Rissa alla Camera sulla manovra. Servono i commessi per non far venire alle mani deputati di opposizione e maggioranza. Una copia del testo vola sul banco del governo e colpisce il sottosegretario Garavaglia. Arrivata in extremis la richiesta di fiducia, domani il voto. Ma il via libera finale è previsto ora per domenica mattina. Duro scontro tra le opposizioni e il presidente Fico sui tempi minimi dell’esame. ‘Non posso mandare la legge al Colle il primo gennaio’.
“Da oggi il presidente Fico ha smesso di essere super partes. Lo considero il peggiore presidente della storia repubblicana. Ha avuto una gestione assolutamente inadeguata ed ha dimenticato che lui deve essere una figura di garanzia”, dice nell’Aula della Camera Alessia Morani del Pd. Poco prima il capogruppo Dem Graziano Delrio aveva letto uno stralcio del discorso di insediamento di Fico in cui stigmatizzava il ricorso alla fiducia e prometteva un impegno per la centralità del Parlamento.
Il Pd deposita il ricorso alla Consulta, sollevando conflitto di attribuzioni con il governo.
Fiano: mi scuso
Durante la protesta delle opposizioni alla Camera, nel corso della discussione sulla manovra in Aula, il deputato del Pd Emanuele Fiano ha lanciato tra i banchi il testo della legge, colpendo il sottosegretario Massimo Garavaglia. “Mi scuso – ha detto Fiano prendendo la parola – perché mi hanno riferito che lanciando il testo della manovra ho colpito il sottosegretario. Non si deve mai fare una cosa del genere”, ha aggiunto tra le lamentele, composte, degli altri deputati.
“Gli eventi che hanno caratterizzato la non discussione di nessun emendamento della manovra non sono normali”, è il lamento di Fiano, intervenuto alla Camera, in apertura della discussione generale sulla manovra. Il deputato dem spiega che “dopo che nessun senatore ha potuto farlo, nessun deputato della Repubblica ha potuto discutere nessun emendamento della legge di Bilancio. Nella storia della repubblica italiana questa doppia non lettura non era mai avvenuta ed è in aperta contravvenzione con il dettato costituzionale”.