Stefano Balleari, Fratelli d’Italia, racconta come Genova stia investendo per il prolungamento della Metro, per i nuovi Filobus e per ottimizzare le piste ciclabili.
Che novità ci sono sul tema del prolungamento della metro da Brignole a Piazza Martinez?
E’ un progetto che avevo curato quando ero assessore alla mobilità, un progetto molto importante: abbiamo avuto occasione di capire quanto fosse utile per la nostra città, soprattutto quando è crollato il ponte Morandi. In quella situazione è stato l’unico collegamento che avevamo con la Valpolcevera, perché le strade erano interrotte.
Nel frattempo ero diventato assessore alla mobilità del comune di Genova, già nel uglio del 2017, e mi sono attivato per capire come ottenere dei finanziamenti. Tanto è vero che nel gennaio del 2018 abbiamo ottenuto un finanziamento da parte del Ministero, più di 150 milioni di euro, proprio per il prolungamento della metropolitana da entrambi i lati: uno che da Brin, dove c’è il capolinea attuale, va avanti verso Rivarolo, e poi il prolungamento da Brignole a Martinez.
Questo sarebbe ottimo per il quartiere di San Fruttuoso, che è molto popoloso e che necessita di un servizio di tipo diverso. Aldilà di lentezze di tipo burocratico, la cosa importante è che si sia ottenuto questa finanziamento e che sia partito questo percorso, del quale sono particolarmente orgoglioso.
Alla fine del 2018 sono stati poi confermati altri fondi, per un importo di più di 500 milioni, non solo sulla metropolitana ma anche sul trasporto pubblico, perché con queste importanti operazioni si avrà un cambiamento radicale della mobilità dalla nostra città. Le linee di autobus poi non saranno più autobus, ma saranno filobus in un’ottica di sostenibilità.
C’è stata una diatriba fra sostenitori del tram piuttosto che del filobus
Certo. Ma la nostra città è estremamente complessa dal punto di vista della geografia, le strade sono molto strette, una parte è stata costruita, negli ultimi 30-40 anni, in maniera veramente assurda e pertanto creare una tramvia porterebbe dei grossi problemi, in quanto la tramvia procede molto lentamente, è particolarmente invasiva e diventa un lavoro veramente incredibile.
Si sarebbero ottenuti dei risultati, ma con dei costi veramente elevatissimi in un arco temporale eccessivamente lungo, mentre con i filobus si ottengono dei risultati molto più velocemente e mantenendo il servizio di trasporto pubblico senza essere troppo invasivo.
Vogliamo indicare una data per la consegna della nuova metro?
Ci sono stati degli avvicendamenti, io poi sono passato ad altri assessorati e pertanto non ho le date aggiornate. Ma io ritengo che l’anno prossimo inizieranno i lavori di prolungamento della metropolitana, su questo ho la certezza, e credo che sempre durante l’anno prossimo potranno iniziare anche i lavori di revisione dell’intera linea filoviaria.
A che punto è il progetto del Waterfront di Levante?
Credo che anche lì si stia procedendo: c’è stato qualche problema sull’aggiudicazione della gara, ma credo che quello sarà un cambiamento radicale per la faccia della nostra città, perché stiamo parlando di una zona centralissima, comoda sia per il traffico tramviario che per quello ferroviario e automobilistico.
E’ un’occasione imperdibile per rendere la nostra città anche più attrattiva, non soltanto per i cittadini, che potranno godersi una determinata zona che al momento attuale è un po’ preclusa, ma anche per il flusso turistico.
Abbiamo la fortuna di avere l’assessore Berrino che si occupa di trasporto pubblico in Regione e anche di turismo, congiuntamente agli assessori che si occupano della stessa materia.
Sul waterfront di Levante, non c’era il problema della convivenza tra le zone turistiche e quelle industriali?
Diciamo che sulla parte del waterfront di Levante, ovvero dell’area fiera, questo problema non sussiste, perché si tratta di aree leggermente spostate.
Poi io capisco determinate esigenze: quando i cittadini di Carignano – continua Stefano Balleari – dicono che bisognerebbe spostare determinati tipi di produzione, possono avere anche delle giuste ragioni.
Però posso anche dire che abbiamo un buon clima, pertanto una buona ventilazione, che rende questi impianti meno invasivi, ma soprattutto non possiamo perdere del lavoro.
Purtroppo nel corso di questi ultimi decenni Genova ha perso un sacco di posti di lavoro perché c’è stata una modifica della struttura lavorativa. Siamo passati dall’essere una città di industria pesante a quella che io chiamo industria “pensante” ovvero integrata sul territorio.
Però su determinati ambiti non possiamo transigere: ad esempio, il porto è la nostra città e la città è il porto. Questi devono continuare a convivere in una maniera assolutamente legata, perché è l’industria più importante che abbiamo con tutto ciò che è connesso e annesso.
Bisogna cercare di contemperare le esigenze, ovviamente in un’ottica di sostenibilità ambientale e acustica, ma dobbiamo pensare anche all’economia. In altre parole, ragionare come il buon padre di famiglia che deve mettere insieme il pranzo con la cena.
Gli automobilisti maledicono spesso la nuova pista ciclabile in Corso Italia che spesso ingorga il traffico. E’ stato un errore farla in questo modo o sono i cittadini che devono abituarsi?
Personalmente quando ero assessore alla mobilità, avevo fatto fare dei progetti per una pista ciclabile meno invasiva e il mio progetto prevedeva la realizzazione sul marciapiede, nella parte dedicata alle fioriere per intenderci.
Sicuramente era un intervento molto più costoso, sul quale bisognava interagire con la sovrintendenza per salvaguardare il tracciato della passeggiata. Era una idea – spiega Stefano Balleari – più complessa e soprattutto non era realizzabile nei tempi che voleva il Sindaco.
Comunque il lockdown ci sta insegnando a mutare i nostri comportamenti. Diciamo che dobbiamo sviluppare un modo di vivere la città diverso rispetto agli anni scorsi. Anche qui bisogna trovare una quadra con le esigenze degli automobilisti ai quali io ricordo comunque che Corso Italia non è una strada di percorrenza, non è una strada che si debba fare per attraversare la città da Ponente a Levante. In quel caso esistono strade leggermente al di sopra di Corso Italia ma che potrebbero essere utilizzate in tal senso.
Io come scooterista non amo in modo particolare questa pista ciclabile, però se faccio un ragionamento in prospettiva su quella che vorrei diventasse la mia città, qualche piccolo sacrificio lo posso fare.
Secondo me su questa pista ciclabile si possono fare degli interventi per renderla meno impattante e dall’altro lato gli automobilisti devono cercare di avere una visione diversa dalla nostra città.
Saltiamo un attimo alla sanità. Abbiamo riempito la città di cartelli dedicati a medici, infermieri e operatori sanitari con la scritta “Grazie”. Ma giusto qualche giorno fa vi erano nuovi scioperi della categoria, dove si chiedevano posti di lavoro più sicuri e migliori retribuzioni.
Intanto il “Grazie!” a tutto il comparto sanitario lo ribadisco, in quanto hanno affrontato qualcosa alla quale ovviamente non eravamo preparati. Ci sono alcune cose che vanno modificate, ma non a livello comunale nè a livello regionale, ma a livello nazionale.
Parlo della stabilizzazione di alcune persone assunte: qui deve essere il Governo a dare delle direttive alle regioni e ai comuni, per poter derogare delle determinate leggi che li tengono un pochino imbavagliati. Bisognerebbe fare tante modifiche e ripeto, sono modifiche soprattutto a livello di Governo.
Facendo un esempio pratico: per soddisfare la “fame” di infermieri dovuta al Covid sono stati fatti dei grandi concorsi, tutti quelli che lavoravano nelle strutture private hanno partecipato e hanno abbandonato il luogo dove lavoravano e sono andati nelle strutture pubbliche, lasciando però un vuoto all’interno della RSA. RSA che adesso hanno difficoltà a reperire il personale.
Abbiamo dovuto fare delle deroghe – spiega Stefano Balleari – per poter assumere infermieri che avevano terminato il corso di laurea, mancava solo la certificazione, ovvero l’esame di laurea stessa, che non potevano accedere ai concorsi perché non avevano i requisiti, pur avendo superato completamente un corso di studi e aspettando soltanto il voto. Noi abbiamo dato la possibilità di farli assumere per poter offrire questo tipo di servizio.
Purtroppo – conclude Stefano Balleari – ci siamo ritrovati in una situazione assurda: se a gennaio mi avessero detto che per uscire di casa avrei dovuto indossare la mascherina avrei pensato che fossero pazzi.
Fratelli d’Italia è sceso in piazza con delle proposte: unificare gli anni fiscali del 2019 e del 2020, spostare ogni scadenza fiscale e compensare gli utili del 2019 con le perdite del 2020. Come sta andando?
Il nostro partito, pur essendo all’opposizione, ha sempre cercato un dialogo con il Governo. Un conto è dire “No”, un conto è dire: “No, io farei così…”, questo è quello che ha sempre fatto il nostro partito in primis Giorgia Meloni.
Ad esempio quando si diceva di fare il blocco navale per l’arrivo in massa degli immigrati, la proposta era stata completamente bocciata, poi dopo mesi è stato detto: “Si, forse sarebbe il caso”.
Questo governo mi sembra che vada un pochino a tentoni. Mi sembra che qua stiamo andando decisamente a tentoni, perché da un giorno all’altro facciamo un DPCM diverso.
E soprattutto facciamo dei DPCM: quello che gradirei, essendo – spiega Stefano Balleari – la nostra una repubblica democratica con una Costituzione vigente, è avere un dialogo. Ci sono delle aule dove si può discutere, dove ognuno può dare il suo apporto. Questa mattina ho fatto un comunicato stampa per un ordine del giorno che ho presentato ma che non è stato discusso.
E invece servirebbe ascoltare: nel DPCM, sono stati inseriti soltanto 40 codici Ateco sui 76 di tutto il settore degli agenti di commercio. Questo significa che il 50% ha diritto al rimborso per il ristoro e l’altro 50% no. Su questo dovrebbero ascoltare di più.