Capogruppo della lista civica Vince Genova, “pupilla”, come la chiamano i giornali, del sindaco Marco Bucci, Marta Brusoni è una cinghia di trasmissione fra il Consiglio Comunale, con le sue dinamiche “istituzionali” e la cittadinanza attiva, che traduce in piccole grandi battaglie come la lotta ai mozziconi delle sigarette o la pulizia delle strade.
Si è candidata alle ultime regionali con la lista “Liguria Popolare” guidata da Andrea Costa. Sugli autobus campeggiava la scritta: “Brusoni=Soluzioni”. Non è passata, ma ci ha tenuto a ringraziare i propri sostenitori: “Grazie a tutte e a tutti. Prima delle donne, prima di Liguria Popolare, terza di lista Forza Italia/Liguria Popolare”.
È stato utile incontrarla, soprattutto per ascoltare le voci, più o meno tranquille, che circolano nei corridoi del centrodestra ligure.
Nessun posto per Liguria Popolare in consiglio regionale. Come vi muoverete?
Ho abbracciato il progetto di Liguria Popolare perché portava avanti il mio genere di politica, quella che ho fatto per tre anni in comune con Vince Genova come capogruppo, la lista del sindaco: gestire la politica con totale senso civico rimanendo vicina alle istituzioni e alle persone cercando di trovare a tutti i costi giuste soluzioni velocemente.
Adesso siamo nelle mani del presidente Toti, che sa come ha lavorato Andrea Costa nel precedente mandato. È sempre stato un “fedele” e ha permesso al consiglio di avere la maggioranza. Ma aveva l’ambizione di portare avanti il progetto civico di Liguria Popolare.
Ora bisogna vedere come il presidente Toti ha intenzione di riconoscere questa fedeltà dimostrata nei precedenti anni e dare spazio ad una lista civica che non ha mai avuto intenzione di contrastare o sovrapporsi a “Cambiamo!”
È un progetto moderato di persone che sono attaccate al territorio senza troppa strumentalizzazione politica. Questo potrebbe essere un modo innovativo di fare politica e penso che i cittadini questo lo apprezzino.
Il centrodestra è stato riconfermato, ma ci sono rapporti di forza un po’ diversi dallo scorso mandato. Ora è Toti ad avere più peso della Lega. Cosa cambia?
Io spero che non cambi niente. A livello regionale non posso fare commenti: non facendo parte del consiglio non posso fare considerazioni di merito.
Per ciò che riguarda la mia esperienza di consigliere comunale voglio sperare che non cambi nulla perché la nostra coalizione in questi anni ha fortemente sostenuto Bucci e abbiamo trovato i giusti accordi per poter portare avanti le nostre iniziative.
Ogni gruppo porta delle mozioni durante il consiglio comunale e noi abbiamo sempre fatto un importante lavoro di squadra, sostenendo i nostri colleghi a prescindere dalla loro appartenenza partitica.

Poi tutti quanti compatti abbiamo votato anche gli ordini del giorno, piuttosto che le delibere di giunta, che devono essere portate in consiglio comunale.
Penso che ci saranno nuovi assessori, ma penso che mai mancherà il desiderio di lavorare per la nostra città e il sostegno nei confronti del sindaco. Abbiamo molta stima nel sindaco Bucci e crediamo tutti nella realizzazione di questo progetto di “Genova meravigliosa”.
In questi tre anni la città è cambiata molto e si è dovuto affrontare dei momenti di catastrofe come il crollo di Ponte Morandi o le bombe di acqua che hanno distrutto Boccadasse o ancora questa pandemia. Se la nostra città è migliorata nonostante questo, chissà quali risultati sarebbe stato possibile raggiungere con un’amministrazione normale.
La Liguria ha gestito bene l’emergenza Covid finora?
Abbiamo lavorato con grande volontà e con l’aiuto di persone che sono dei professionisti. Tutto è ovviamente migliorabile o può essere rimesso in discussione.
Non me la sento di dire che “è stato fatto tutto benissimo”. Noto che certe zone di Genova sono un po’ penalizzate e non ti nego che nel mio ruolo sento lamentele relative alla creazione di “ghetti”.
Nessuno di noi ha la volontà di “ghettizzare” alcune zone della città ma semplicemente, dati alla mano, si vede che ci sono dei focolai e bisogna chiedere pazienza e comprensione alle persone che vi abitano. È indispensabile salvare l’economia (ed è per questo che si esclude il lockdown) ma bisogna pensare anche alla salute di tutti i cittadini.
Da sempre sostengo che è necessario pensare al bene comune e non solo al bene del singolo. La nostra responsabilità è nei confronti di tutti i cittadini. La singola persona pensa al suo lavoro e alle sue esigenze ed è giusto, ma l’amministrazione deve pensare a Genova in toto.
Ferruccio Sansa, leader della coalizione PD-M5S in Liguria, ha fatto un post su Facebook. Si è preso il Covid e ha testimoniato una situazione drammatica circa le performance dell’ASL e della sanità ligure.
Sostengo fortemente il ruolo sociale e indispensabile della sanità pubblica, ma se una persona come Sansa ha l’esigenza di fare il tampone velocemente ci sono anche le strutture private. Semmai bisogna cercare di migliorare i tempi trovando soluzioni opportune, senza criticare tutto e tutti, e non dimenticando che abbiamo chiamato “eroi” gli operatori del comparto sanitario per il sovraccarico di lavoro. Cerchiamo sempre una forma di collaborazione e di essere propositivi.
Che si fa per il piccolo commercio? Gli esercenti chiedono di togliere la TARI per i mesi del lockdown o avere i Dehors gratuiti per sempre. Il necessario per non morire.
L’assessorato al commercio darà incentivi per i dehors se verranno riscaldati. Si tratta obiettivamente di un buon passo avanti. L’assessorato al commercio è stato sempre seguito con attenzione dall’assessore, Paola Bordilli, che è una persona molto attiva e che è sempre stata vicina al territorio. Tutte le richieste che verranno fatte saranno sicuramente ascoltate.
Anche qui devo essere obiettiva: il Comune non è una vacca da mungere all’infinito. Il Comune è il primo a soffrire in seguito all’emergenza, è stato il primo a organizzare i pacchi da distribuire ai bisognosi e si è adoperato per tutti gli abitanti sotto al ponte Morandi che avevano bisogno di una casa.
Però facciamo un accenno al trasporto pubblico: è stato il primo ad avere forti disagi dal punto di vista delle entrate durante l’emergenza coronavirus: non si deve dimenticare che il servizio vive del biglietto pagato. Con la chiusura obbligatoria i biglietti non sono stati consumati. I dipendenti vengono pagati comunque e i mezzi devono essere sottoposti a manutenzione.
Dobbiamo pensare all’economia circolare: dietro a una municipalizzata ci sono tanti lavoratori che devono essere pagati e tanti costi che devono essere affrontati a prescindere dal coronavirus.
Anche Amiu aveva delle sedi sotto al Ponte Morandi ed è stata fortemente danneggiata dal crollo: un’altra nostra municipalizzata ha avuto forti ripercussioni economiche.
Non ci fate assembrare in tre o quattro per strada, ma stiamo in 90 in un autobus. Perché?
È una considerazione anche nostra e con l’assessore Campora, consapevole di queste problematiche, stiamo cercando soluzioni corrette. C’è stata polemica tra lo stesso assessore e alcuni presidi di Genova. Se gli studenti si recano a scuola quasi tutti contemporaneamente questo problema si subisce. Capisco che sia obiettivamente difficile: bisognerebbe riuscire a scaglionare meglio l’entrata degli studenti della scuola e attivare i bus turistici privati, ma su quest’ultima soluzione il Comune non può essere lasciato solo.
Per i grandi è stata proposta la scuola pomeridiana. Per i professori può essere un disagio tornare il pomeriggio a scuola. Quello che ribadisco è che l’amministrazione è molto vicina alle esigenze dei cittadini.

Mai nessuno come questa amministrazione si è calata nelle loro esigenze. Il Sindaco è stato sempre disponibile a incontrare i cittadini con diverse modalità. Abbiamo poi mezzi di comunicazione diretta con il Sindaco come i social. E Bucci è molto attento a questa via di comunicazione.
C’è anche il “Mugugno genovese”, una comunità online dove vengono segnalati i problemi della città, e Sindaco ed Assessori sono disposti ad ascoltare queste lamentele. Ribadisco, bisogna studiare soluzioni per l’intera città e le intere categorie: questo comporta alcune difficoltà.
Quando il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha comunicato di voler controllare gli assembramenti nelle case private attraverso “segnalazioni”, è successo il finimondo. Come si possono segnalare gli illeciti senza cadere nelle “delazioni” che ricordano ben altri tempi?
Il grande senso civico e di responsabilità che ognuno di noi deve avere alla fine ripaga sempre. Da mamma di due ragazzi devo essere la prima a dare l’esempio e in questo periodo dobbiamo limitare i contatti a prescindere dalle pubbliche relazioni.
Bisogna essere i primi a rispettare le regole e invitare i giovani ad avere pazienza e a rispettare questa possibilità di vedersi poco, cercando nuove forme di aggregazione informatica e dare più spazio alla famiglia. Dobbiamo usare le videochiamate ed avere pazienza.
Sicurezza nel centro storico. Abbonda il sistema del “pattuglione”, una squadra di forze dell’ordine che ogni tanto gira per le vie, e l’area è stata divisa in tre zone tra Polizia di Stato, Municipale e Carabinieri. Il problema però non si risolve.
Un’arma decisiva sono le telecamere. Se non si hanno le risorse per i pattuglioni bisogna cercare di assicurare la sicurezza con la videosorveglianza. Penso possa essere una delle poche soluzioni possibili. Se non ci fosse il coronavirus tutti i ristoranti e le altre attività farebbero da presidio nel territorio, ma in questo momento particolare non si può dire “non uscite di casa” e pensare che le attività possano aiutare il Comune di Genova ad essere più sicuro.
Su cosa il Comune deve lavorare con la massima urgenza?
L’urgenza è quella di avere sempre di più una visione complessiva e integrata di tutte le esigenze, in quanto tutti i progetti hanno pari dignità e sono interconnessi tra loro. Le persone ci riferiscono le loro problematiche. Difficile dare un ordine di importanza ai singoli problemi, invece è auspicabile trovare soluzioni complessive che risolvano più esigenze nello stesso tempo.
La manutenzione ordinaria della città: fattore determinante che impatta direttamente sulla vita dei cittadini. La sicurezza: tutti i genovesi hanno diritto di muoversi in una città sicura. Il diritto al lavoro: i giovani hanno sì diritto di andare a lavorare all’estero ma allo stesso tempo devono avere la possibilità di lavorare nella loro città.
Ricordiamo che a Genova ci sono scuole e università di alto livello: con questa offerta perché i giovani devono andare a cercare lavoro in altre città di Italia o all’estero? Gli anziani devono poter contare su strutture dedicate per poter vivere la loro età in tranquillità.
Il turismo: una delle filiere più importanti per lo sviluppo economico e del lavoro, facciamo in modo tale che ristoranti, musei e attività correlate possano essere liberi e agevolati nel loro lavoro.
Un consiglio ai Cinque Stelle
Ai miei colleghi 5 Stelle consiglio di usare dei toni più moderati rispetto agli show mediatici di cui la città non ha bisogno.
Un consiglio a Sansa
Dovrei conoscerlo meglio, e in più non corrisponde al mio modo di fare politica. Più che un consiglio, un suggerimento: “è sempre utile ascoltare tutti”.
Toti?
Presidente, valuta tutte le persone che ti hanno sempre sostenuto e che continuano a sostenerti.