Camera dei deputati nessun voto. A vuoto anche il voto al Senato

Fumata nera nell’Aula della Camera dei deputati alla prima votazione per eleggere il presidente. Nessuno ha raggiunto la maggioranza dei due terzi dei componenti l’Assemblea, ovvero 420 voti, richiesta al primo scrutinio. Servirà una nuova votazione. Dopo l’ingarbugliarsi della trattativa Pd, M5s, Fi e Lega hanno deciso di votare scheda bianca.  Per il secondo e terzo scrutinio il regolamento abbassa il quorum ai 2/3 dei votanti, contando anche le schede bianche. “Il M5s sbaglia a porre veti, ma sbaglia anche chi si arrocca su un solo nome: ognuno di noi, in questo momento deve parlare con tutti e mettersi di lato di qualche centimetro, noi della Lega ci siamo messi di lato di un chilometro…”, dice Matteo Salvini.

E anche a Palazzo Madama la prima votazione è andata a vuoto. Le schede bianche sono state 312 e cinque i voti dispersi. Solo poche schede con dei nomi: una con su scritto Fabio Di Micco, una con Napolitano, una con Romani e una con Bonino.

“Per aprire, nell’attuale scenario – ha detto Giorgio Napolitano presiedendo la seduta – nuove prospettive al Paese sono insieme essenziali il rispetto della volontà popolare e il rispetto delle prerogative del Presidente della Repubblica, al quale rivolgo a nome di voi tutti l’espressione calorosa della nostra stima e fiducia”. Il passaggio sottolineato dall’applauso dell’Aula.

Intanto, resta lo stallo nel negoziato tra M5s e centrodestra sulle due poltrone più alte del Parlamento. Berlusconi riunisce il vertice di Fi a Palazzo Grazioli. Brunetta insiste per un incontro tra leader (cioè con Di Maio) per decidere i candidati da votare insieme e annuncia comunque da domani il voto su Paolo Romani al Senato. I Cinquestelle confermano il veto all’incontro con Berlusconi e al voto per Romani. Quanto ai candidati, per la Camera salgono le quotazioni di Roberto Fico su Riccardo Fraccaro. ‘Non l’abbiamo proposto per non bruciarlo, ma credo possa essere il nostro presidente della Camera’, dice all’ANSA uno degli esponenti più vicini ai vertici del MoVimento. Quanto al Senato, il fronte dei 5Stelle preme sul centrodestra, anzitutto su Salvini, perchè convinca Fi a cedere su Romani e comincia a usare anche qualche velata minaccia di cambiare cavallo. Il piano B del M5s sarebbe di votare un candidato del centrosinistra al ballottaggio previsto alla quarta votazione di Palazzo Madama: Luigi Zanda (un nome che provoca la reazione del renziano Ettore Rosato, ‘non si faccia prendere in giro’) o Emma Bonino, come dice esplicitamente il senatore M5s Matteo Mantero interpellato in Trasatlantico.

Dipenderà dall’esito delle trattative della notte se il murale comparso nel centro di Roma sul bacio Salvini-Di Maio – che ricorda quello di Berlino tra Breznev e Honecker, al 30/o anniversario del regime della Germania Est nel 1979 – resterà nell’immaginazione di Tvboy, l’artista di strada palermitano del movimento NeoPop che lo firma, o sarà l’immagine figurata di un accordo vero tra centrodestra e Cinquestelle. Quanto al Pd, ha colpito il partito l’affondo di Giorgio Napolitano che, aprendo la legislatura a Palazzo Madama davanti anche al neosenatore Matteo Renzi, ha detto che ‘il risultato delle elezioni ha mostrato quanto poco avesse convinto l’auto-esaltazione di governi e partiti di maggioranza. Ha contato molto che i cittadini abbiano sentito i partiti tradizionali lontani e chiusi rispetto alle sofferte vicende personali di tanti e a diffusi sentimenti di insicurezza e di allarme. Il voto ha determinato un netto spartiacque, a inequivocabile vantaggio dei movimenti e delle coalizioni che hanno compiuto un balzo in avanti clamoroso nel consenso degli elettori e che quindi di fatto sono oggi candidati a governare il Paese’, mentre ‘il partito che nella scorsa legislatura aveva guidato tre governi ha subìto una drastica sconfitta ed è stato respinto all’opposizione’.

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