La decisione del Comune di Genova di rendere i bassi abitabili fa paura ai residenti della Maddalena, i quali non hanno intenzione di rimanere in silenzio: gli abitanti hanno deciso di prepararsi ad una lunga battaglia per la loro sicurezza.
A spaventare in particolare i residenti di questo quartiere dove l’illegalità regna e viene difficilmente vinta, è l’incremento della presenza di prostitute nella zona. “Nessun progetto concreto ci è stato presentato” ha fatto sapere Luca Curtaz, consigliere di opposizione del Municipio Centro Est, ed il timore è quello di una “speculazione immobiliare, che questi spazi vengano occupati da disperati“.
Fino ad ora, ha ricordato, una delle armi a disposizione delle forze dell’ordine per combattere lo sfruttamento delle donne era proprio la non abitabilità dei bassi. “Se questo elemento viene meno” ha evidenziato, “cosa ne sarà del territorio?”.
Dopo la decisione da parte del Consiglio Comunale di Genova di modificare lo scorso 21 luglio il Puc, il piano urbanistico, sono scese in campo anche diverse associazioni, a partire da Legambiente fino ad arrivare a Italia Nostra.
Il pensiero è unanime: non si è interrogato il territorio della Maddalena prima di prendere una decisione che lo riguardava da vicino. I bassi, già ora, sono talvolta occupati dai più disperati: dare il via libera all’abitabilità rischia far aumentare nuovamente l’illegalità in un contesto dove lo spaccio e la prostituzione sono già troppo presenti e la lotta al degrado è una guerra che non finisce mai.
Come ha sottolineato Gianni Pastorino, capogruppo di Linea condivisa in Regione, “sono state ignorate le petizioni, il dissenso delle associazioni” e non è stato preso in considerazione “neppure il parere contrario di sette municipi su nove. Rendere abitabili magazzini e seminterrati non è un’azione di riqualifica” ma uno “sconvolgimento del tessuto economico e sociale“. Con il rischio che la criminalità organizzata compri le strutture e le adegui per i propri bisogni, ha concluso.