L’accordo tra Grillo e Conte sul nuovo Statuto è stato annunciato da Crimi in assemblea dei gruppi M5S.
“Il MoVimento si dota di nuovi ed efficaci strumenti proiettando al 2050 i suoi valori identitari e la sua vocazione innovativa. Determinante è stato il contributo scaturito dal lavoro svolto dal comitato dei sette che Grillo e Conte ringraziano.
Da statuto, ora, Giuseppe Conte può fare tutto da solo. Scegliersi i due vicepresidenti che lo affiancheranno nella guida del Movimento 5 stelle. Nominare il consiglio nazionale che poi sarà ratificato da una votazione degli iscritti. Decidere chi sarà il capo della scuola politica. E ancora revocare il tesoriere, decidere le candidature, predisporre le proposte del regolamento. Nonostante questo, però, quando domani vedrà a Roma Beppe Grillo, parlerà con lui anche dei nomi che intende fare. Che saranno probabilmente, ma qui dipende da chi è a scommettere, Chiara Appendino e Vito Crimi, oppure sempre Chiara Appendino e Luigi Di Maio. Con possibili outsider come Stefano Patuanelli e Alfonso Bonafede.
Una mossa distensiva. Un modo per far capire una volta per tutte al Garante, e ai gruppi parlamentari, che il suo tener duro sullo Statuto non derivava dalla volontà di fare qualcosa contro il volere del fondatore, ma dalla necessità di creare un partito che possa funzionare. Senza intoppi e crisi come l’ultima, consumata sulla giustizia.
Beppe Grillo sarà il «custode dei principi fondamentali della linea politica», un ruolo che conferma l’autorità del garante nelle questioni più spinose. Grillo — come in passato, ad esempio per la prorogatio di Vito Crimi — sarà «depositario dell’interpretazione autentica delle norme dello statuto». Il suo parere non sarà sindacabile. Non solo: il garante — come nel vecchio statuto — potrà proporre all’assemblea la sfiducia nei confronti del leader. Un passo, però, che prevede un nuovo contrappeso: qualora la mozione non venga accolta, Grillo non potrà più chiedere un voto di sfiducia per i successivi dodici mesi. Un modo per garantire sia la possibilità di un cambiamento sia la continuità dell’azione. Il garante proporrà anche — come già accade — i nominativi per gli organi di garanzia: il comitato di garanzia e il collegio dei probiviri.
Ed è proprio il comitato di garanzia uno dei «nodi» centrali del Movimento che sarà. I tre componenti attuali — Vito Crimi, Roberta Lombardi e Giancarlo Cancelleri — hanno preso posizione contro Grillo e sono in scadenza a breve. I tre avrebbero deciso di lasciare la carica dopo l’approvazione dello statuto. A quel punto Grillo dovrà indicare — in una rosa di cinque o sei persone — i nuovi «arbitri» delle future contese. A rendere ancora più centrale il ruolo del futuro comitato di garanzia è il fatto che da lì passano i regolamenti per le candidature. E i tre potranno proporre la sfiducia sia del leader sia del garante (ma votando all’unanimità). Le nuove norme prevedono — specie sulla gestione dei fondi M5S — un cambio di rotta: il tesoriere è scelto di comune accordo tra Grillo e Conte. Oggi è il deputato Claudio Cominardi. Chi verrà dopo di lui dovrà muoversi come un funambolo negli equilibri (complicati) del Movimento.