Fatturazione elettronica, tanta confusione e disservizi

Primi giorni per la fattura elettronica entrata in vigore all’inizio di gennaio, con l’obiettivo di impedire le false fatturazioni e recuperare gettito sottratto alle casse del Fisco. L’Agenzia delle Entrate ha comunicato i primi numeri: sono 2,8 milioni le e-fatture emesse nei primi quattro giorni da parte di oltre 120 mila operatori.

Una media di 700 mila al giorno. Con una percentuale di errore pari al 6%, scarti dovuti nella maggior parte dei casi — spiega l’Agenzia — a errori sostanziali, quelli cioè che avrebbero reso non valida la fattura anche su qualsiasi altro supporto. Tuttavia per il Codacons è «caos fiscale generato dalle nuove norme e in particolare dall’introduzione della fatturazione elettronica».

Intanto, sui social network  non sono mancate segnalazioni di qualche problema, con tanto di screenshot su varie indisponibilità del portale «Fatture e corrispettivi». All’amministrazione finanziaria non risultano, però, criticità nonostante appunto il milione e mezzo di e-fatture già transitate da inizio anno.

La fattura elettronica suscita ancora molti dubbi tra i consumatori. Cosa cambia per i cittadini senza partita Iva? È possibile inviare una fattura direttamente all’indirizzo Pec fornito dal cliente? Chi è esonerato dall’emissione della fattura elettronica? Sono alcune delle domande più frequentemente rivolte all’Agenzia delle Entrate da parte di operatori e cittadini. Le risposte sono raccolte all’interno di un’apposita sezione dell’area tematica sulla fatturazione elettronica del sito dell’Agenzia.

Che cosa cambia con la fatturazione elettronica – Per il cittadino nulla cambia con l’entrata in vigore della fatturazione elettronica. L’operatore Iva, quando gli viene richiesta la fattura, è obbligato ad emettere la fattura elettronica anche nei rapporti con i privati consumatori finali (B2C), ma questi ultimi ricevono una copia in formato cartaceo e non hanno quindi bisogno di dotarsi di una Pec. Nulla cambia anche per i contribuenti che rientrano nel regime forfettario o nel regime di vantaggio, per i “piccoli produttori agricoli” e per le associazioni sportive dilettantistiche, che sono esonerati per legge dall’emissione delle fatture. Rimangono inoltre fuori, per il 2019, le fatture per le quali è obbligatorio l’invio dei dati al sistema Tessera sanitaria.

E-fattura e ”postino elettronico” – Ma cos’è la fattura elettronica? La fattura elettronica si differenzia da una fattura cartacea perché va necessariamente redatta utilizzando un pc, un tablet o uno smartphone e deve essere trasmessa elettronicamente al cliente tramite il Sistema di interscambio (Sdi). Quest’ultimo è una sorta di “postino” che verifica se la fattura contiene i dati obbligatori ai fini fiscali e l’indirizzo telematico (un codice destinatario o un indirizzo Pec) al quale il cliente desidera che venga recapitata la fattura e controlla che la partita Iva del fornitore e la partita Iva o il codice fiscale del cliente siano esistenti. In caso di esito positivo, il Sistema di interscambio consegna la fattura al destinatario.

Qr-Code e servizi dell’Agenzia – Per agevolare la predisposizione e l’invio delle fatture elettroniche tramite Sdi, l’Agenzia rende disponibile ai contribuenti titolari di partita Iva il servizio di generazione del Qr Code: un codice a barre bidimensionale da mostrare al fornitore tramite smartphone, tablet o su carta. Grazie al codice Qr, il fornitore, al momento della predisposizione della fattura, può acquisire in automatico i dati del cliente in modo veloce e senza il rischio di commettere errori. Creare il proprio Qr Code è semplice: basta accedere al portale “Fatture e corrispettivi” o collegarsi al proprio cassetto fiscale. Fra i servizi di cui si è arricchita recentemente la piattaforma “Fatture e corrispettivi”, spicca la nuova funzione di verifica anagrafica massiva di codici fiscali o partite Iva. Altro strumento di grande utilità per gli operatori e anche per i loro intermediari è quello che permette il download massivo dei file delle fatture elettroniche emesse, ricevute o messe a disposizione.

Lungaggini presso i benzinai
Qui il nuovo adempimento si combina al pensionamento definitivo della scheda carburante. «Per noi il problema – spiega il presidente di Faib, Martino Landi – è rappresentato da quei casi nei quali i clienti con partita Iva devono comunicare i loro dati per intero, costringendo i gestori all’inserimento manuale. Per adesso c’è solo qualche piccolo intoppo che, però, alla piena ripresa delle attività potrebbe assumere proporzioni più rilevanti».

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