Migranti, pm: naufragio dovuto a collisione

La Procura di Catania ha stabilito che a causare i capovolgimento del barcone stracolmo di migranti a largo della Libia sono state delle manovre errate durante l’accostamento al mercantile. La collisione, unita allo spostamento dei passeggeri, in numero troppo elevato e sproporzionato alle dimensioni, ha causato la morte di 900 persone.

Le 28 persone superstiti hanno contribuito a stimare le cifre di quella che possiamo definire una letterale tragedia umana: l’imbarcazione stipava più di 850 persone e, stando alle testimonianze, chi pilotava era in preda all’alcool e agli spinelli, fin dalla partenza.

Le indagini svolte dalla polizia di Stato insieme alla guardia costiera, hanno portato al fermo di Mohammed Alì Malek, un marocchino di 27 anni, riconosciuto come il comandante la cui “imperizia nelle manovre” avrebbe causato la collisione con la nave soccorritrice e di Mahmud Bikhit, 25 anni, siriano, facente parte dell’equipaggio. L’udienza è stata fissata per venerdì prossimo e nel provvedimento è possibile leggere della presenza di un gruppo criminale organizzato attivo in Libia e in Italia.

Sempre negli atti viene esclusa ogni responsabilità nella tragedia del comandante del mercantile King Jacob che soccorse per primo i migranti. La ricostruzione dei fatti ha reso noto anche eventi precedenti all’imbarco. Per più di un mese i migranti sono stati tenuti chiusi in una fattoria nelle vicinanze del luogo di partenza, segregati e picchiati senza alcun motivo, prima di essere imbarcati e stipati a seconda di quanto avevano potuto pagare il viaggio. Un vero e proprio traffico di persone.

 

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