Abbiamo intervistato Giorgio Bertola, originario di Moncalieri, il più grande Comune della cintura torinese; senza mai essere stato tesserato in precedenza per alcun partito politico, Bertola nel 2008 si unisce ai gruppi “Meetup” degli Amici di Beppe Grillo, contribuendo a fondare un gruppo nella sua città.
Da quel momento inizia una fervente attività politica e civica.
Nel 2009 diventa legale rappresentante del Comitato promotore della lista del Movimento 5 Stelle nella campagna elettorale del 2010.
È uno dei promotori in Piemonte del referendum per l’acqua pubblica e aderisce ai gruppi di attivisti “Rifiuti Zero”.
Giorgio Bertola dal maggio 2010 al febbraio 2014 lavora presso il gruppo consiliare nella Regione Piemonte del Movimento 5 Stelle.
Il suo impegno politico gli vale l’elezione a Consigliere Regionale del Piemonte nella tornata del 2014 in quota proporzionale nella Circoscrizione di Torino con 1.762 voti di preferenza.
Recentemente, Giorgio Bertola ha lasciato il Movimento 5 Stelle per iniziare una nuova pagina della sua esperienza politica.
A tal proposito, di seguito le domande che gli abbiamo posto e le sue risposte:
Perché è uscito adesso dal Movimento 5 Stelle?
“Una scelta molto difficile e dolorosa per me perché sono uno dei fondatori in Piemonte, ma erano mesi che c’era del malcontento per ragioni di due tipi: politica perché non condivido la piega del movimento, sono cambiate molte delle regole che erano connesse ai valori del movimento. Ha prevalso il restare a tutti i costi al governo, anche a costo di snaturare il M5S. Inoltre, dopo le regionali del 2019 ho chiesto un chiarimento per alcuni fatti gravi che erano accaduti e per il mancato sostegno nazionale alla mia campagna elettorale da candidato presidente, ma non ho avuto risposte” ha spiegato Giorgio Bertola.
Ci sono molti attivisti ed elettori delusi dal Movimento. Se fossero qui davanti a lei cosa gli direbbe?
“Gli direi che c è spazio per fare dell’ attivismo politico ma che è difficile cambiare il movimento. Non devono però perdere la voglia di impegnarsi in ciò che credono. Io non ho cambiato idea, qualcun altro invece probabilmente sì”.
Pensa di formare un nuovo soggetto politico insieme alla collega Frediani?
“Per ora abbiamo denominato come “Movimento 4 Ottobre” la nostra componente del gruppo misto in Consiglio. Ciò è nato per un fatto tecnico, ma poi siamo stati contattati da parecchie persone che ci hanno dato fiducia per fare politica anche fuori dalle istituzioni. Il riferimento al 4 ottobre è alla data di fondazione del Movimento 5 Stelle, quindi è un segnale, un messaggio recepito da tante persone che ci hanno contattato e da un fatto tecnico è diventato politico” ha spiegato Bertola.
In Piemonte come in tante altre regioni si fa sentire forte il tema della CNAPI e dei depositi nucleari. Qual è la soluzione migliore secondo lei?
“Il deposito nazionale per le scorie radioattive è un’opera utile ed importante. Questo governo ha avuto il coraggio di pubblicare il 5 gennaio 2021 questa carta e ciò è un punto di partenza e non di arrivo, considerando che si attendeva dal 2015. Quindi si sono identificate delle aree potenzialmente idonee che si possono candidare. Oltre al “dove” è necessario che si pensi al “come” si realizzi questo deposito, gestito con la massima trasparenza e realizzato in accordo con le comunità locali” ha risposto Bertola.
Lei è presidente dell’Osservatorio regionale sull’usura: come ha impattato la pandemia su questo fenomeno? Quali misure di contrasto adottare?
“La pandemia ha avuto un forte impatto. Il rischio usura è aumentano di 10 a 1 rispetto a prima. Sentiamo sempre più notizie di questo genere con la criminalità organizzata che tenta di acquisire piccole imprese in difficoltà. La soluzione è la vicinanza delle istituzioni a tutti i livelli, che si concretizza anche in interventi finanziari rapidi a favore del cittadino e alle imprese” ha commentato il Consigliere Regionale del Piemonte.
Esistono soluzioni a breve termine per migliorare la qualità dell’aria nei centri urbani?
“A breve termine no, servono politiche strutturali. Il sistema del “semaforo” adottato dal protocollo del bacino padano per il miglioramento della qualità dell’aria da solo non è sufficiente; occorrono interventi sul miglioramento del trasporto pubblico locale”.
Gli incentivi messi in campo per monopattini e biciclette sono la strada giusta per guidare verso un trasporto sostenibile?
“Non sono l’unica soluzione, ma sicuramente possono aiutare. Occorre intervenire sul trasporto pubblico locale con forti investimenti, per potenziare il servizio su tutto il territorio nazionale e per rinnovare il materiale viaggiante”.
Molti considerano la caccia una misura contenitiva per la fauna selvatica. È efficace? Quali sono gli effetti della caccia sulla popolazione dei cinghiali?
“Caccia e contenimento – ha affermato Bertola – sono due attività completamente diverse. La caccia è fatta dai cacciatori. Il contenimento della fauna che interferisce con le attività umane, come il cinghiale, è una attività di tipo pubblicistico che quindi deve essere portata avanti dalle guardie venatorie e non ha nulla a che vedere con la caccia. Nello specifico – ha continuato il Consigliere Regionale del “Movimento 4 Ottobre” la forte presenza del cinghiale origina dalle immissioni selvagge fatte dai cacciatori, anche di tipologie di cinghiali non autoctoni. Tra l’altro, molte delle attività portate avanti dai cacciatori peggiorano il problema anziché risolverlo”.
Immagini di inviare un telegramma al Presidente della Regione Piemonte Cirio, cosa gli direbbe?
“Gli direi: hai sbagliato quasi tutto. Ho un giudizio fortemente negativo sull’operato della Giunta di centrodestra. Nei primi mesi della legislatura ha mostrato scarsa iniziativa, e in seguito ha gestito malissimo l’emergenza legata al Covid, sotto tutti gli aspetti”.