«Continuo a ricevere attacchi: il mio ottimismo non piace, alla gente piace chi va in televisione a dire “moriremo tutti, sarà la peste del 2020, è l’anno bisestile”». Negli ultimi due giorni una serie di attacchi sui social network, a cui si aggiunge anche chi si è finto il dottore stesso per mandare note audio, rivelatesi poi dei “fake” ma che comunque avevano già fatto il giro di tante chat su WhatsApp: Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e presidente della Sita (Società italiana di terapia anti-infettiva), ha spiegato ai microfoni del Secolo XIX gli attacchi subìti negli ultimi due giorni per la sua analisi rispetto al tasso di contagiosità e alle misure di chiusura.
Il virologo poi entra nel dettaglio dei numeri di quello che è il Coronavirus: “Resta il fatto che nell’85-90% dei casi l’infezione decorre in maniera blanda. Nel 10-15% dei casi in maniera più grave e solamente nel 5% in maniera critica (articolo pubblicato dalla John Hopkins University). Il tasso di letalità (numero di morti su numero di infetti) rimane al momento (al di fuori della Provincia di Hubei in Cina) inferiore all’1%. Questa non è una epidemia” spiega Bassetti.
A dare poi un quadro della situazione e a riportare in una logica più normale il caso Coronavirus in Italia è il confronto con i morti in Italia causati dall’influenza stagionale. Il dato dell’Istituto Superiore di Sanità informa che ogni giorno in Italia muoiono 217 persone affette da influenza stagionale. In una settimana sono più di 1.500 morti.
Infine un invito chiaro e diretto a tutti di non sprecare le mascherine: “Le mascherine da chirurgo non servono a nulla contro il coronavirus. Ho visto molte persone usarle per strada o sui mezzi pubblici ma non ci proteggono. Le uniche che andrebbero usate, e cambiate dopo averle indossate per una giornata, sono quelle con il marchio Ffp2 o Ffp3. Lancio un appello: non le sprecate se non è necessario e lasciatele agli operatori sanitari” spiega Bassetti.