Per il ministro della Difesa Lorenzo Guerini il governo Draghi «sta lavorando a sostegno dell’Ucraina secondo le indicazioni che sono state date dal Parlamento», con una risoluzione sulle armi da mandare a Kiev che è stata votata «a larghissima maggioranza, quasi all’unanimità».
Con il voto alla risoluzione, il Parlamento ha dato mandato al governo di «sostenere, tramite l’invio di materiale militare, la resistenza ucraina con sistemi d’arma difensivi». «È quello che stiamo facendo con gli invii che abbiamo fatto finora – ha detto il ministro -, insieme agli altri Paesi europei e insieme ai Paesi alleati. E sulla base, appunto, del mandato che abbiamo ricevuto da Parlamento».
Le sue dichiarazioni non sono casuali, ma arrivano a seguito delle polemiche scatenatesi nelle ultime ore a seguito di alcune sue affermazioni.
Guerini aveva ribadito il sostegno italiano alla resistenza ucraina davanti alle commissioni riunite Difesa e Esteri di Camera e Senato, dicendo: «L’impegno italiano continuerà a supportare l’Ucraina nella sua difesa dall’aggressione russa anche con dispositivi in grado di neutralizzare le postazioni dalle quali la Russia bombarda indiscriminatamente le città e la popolazione civile».
Subito dopo la precisazione del ministero: «Si riferisce a munizionamenti a cortissimo raggio funzionali al solo scopo difensivo e per proteggere città e cittadini».