Quattro persone sono state uccise e cinque ferite in un sparatoria a Napoli. L’infermiere Giulio Murolo, 48 anni, rintanato nel suo appartamento dopo una lite ha iniziato a sparare, prima con una pistola e poi con un fucile a pompa. La moglie di Murolo, e il fratello, sono stati uccisi anche la cognata e un vigile urbano. Quattro poliziotti e un passante sono rimasti feriti. Murolo, un appassionato di caccia, è stato arrestato dalla polizia. Secondo quanto riferito la follia omicida potrebbe essere stata innescata da una lite su dei panni stesi in cortile.
La testimonianza
[blockquote style=”1″]”E’ stata una sequenza di colpi violentissima” racconta un testimone oculare, Luigi Mele, titolare di un negozio di ortopedia. “Erano le 15.15 quando abbiamo sentito le detonazioni. Tante, almeno una quindicina. Inizialmente – spiega Mele – ho pensato che potesse essere una fiction, perché ieri a poche decine di metri da qui hanno girato un episodio della serie Gomorra. Poi ho visto un ragazzo sul motorino, riverso a terra, e l’uomo armato di fucile che entrava e usciva dal balcone della sua abitazione sparando all’impazzata. Ho abbassato la saracinesca come hanno fatto tutti gli altri commercianti e sono scappato. Poi ho cominciato a telefonare ai miei figli e a tutti quelli che conoscevo per dire loro di non avvicinarsi alla zona”.[/blockquote]
Il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha indetto il lutto fino ai funerali delle vittime.
Il presidente del consiglio Matteo Renzi ha poi chiamato per esprimere le sue condoglianze. Renzi doveva visitare Napoli Sabato per inaugurare una nuova stazione della metropolitana e prendere parte a una manifestazione per il Partito Democratico ma questi eventi sono stati cancellati.
Evitato il linciaggio
[blockquote style=”1″]”Quella che si è scatenata è una follia per una ragione raccapricciante e sconcertante”, ha dichiarato il questore. “C’è stata una risposta corale da parte di tutte le forze dell’ordine anche se quello che è avvenuto ci lascia con l’amaro in bocca”, ha proseguito il comandante provinciale dei carabinieri Antonio De Vita. Oltre all’operatore del 113 che ha tentato di tranquillizzare e poi ha convinto murolo a consegnarsi è entrato in azione anche il reparto volo della polizia che ha monitorato l’intera zona. Le forze dell’ordine hanno, inoltre, dovuto evitare un vero e proprio linciaggio nei confronti dell’assassino da parte di almeno 500 persone che si sono radunate sotto lo stabile e hanno inveito contro l’uomo nel momento in cui è stato portato via dai poliziotti e condotto in questura.[/blockquote]
Chi sono le vittime
Prima a cadere sotto i colpi della follia è la cognata, Concetta Uliano, 51 anni, poi viene colpito il fratello, Luigi Murolo, 52 anni. La prima parte della mattanza si svolge all’interno della casa a due piani in via Miano. Poi l’infermiere, cacciatore e titolare di una licenza di tiro a segno, si sposta sul balcone e comincia “il tiro al bersaglio su chiunque si muovesse”. Uccide così il tenente della polizia municipale Francesco Bruner, 60 anni, vicino di casa di Murolo, e un fioraio, Luigi Cantone, 59 anni, che era alla guida di uno scooter.
Sei i feriti, un agente grave – Dei sei feriti è in gravi condizioni solo un agente della polizia municipale che stava bloccando il traffico, per difendere i passanti dal fuoco dei proiettili: Murolo lo ha colpito con precisione da cacciatore, alla gola, e l’uomo è ora ricoverato in rianimazione con prognosi riservata. Gli altri sarebbero due poliziotti, un carabiniere e due passanti.
Convinto ad arrendersi da un operatore del 113
Murolo ad un certo punto chiama il 113, “sono quello del macello di Miano”. L’operatore gli parla al telefono, per 40 lunghi minuti, e alla fine lo convince a farsi arrestare senza opporre resistenza. L’uomo si consegna ed esce dal palazzo della strage, mentre poliziotti e carabinieri lo proteggono dalla furia di decine di persone radunate in strada. Agli uomini in divisa non dice una parola. Freddo, silenzioso come quando ha preso la mira contro uomini e donne, come in un uno dei suoi amati tiri a segno.