mese fa distrusse 15 tra furgoni, auto e scooter nel deposito mezzi delle Poste a Colli Aniene, alla periferia di Roma.
A spegnere le fiamme sono stati gli impiegati con un estintore dopo aver udito lo scoppio. L’area del parcheggio è stata messa in sicurezza degli artificieri della polizia, che insieme con la scientifica hanno esaminato la scena dell’esplosione. Sono stati isolati alcuni frammenti che saranno poi esaminati in laboratorio per verificare come fosse composta la bomba e sono state acquisite le registrazioni delle telecamere di sorveglianza.
Al momento dello scoppio nel parcheggio non c’era nessuno ed è possibile che il petardo sia stato lanciato dall’esterno da un pedone. Ma tra le ipotesi c’è anche quella che l’ordigno fosse radiocomandato. Gli inquirenti ritengono che si sia trattato di un atto dimostrativo e ipotizzano che dietro l’esplosione possa esserci una sigla anarcoinsurrezionalista. Da tempo le Poste vengono prese di mira perché con la compagnia Mistral Air si occupano del trasferimento dei migranti. Le indagini sono state affidate al pool antiterrorismo, coordinato dal procuratore aggiunto Francesco Caporale.