Covid. Le reazioni politiche alle ordinanze di Governo e comuni

La situazione in Liguria continua a preoccupare. Il Covid 19 non smette di mietere vittime e continua a stringere la sua morsa su ospedali e pronto soccorso. Diverse le reazioni politiche rispetto la situazione, la sinistra in Regione accusa Toti e fa proposte. Bucci tende al lockdown cittadino e viene combattuto dalla sinistra, che peraltro al governo tende pure lei al lockdown.

Ferruccio Sansa – “Da mesi ormai diciamo che sottovalutare, o perfino negare, l’emergenza covid non favoriva l’economia ma, anzi, portava dritto al lockdown – afferma – Lo abbiamo detto quando chi guida gli enti locali ha respinto limiti nel trasporto pubblico, nei locali, nei luoghi di culto. Il risultato di questa politica lo vediamo da tempo: la Liguria da mesi è ai vertici in Italia per contagi”. Sansa aggiune: “Nonostante l’altissima diffusione del Covid si continua con la politica dello struzzo. Pochi tamponi: ieri sono stati 2.519, cioè appena 162 ogni 100mila abitanti. Sotto la media nazionale. Come dire, occhio non vede cuore non duole. Noi da mesi denunciavamo il disastro cui portava questa scelta. Chiedevamo in tutti i modi che si facesse il tracciamento dei malati perché avrebbe circoscritto per tempo l’epidemia evitando danni anche all’economia. Ora forse è tardi per cambiare politica. Queste scelte rischiano di averci messo con le spalle al muro. Di aver creato un’alternativa che dovevamo evitare: salute o lavoro. Coprifuoco per contenere il contagio. Si poteva evitare agendo per tempo”.

Stefano Giordano, consigliere comunale del M5s.

“Bucci deve rispondere alle nostre domande e per questo è pronta un’interrogazione a risposta scritta. Chissà, magari questa volta farà luce su: l’andamento della diffusione del virus a Genova; le possibili conseguenze del Salone Nautico, in seguito al quale abbiamo notato un aumento del contagio fino a una loro quintuplicazione; le squadre Gsat; il quadro dei Pronto soccorsi; il perché della mancata azione preventiva dal punto di vista della seconda ondata, che si sapeva sarebbe arrivata; il numero verde in Asl3 che non risponde alle chiamate dei cittadini”, dichiara il consigliere comunale.

“Grave che ancora una volta il sindaco non abbia fatto completa chiarezza sulla domanda di questi giorni: quando gli è stato chiesto se è vero che ha avuto contatti con persone a lui vicine risultate positive al Covid, Bucci ha dichiarato di essere risultato negativo. E allora qui scattano altre domande: ha fatto il tampone? Tutti sanno che si deve fare in caso di sintomatologia riconducibile al virus o se si è venuti a contatto con persone risultate positive. E poi, perché l’ha fatto subito? In merito, ha risposto di avere un percorso sanitario privilegiato”, continua Stefano Giordano.

“E perché? La Costituzione dice che il diritto alla salute è sancito per tutti i cittadini: vorrei capire qual è la differenza tra un cittadino, che si trova al Pronto soccorso e attende 2 ore parcheggiato fuori in attesa di triage, e il sindaco, che dichiara di essere controllato tutti i giorni e di essere dunque tranquillo. Grave poi che abbia dichiarato di non fare la quarantena perché è cosa che non gli spetta: di grazia, quale norma esenta un sindaco dalla quarantena anche in caso di contatto come quello ormai noto?”

Marco Bucci, sindaco di Genova –

Foto da profilo Facebook Marco Bucci

“Sono stato in piazza De Ferrari a parlare con i cittadini radunati per protestare contro le misure adottate dal Governo per contrastare il Covid-19.

Ho ascoltato e cercato di dare risposte a commercianti, ristoratori, lavoratori di palestre e centri sportivi per quanto possa essere di mia competenza. L’amministrazione comunale è e sarà sempre pronta al confronto e aperta a raccogliere richieste, critiche e lamentele di ogni tipo.

Continuiamo a parlare con Anci e con il Governo affinché possano essere riviste alcune limitazioni previste dal Dpcm come la chiusura alle 18 di bar e ristoranti.

Chiedo a tutti di cercare di mantenere la calma e comprendere il momento critico che stiamo attraversando avendo la propria salute e il rispetto della salute altrui come primo obiettivo.”

Giovanni Toti – Governatore regione Liguria –

Foto profilo Giovanni Toti Facebook

Ho ascoltato le legittime preoccupazioni delle categorie economiche più colpite dalle nuove misure imposte dal Governo per contenere la diffusione del virus, e ho incontrato i loro rappresentati in Regione. La mia porta sarà sempre aperta per incontrare cittadini, ristoratori, gestori dei locali, di piscine, palestre, agenti di viaggio, commercianti e tutte le attività in difficoltà, ma è necessario fare chiarezza sui compiti e sui limiti delle Regioni, che si sono ritrovate a esaminare i contenuti del nuovo Dpcm a cose già fatte e che proprio per limitare i danni alle categorie avevano avanzato numerose proposte che purtroppo sono rimaste inascoltate. Invece di imporre chiusure dal sapore punitivo che di fatto penalizzano sempre i soliti lavoratori, ecco cosa potrebbe fare il Governo per aiutare concretamente il Paese a superare una delle emergenze più difficili che si sia mai trovato a gestire.
🔹Assumere a tempo indeterminato il personale dell’emergenza
🔹Assumere nel sistema ospedaliero medici non specializzati
🔹Assumere infermieri anche se non hanno ancora completato il corso di studi con iscrizione all’Ordine
🔹Dare la possibilità di trasferire agli operatori sanitari le funzioni più semplici della professione infermieristica
🔹Cancellare i concorsi e permettere le assunzioni dirette per tutti i ruoli
🔹Dichiarare i tamponi rapidi strumento di diagnosi al pari di quelli molecolari
🔹Semplificare la notifica di quarantena per permettere agli Uffici di Prevenzione di usare per la gestione anche personale non altamente specializzato.

Le Regioni su tutto questo non hanno purtroppo alcun potere. Non solo, il Commissario di Governo Domenico Arcuri ha firmato le deleghe per autorizzare la Regioni ad agire sul potenziamento della rete ospedaliera, come previsto dai piani imposti dal Governo e già predisposti da Regione Liguria durante l’estate, solo la prima settimana di ottobre, quando l’emergenza Covid e l’aumento esponenziale dei contagi erano già ripartiti.
Questo giusto per rinfrescare la memoria a qualche scienziato o politico che, frequentando troppe poltrone e pochi ospedali, forse ha perso di vista le priorità del Paese.

Giorgio Muscas

Esperto in criptovalute mi dedico all'economia e alla politica. Il giornalismo è la mia vera passione

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