Marco Scajola. Intervista all’assessore all’urbanistica

Abbiamo intervistato Marco Scajola Assessore regionale all’Urbanistica e Pianificazione territoriale. Uno sguardo sulle ultime elezioni, la politica e i traguardi che verranno per Cambiamo e per l’Italia.

Come spiega il successo di Cambiamo! in Liguria e gli ampi consensi che state ricevendo?

E’ stata una campagna elettorale molto competitiva con tanti “uscenti” che cercavano una riconferma. Io ho fatto quello che ho sempre fatto da quando iniziai a fare politica, cose abbastanza semplici. Credo che fare politica sia un impegno molto importante. Se decidi di farlo, lo devi fare a 360°, quindi non esistono sabato e domenica e non esiste tempo libero.

Ti devi dedicare tanto al territorio. Anche una semplice festa di paese può essere un’opportunità di scambiare due parole, non solo nell’ufficialità di un ufficio comunale o regionale, ma anche semplicemente per strada. Ho messo il massimo impegno, una grande presenza sul territorio, e credo che i risultati siano arrivati.

Io rivendico risultati – precisa Marco Scajola – come la legge sulla rigenerazione urbana, che ha dato la possibilità di riqualificare molte situazioni in diverse realtà comunali e tante altre cose. Però penso che soprattutto il rapporto con la gente aiuti.

Cambiamo! è cresciuto perché noi ci siamo presentati più come una definizione civica, con liste molto competitive, anche di amministratori, perché nel mio caso su quattro candidati due erano vicesindaci. Ma allo stesso stesso tempo siamo anche gente giovane e quindi c’è un ottica di rinnovamento.

Certamente molto fa la presenza di Giovanni Toti, che indubbiamente è il trascinatore di una lista molto legata alla sua persona, che ha portato a questo risultato.

Anche se adesso siamo in un periodo in cui dobbiamo stare un po’ distanziati, siamo consapevoli che la persona che andrà a votare, che sia il mese dopo o fra quattro o cinque anni, vuole avere un contatto con la politica.

La politica ha molto deluso e ha dimostrato distanza dalle richieste della gente. Mentre invece l’ascolto deve essere centrale e l’ascolto lo fai anche grazie all’aiuto dei social, che sicuramente aiutano tantissimo, ma è impagabile la presenza personale sul territorio.

Che aria si respira a Imperia?

Imperia è la mia città, anche se l’esperienza in Regione ti fa amare tutto il territorio della Liguria. Sono contento perché Imperia è la città dove ho preso più voti, poco meno di 3.000 preferenze in una città da 40.000 abitanti, è stato un risultato straordinario da parte della mia città.

Avevo un’amministrazione comunale abbastanza organizzata per un altro candidato, e quindi inevitabilmente contro di me. Io ero un po’ quello da battere. Qualche colpo basso è arrivato, ma io sono molto positivo e molto sorridente. Mi so difendere, ci mancherebbe, però ho portato avanti sempre la mia linea, non sono mai caduto in provocazioni, ho sempre cercato di fare la mia strada.

Voglio portare rispetto a chi la pensa in modo diametralmente opposto a me, perché credo che bisogna avere rispetto soprattutto per quelli che non la pensano come te.

Qualche mal di pancia me lo sono fatto, perché credo di essere una persona anche abbastanza sensibile e per certi versi sono un politico “atipico”, perché spesso i politici sono un po’ cinici. Per fortuna certe cose non mi toccano.

E’ stato riconfermato assessore all’Urbanistica. Come potremmo migliorare la gestione delle case popolari?

Fortunatamente molti immobili delle ARTE e di ARTE Genova sono stati venduti e questo ha dato fiato a un’azienda che è sicuramente importante. Noi più che una vera riforma stiamo cercando di potenziare le ARTE perché io ritengo che il Social housing sia assolutamente fondamentale per il territorio.

Le ARTE sono state fantastiche perché hanno dato un contributo molto forte, perché abbiamo aiutato le famiglie in difficoltà, abbiamo dato delle agevolazioni importanti per tanti nostri inquilini. Avere un’unica ARTE secondo me sarebbe sbagliato, perché soprattutto le periferie perderebbero inevitabilmente di attenzione. Sono contento di questa divisione delle varie ARTE e stiamo cercando di potenziarle attraverso risorse, ma anche tramite la possibilità di creare, insieme ai comuni, un legame maggiore con il territorio.

Ci sono molti alloggi vuoti a Genova. Stiamo studiando – possibilità economiche permettendo – per trovare delle zone dove creare alloggi per le famiglie in difficoltà. Sicuramente una cosa che non faremo è creare zone dove si concentrano solo alloggi popolari, secondo la vecchia concezione edilizia-urbanistica di creare zone periferiche, con grandi palazzoni.

La suddivisione di famiglie in varie realtà sta funzionando ad esempio con il discorso di Begato, perché avendo iniziato i lavori di demolizione della diga, abbiamo spostato circa 500 persone e famiglie.

Abbiamo fatto in modo – conclude Marco Scajola – di tenerli vicini ma non tutti in una zona di Genova e abbiamo pensato ad una loro ricollocazione a tempo determinato perché quando Begato sarà riqualificata, potranno tornare nei loro alloggi che saranno meravigliosi.

Di quali altri strumenti potrebbe aver bisogno per poter fare al meglio il suo ruolo?

Purtroppo spesso ci troviamo in difficoltà, ma non è una questione di polemica politica, ma di organizzazione della macchina amministrativa.

Secondo me servirebbe una vera riforma dove si definiscono bene i compiti dell’uno e dell’altro e quello che deve fare uno non fa l’altro e viceversa. Perché purtroppo a volte ci sono delle sovrapposizioni che creano confusione. Io devo ancora combattere molta burocrazia, perché gli assessorati che ho sono molto tecnici, però dobbiamo andare un po’ oltre la burocrazia, perché la burocrazia è un nemico incredibile delle famiglie e delle aziende.

Abbiamo già fatto molte semplificazioni, però non sai mai quelle che puoi fare e quelle che non puoi fare. Se chiedi un parere al Ministero ti rispondono, se ti va bene, dopo un anno.

Io spero che prima o poi ci sia una vera riforma, con un’organizzazione come in Francia, dove funziona abbastanza bene, ma anche in Germania.

In Aula raccontò di difficoltà a interfacciarsi con la giunta Burlando, quando era all’opposizione.

Con il Presidente Burlando avevo momenti in cui interloquivo anche in maniera molto positiva, si riusciva ad avere un dialogo, però spesso con Assessori rischiavi di avere difficoltà.

Capitava a volte – spiega Marco Scajola – che per alcune interrogazioni sulla sanità, le risposte arrivavano dopo 2 anni, se arrivavano. Ho cercato, nei limiti del possibile, con tutti i miei macroscopici difetti, di ragionare. Perché io sono stato anche dall’altra parte, e secondo me quando sei in maggioranza ti devi ricordare di quando sei stato in opposizione, sennò rischi di essere arrogante e questo è una delle cose più brutte che un politico possa essere.

Comunque Burlando era un presidente importante, per confrontarsi con lui dovevi essere preparato sulle cose, quindi è stato per me motivo di crescita. Quando poi sono diventato Assessore ho cercato di non commettere gli errori che alcuni assessori di Burlando avevano fatto.

Parlando di legge Bolkestein, questa legge europea, come sta impattando sull’economia della Liguria?

Stiamo vivendo in una situazione allucinante, perché c’è totale incertezza. Circa 35.000 imprese, rischiano di essere su un territorio che non dovrebbero occupare. Noi abbiamo chiesto e speriamo che avvenga una conferenza unificata con il Ministro Boccia degli Affari Regionali, affinché ci possa dire che cosa il governo ha intenzione di fare.

Perché è vero che c’è una legge regionale, ma ci sono state delle sentenze contro questa legge. Inoltre, tanto per creare confusione su confusione, è arrivata la missiva da parte dell’Unione Europea che ha chiesto al governo italiano di dare spiegazioni e sono curioso di sapere cosa risponderanno.

Io spero che da qui a fine anno, con un atto molto semplice, il Governo prenda una posizione, e io spero che sia una posizione che certifichi la legge 145, ma se non fosse così, che dia qualche rassicurazione perché sento molte imprese che dicono “ma io tra 15 giorni, non esisto più”.

Marco Scajola, immagini di inviare un telegramma al Ministro Boccia

Battete un colpo, dite qualcosa, dite quello che ritenete giusto, ma dite qualcosa. Caro Ministro, sei una persona preparata che non fa mancare la sua disponibilità, e su questo tema, capisco che la materia sia complicata, siamo in zona Cesarini. Non potete non rispondere, non a me, ma a 35mila imprese italiane.

Alice Salvatore

Dopo un'intensa esperienza in politica, metto al servizio del pubblico le competenze maturate per fare vera informazione. Scopriamo insieme che cosa pensano politici e personalità pubbliche. Verba volant, Scripta Manent!

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