“Se i casi di coronavirus aumentano in questo modo, l’area di New York sarà colpita da un’epidemia peggiore di quelle che si sono verificate a Wuhan, in Cina, o nella regione italiana della Lombardia”. Si apre così un articolo del New York Times relativo all’emergenza coronavirus nell’area metropolitana di New York.
“Ovviamente non è garantito che il trend proseguirà in questo modo. Ciò che è successo finora non può essere utilizzato per prevedere cosa accadrà. E’ possibile che il distanziamento sociale preso rallenti o fermi l’aumento dei casi. Ma quello che si può dire è che l’area metropolitana di New York ha avuto meno successo nel contenimento della curva, a questo punto dell’epidemia, rispetto a quanto fatto da Wuhan e dalla Lombardia nello stesso punto delle rispettive epidemie. E altre aree metropolitane americane sembrano sulla stessa strada”.
Il quotidiano propone una serie di tabelle. In una, con dati aggiornati al 26 marzo, si evidenzia che a Wuhan, su una popolazione di 11,1 milioni di abitanti, sono stati registrati 50821 casi (4,59 ogni 1000 abitanti). In Lombardia, 10 milioni di abitanti, i casi sono stati 34889 (3,48 per mille). A New York, che conta 20 milioni di abitanti, i casi sono stati 43016 (2,15 per mille). I numeri vanno posti in relazione a diversi parametri, compreso il periodo in cui è iniziata l’epidemia locale. Anche per questo, scrive il NYT, “la situazione a New York non appare promettente. Il tasso di crescita dei casi è nettamente superiore rispetto a quanto avveniva a Wuhan o in Lombardia quando” la città cinese e la regione italiana “hanno raggiunto un numero di casi simile” a quello registrato solo ora nell’area della Grande Mela.