Nella seduta odierna la Camera ha approvato, in via definitiva, il disegno di legge recante Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti (approvato dalla Camera e modificato dal Senato)
A seguire la Camera ha approvato la mozione la mozione Bechis n. 1-00937, nel testo riformulato, e respinge la mozione Bergamini n. 1-00940, concernenti iniziative di competenza in relazione alla vicenda della cooperativa “il Forteto”.
Infine, la Camera respinge le questioni pregiudiziali di costituzionalità Scotto ed altri n. 1, Brunetta e Palese n. 2 e Rampelli ed altri n. 3, riferite al disegno di legge Deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche (approvato dal Senato)
Durante le dichiarazioni di voto i deputati del Carroccio hanno esposto cartelli con la scritta “giù le mani dai bambini”. La seduta è stata sospesa e il capogruppo Massimiliano Fedriga è stato espulso dall’Aula. Durante la notte a Roma i ragazzi appartenenti all’Unione degli Studenti hanno imbavagliato decine di statue per rimarcare quanto l’approvazione del ddl scuola prevista per oggi silenzi il mondo dell’istruzione e della cultura, e al tempo stesso neghi un investimento vero per garantire l’accesso ai saperi il diritto allo studio.
Il ministro Alfano. Con l’approvazione della riforma della scuola alla Camera «abbiamo mantenuto un altro impegno. Avevamo detto ‘no gender’ nelle scuole e abbiamo chiesto e ottenuto una circolare del ministro Giannini che chiarisce in modo incontrovertibile che ci vuole il consenso informato dei genitori perché qualcosa di extracurricolare entri nelle classi dei nostri ragazzi». Lo ha detto il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, arrivando al Consiglio Ue informale degli Affari interni a Lussemburgo. «Mi sembra un ottimo risultato che si aggiunge ai principi meritocratici per cui ci siamo sempre battuti», ha aggiunto il ministro.
Per l’anno scolastico alle porte, il preside sarà meno sceriffo di quanto è previsto nella legge di riforma. Ma potrà esercitare i suoi primi poteri già a giugno quando, affiancato dal nuovo comitato di valutazione della scuola – composto da tre insegnanti, due genitori (un genitore e uno studente, al superiore) ed un componente esterno designato dall’Ufficio scolastico regionale – dovrà valutare il servizio dei 100mila neoassunti. Occorrerà che il ministero emani un decreto ad hoc con i criteri generali per valutare i neoassunti. Il curriculum dello studente al superiore – attraverso il quale gli istituti potranno attivare discipline opzionali – partirà dal 2016/2017, stesso discorso per l’alternanza scuola-lavoro “potenziata” (400 ore nell’ultimo triennio degli istituti tecnici e professionali e 200 ore nei licei) che dovrà essere inserita nelle attività del Piano triennale.
La carte dell’insegnante – 500 euro all’anno per attività e sussidi destinati alla formazione professionale – potrebbe partire anche da gennaio 2016, ma anche in questo caso occorrerà attendere un provvedimento del Miur. Le agevolazioni fiscali in favore delle famiglie che iscriveranno i figli nelle paritarie e le donazioni liberali a favore del sistema pubblico di istruzione potranno scattare dal prossimo anno scolastico che per la riforma Renzi rappresenta un anno di transizione. Un anno in cui il vecchio modello di scuola dovrà essere adeguato al nuovo corso, per il quale i sindacati della scuola hanno già previsto “il caos” con docenti che si presenteranno ad anno scolastico avviato, presidi e organi collegiali che dovranno decodificare e applicare le tantissime novità previste dalla Buona scuola. E con i prossimi 18 mesi che serviranno al governo per attuare le nove deleghe approvate pochi minuti fa.