E’ partito il cashback proposto dal governo ed ha già riscosso un enorme successo. Con un’adesione massiccia che ha superato la quota di 32 milioni di italiani iscritti e con quasi 5 milioni di carte attivate dall’applicazione IO. Un boom forse inaspettato che ha creato dei problemi al sistema. Appena partito è andato in tilt, gli utenti si sono lamentati, ma l’iniziativa non si è fermata.
l meccanismo del cashback è pensato per incentivare gli acquisti quotidiani, inclusi anche i micropagamenti, e ridurre in tutti i campi l’utilizzo del contante. Uno strumento per la lotta all’evasione fiscale.
Che cosa è il cashback
Il cashback di Stato, proposto dal governo italiano, è un bonus, un meccanismo di rimborso sulle spese che si effettuano con sistemi di pagamento tracciabili. Il denaro reso è pari al 10% della spesa fatta con moneta elettronica e nei negozi fisici. Con un rimborso di massimo 150 euro totali se si effettuano, entro il 31 dicembre, almeno 10 transizioni.
Sono inoltre previsti dei premi speciali una tantum per i 100 mila che utilizzeranno di più la carta, non ha importanza per quali importi, vanno bene anche quelli piccolissimi.
Si può disdire Cashback in qualsiasi momento, ma in questo caso, si perdono tutti i punti accumulati.
Come funziona il cashback
Per prima cosa l’utente deve scaricare l’app IO dedicata ai servizi pubblici e ai pagamenti PagoPA digitali, disponibile sia per Android che per iOS/iPdOS. In futuro, inoltre, il sistema dovrebbe essere aperto anche alle app di operatori che forniscono gli strumenti di pagamento. Le indicazioni per l’attivazione sono intuitive.
Ad ogni transazione, i dati, come la data e l’importo, vengono trasmessi da PagoPA (l’ente che gestisce la transazione) al sistema di cashback.
Sono valide le transazioni con carta di credito, bancomat, carta di debito, carte conto, wallet digitali, app di pagamento (Apple Pay, Samsung Pay, Google Pay) e anche con i bonifici bancari.
Il bonus cashback di Stato è disponibile su qualunque categoria merceologica: elettronica, cibo e bevande, abbigliamento, viaggi, medicinali, noleggi, giornali e altro.
Però il rimborso si applica solo su quei pagamenti che avvengono nei negozi fisici. Sono quindi escluse le transazioni e-commerce (quindi gli acquisti su Amazon o Airbnb, per fare degli esempi).
Al raggiungimento degli obiettivi, l’accredito di denaro avverrà in automatico all’IBAN o al conto corrente indicati nella registrazione all’app IO PagoPA. Entro i limiti di tempo previsti.
La gestione dell’erogazione dei soldi è in mano a Consap, una società del Mef.
Le tempistiche e i rimborsi
Il sistema del cashback è iniziato l’8 dicembre e termina il 31 dicembre, per questa prima parte di prova. Mentre da gennaio sono previsti due rimborsi ogni sei mesi, sempre per un importo massimo di 150 euro. Sono invece due i supercashback da 1.500 euro per chi effettuerà più transizioni. Per partecipare a questo premio il numero minimo è di 50 in sei mesi.
Hanno diritto a ricevere il rimborso di denaro statale tutti i cittadini italiani con almeno 18 anni di età che riescono a raggiunger la soglia minima di pagamenti digitali prevista.
Il bonus del ritorno di denaro è personale: quindi ogni membro di un nucleo familiare può ottenere il proprio rimborso. Una famiglia di quattro persone, per esempio, può ricevere fino a 600 euro ogni sei mesi.
Cashback: un debutto con disservizi
Il successo di partecipazione a cashback è stato immediato ma ha creato dei problemi al sistema.
L’avvio di questa prima parte del piano risente di pesanti rallentamenti dell’app IO, proprio a causa del gran numero di accessi avvenuti per registrare le carte. Ci sono stati dei picchi di quasi 8 mila operazioni al secondo. Un problema che ha portato al blocco dell’app e al non riconoscere bancomat o carte di credito già inserite. Anche dopo il terzo giorno d’avvio del sistema.
Da Palazzo Chigi fanno sapere che “persistono alcuni rallentamenti limitati al caricamento di carte di credito su circuiti internazionali. Ciò dipende da problemi sull’infrastruttura di Sia S.p.A. che gestisce l’autorizzazione di queste carte. E che sta lavorando per trovare quanto prima una soluzione definitiva in grado di supportare gli ingenti carichi”.
Nonostante questo disguido, sempre secondo la presidenza del Consiglio, “solo attraverso l’app IO sono state registrate più di 2,7 milioni di carte di credito e quasi 1,5 milioni di carte PagoBANCOMAT”.
Lo ammette anche la ministra per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione Paola Pisano che conferma che le lungaggini nella raccolta dei dati per il programma “hanno riguardato la parte del ”Pay management” di Sia. L’azienda che gestisce il “Portafoglio” dell’applicazione IO.
E aggiunge: “La componente in questione era commisurata a gestire flussi importanti e tuttavia non era sufficiente rispetto all’enorme carico di traffico ricevuto. I disagi si sono verificati nell’inserimento delle carte di credito sui circuiti internazionali legati a limiti infrastrutturali del partner tecnologico Sia con il quale stiamo lavorando per risolvere queste limitazioni”.
Per sopperire al disagio, il Governo, sta pensando di prorogare il termine del cashback al 6 gennaio.
FdI: “Un fiasco annunciato. Aiuterà solo le banche”.
Appena è partito cashback, in una nota, Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera e deputato di FdI, ha dichiarato: “i forti rallentamenti della piattaforma e i disagi lamentati dagli utenti la dicono lunga sulla lotta all’evasione fiscale lanciata da Conte. Il vero fiasco della moneta elettronica sbandierata dall’esecutivo rossogiallo sta nel fatto che se non si azzerano le commissioni bancarie”.
“Si danneggia solo l’economia reale favorendo, per l’ennesima volta, i gruppi bancari. I pagamenti nascondono quindi una nuova tassa che, invece di essere incamerata dallo Stato, finirà nel portafoglio dei banchieri”. Conclude Rampelli.
E il deputato di Forza Italia Luca Squeri dichiara. “In un periodo di crisi come quello attuale, non si può giocare con le aspettative delle persone. E ancor prima, non si può pensare di risolvere la gravissima crisi della domanda, che perdura anche in questo frangente natalizio, solo con il cashback. E’ indispensabile un intervento più strutturato, già nella manovra, che utilizzi la leva fiscale per rimettere davvero in moto i consumi”.