Una bella intervista ad Ilaria Dal Zovo sulla situazione politica nazionale e nel Friuli Venezia Giulia nel Movimento 5 Stelle
Ilaria Dal Zovo, capogruppo Movimento 5 Stelle in Friuli Venezia Giulia. Recentemente in consiglio regionale è stata approvata una tua iniziativa: quella relativa al sostegno per bambini e adolescenti in merito agli effetti psicologici della pandemia di Covid-19: a che misure hai pensato in particolare?
Avendo un figlio adolescente in casa ho avuto modo di vedere di persona quanto abbia sofferto lo stato di isolamento, soprattutto quello totale nella sua stanza come previsto dallo stato di quarantena. Questa esperienza rimarrà ricordo indelebile nei ragazzi. Un’esperienza “positiva” perché in grado di stimolare la riflessione nei ragazzi, ma allo stesso tempo causa di un danno importante per la loro psiche perché costretti ad adattarsi e cambiare stile e metodi di vita. Anche la didattica a distanza è stata fonte di malessere per loro.
È da queste considerazioni – spiega Ilaria Dal Zovo – che è nato l’ordine del giorno presentato in consiglio comunale in Regione Friuli Venezia Giulia, pensato per le scuole al fine di integrare la figura di uno psicologo che sia in grado di aiutare a superare i problemi di questa fase ma anche a proporre degli insegnamenti di prevenzione rispetto a questo tema.
Sempre dal Friuli Venezia Giulia arriva la notizia di un attacco sessista violento da parte dell’ex sindaco di Remazzacco contro Giorgia Meloni. Come capogruppo del Movimento 5 Stelle hai preso le difese della Meloni e sei stata una delle poche esponenti politiche non di centrodestra ad essere intervenuta: Come giudichi questa situazione?
La situazione è molto grave. Durante il lockdown le donne hanno pagato un prezzo molto alto in termini di violenza. In questo caso specifico le parole sono state pessime e di cattivo gusto. L’unica cosa da fare è chiedere scusa a Giorgia Meloni alla quale rinnovo la mia solidarietà.
Soprattutto se si è un personaggio politico donna si diventa bersaglio sui social di offese di ogni genere. E ancor peggio è se gli attacchi arrivano da rappresentanti o ex rappresentanti delle istituzioni.
In questo periodo si è in fase di chiusura di bilancio: quale è la situazione attualmente per ciò che riguarda il Friuli Venezia Giulia?
Abbiamo chiuso il bilancio e abbiamo scelto di indebitarci – dice Ilaria Dal Zovo – come Regione di una cifra pari a 350 milioni di euro. Teoricamente non è sbagliato indebitarsi per fare investimenti. Il problema consta nel come è stato deciso di spendere questi soldi. Come Movimento abbiamo contestato che ancora una volta non si sia scelto di portare avanti politiche sostenibili stanziando fondi, coincidenza, a iniziative proposte da esponenti del colore politico della maggioranza per opere solo in alcuni casi necessarie.
Sebbene a parole dalla nostra Regione si cerchi la condivisione con l’opposizione in merito alle decisioni, i nostri emendamenti vengono comunque bocciati.
La propaganda, in questi casi, dovrebbe essere messa da parte dando spazio ad un vero dialogo tra le forze politiche. Per ciò che concerne il Movimento 5 Stelle vi sono delle importanti trasformazioni in atto: cosa pensi di cosa sta accadendo e quale è l’impatto sul Friuli Venezia Giulia?
Abbiamo affrontato già gli stati Regionali con grande partecipazione. Spero che si trovi una soluzione ai momenti di difficoltà che abbiamo avuto e che stiamo ancora attraversando. I territori si sono sentiti abbandonati, è questo il problema principale rilevato. Mi auguro che questo percorso ci porti ad un Movimento 5 Stelle rinnovato che abbia una maggiore attenzione per i territori dando modo agli attivisti di sentirsi inclusi come di dovere.
Per ciò che riguarda i temi ambientali, quali battaglie stai portando avanti in Friuli Venezia Giulia? Rispetto a due anni fa, la presenza di un ministro del Movimento ha portato ad un cambio di passo?
Da quando Costa è diventato ministro non sono mai mancate risposte alle domande poste al ministero e si è avuta una maggiore attenzione alle dinamiche del territorio: c’è un’interlocuzione che prima non c’era anche quando non vi è possibilità di aiuto.
Nel nostro territorio è ancora attiva una centrale elettrica a carbone per la quale è stata richiesta una conversione a gas. Noi abbiamo già dichiarato la nostra contrarietà anche in base ai problemi pregressi legati alla stessa come l’inquinamento atmosferico, l’amianto ed alte criticità che non rendono fattibile una conversione nemmeno in virtù di una successiva conversione a idrogeno.
Un altro tema sul quale spero di riuscire a giungere a una soluzione riguarda lo svuotamento del greggio nelle grotte carsiche del territorio dove sono stati riversati anche altre tipologie di rifiuto. Greggio lasciato lì inutilizzato perché nessuno sembra essere intenzionato a fare qualcosa con il rischio che con il tempo si contaminino le falde acquifere. Vi sono delle associazioni che lavorano per svuotarle ma non è sufficiente.
Dobbiamo inoltre affrontare il fatto che sia stata approvata una deroga per ciò che concerne la distanza dalle case delle discariche di amianto e il problema della caccia, la cui gestione invece di essere affidata al corpo della forestale, attraverso deroghe, rimane tra le mani dei cacciatori stessi. Lo Stato dovrebbe occuparsi del problema.
La maggioranza di Regione, favorevole alla caccia, ha approvato nella norma di bilancio una deroga alle normative per approvare l’abbattimento in condizioni speciali di cinghiali. Bisogna comprendere perché si è arrivati a certi numeri sul territorio se si vuole trovare una soluzione.
Immagina di inviare un telegramma a Fedriglia, presidente del Friuli Venezia Giulia: cosa gli diresti?
Negli ultimi periodi ti abbiamo visto un po’ cambiato, rispetto a come ti ponevi riguardo a questa pandemia. Ora sei un po’ “ondivago”, andando contro le restrizioni in piazza e in aula incitando ad avere più coraggio e supportare maggiori restrizioni.
Ha cambiato il tono però, forse rendendosi conto che anche nella nostra regione la situazione non è ottimale. Gli chiederei di ascoltare e di includere maggiormente le opposizioni.