Costa Concordia. La storia del naufragio

La nave da crociera Costa Concordia affondò dopo aver colpito la scogliera presso l’isola del Giglio, in Toscana, il 13 Gennaio 2012; nell’incidente persero la vita 32 persone.

La nave, con a bordo 4252 passeggeri, stava percorrendo la prima tappa della crociera sul Mediterraneo, iniziata da Civitavecchia, nel Lazio. La nave deviò dalla rotta verso l’isola del Giglio, arrivando vicino alle sue coste: qui impattò con la scogliera sottomarina.

L’impatto stesso venne udito dai passeggeri a bordo e causò un temporaneo blackout, perché l’acqua cominciò a raggiungere la sala macchine. Il capitano, Francesco Schettino, ordinò l’evacuazione dopo un’ora, durante la quale la nave cominciò a girarsi su se stessa, inabissandosi. Nel frattempo, le autorità marine a terra vennero avvisate e cominciarono ad inviare i soccorsi. Durante l’evacuazione, durata sei ore, la maggior parte dei passeggeri venne portata in salvo a terra. La ricerca dei dispersi continuò per molti mesi, ma vennero trovati solo due corpi.

La nave venne raddrizzata il 17 Settembre 2013 e il 24 Ottobre 2013 venne dichiarato che il DNA esaminato di uno dei due corpi apparteneva a Maria Grazia Trecarichi.

La Concordia, parte della flotta di Costa Crociere, è una delle più grandi navi lasciate in mare dopo un disastro; tutti i principali media parlarono a lungo del relitto presso l’isola del Giglio. Il capitano Schettino venne arrestato con l’accusa di omicidio colposo e disastro navale, il mancato soccorso a 300 passeggeri e l’abbandono precoce della nave. Venne poi anche accusato di non essere stato in grado di dare spiegazione alle autorità marine sul disastro provocato e di aver abbandonato i passeggeri. La società Costa offrì un risarcimento ai passeggeri (fino a un limite di 11.000€) per ripagare i danni, incluso il valore della crociera. Un terzo dei passeggeri accettò. Inizialmente Costa si offrì di pagare anche i costi legali per il processo a Schettino, ma poco dopo cambiò idea.

Ci furono anche altre paure, soprattutto sulle conseguenze ambientali, perché parte della nave affondata rischiava di precipitare ancora più a fondo nelle acque del mare, con un rischio di inquinamento che avrebbe devastato l’ambiente e il turismo locale. Non ci fu però una perdita di carburante: esso fu estratto totalmente il 24 Marzo 2012. La Costa Concordia venne considerata una totale perdita costruttiva dalla compagnia di assicurazione e l’eventuale salvataggio sarebbe stato tra i più grandiosi nella storia.

Il 16 Settembre 2013 iniziò il difficile compito di recuperare la nave. L’operazione cominciò con qualche giorno di ritardo a causa delle cattive condizioni del mare e del tempo; alle prime luci dell’alba del 17 Settembre 2013 la nave recuperò la sua posizione dritta sul livello del mare, grazie ad un sistema di sostegni sottomarini.

Nel Luglio 2014 la nave venne rimessa a galla da speciali cassoni metallici attaccati ai lati e venne trainata fino al porto di Genova (320 chilometri). Qui la nave verrà smantellata e i materiali riciclati.

Nel Febbraio del 2015, dopo un processo di 8 mesi, il capitano Schettino viene giudicato colpevole di omicidio colposo sui 32 passeggeri dal giudice Giovanni Puliatti e condannato a 16 anni di prigione. La pubblica accusa aveva chiesto 26 anni, ma la corte ha dato a Schettino 10 anni per omicidio plurimo, 5 anni per aver causato il disastro navale, 1 anno per l’abbandono dei passeggeri e 1 mese per aver dato false informazioni alle autorità portuali. Ci si aspetta che ricorra in appello (il secondo grado di giudizio). Rimarrà comunque libero durante il processo, in quanto la corte ha stabilito che non ci sono prove evidenti di una possibile fuga.

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