Autostrade per l’Italia pubblica gli allegati della convenzione con lo Stato

I rapporti tra Autostrade per l’Italia, società controllata da Atlantia di proprietà della famiglia Benetton e il ministro per le Infrastrutture Danilo Toninelli non sono buoni, e in queste prime schermaglie tra le due parti, Autostrade per l’italia gioca al rilancio e pubblica in piena autonomia e prima del ministero gli allegati economici degli accordi del 2007.

La revoca della concessione è la parte importante di questa “guerra” di comunicazione tra il Ministero e la società Autostrade. Sono in ballo molti miliardi di euro che dal lontano 1999 quando il governo guidato da Prodi prima e D’Alema poi concluse la privatizzazione dando di fatto tutte le autostrade con pedaggio alla società Schemaventotto che poi divenne Atlantia.

Tanti miliardi in incasso annuale tanto da poter dividere con i soci nel 2017 più di 1 miliardi di euro di utili.

La manutenzione

Si viene quindi a capire le cifre dovute per la manutenzione delle strade, e dei ponti, come quello di Genova. Sono solo 260 milioni gli euro destinati alla manutenzione ordinaria, poiché quella straordinaria viene decisa dal ministero. Le spese per la manutenzione vengono pagate a società esterne, in teoria, perché in pratica molte delle società che lavorano per Atlantia alla fine sono di proprietà autostrade, quindi pagano se stessi.

Gli investimenti

Per fare gli investimenti sulla rete il gestore può chiedere finanziamenti esterni per esempio alle banche pagando un interesse per i prestiti ottenuti. La remunerazione del capitale investito serve a ripagare i costi per gli interessi passivi che vengono pagati sul debito che si è contratto, oltre ai costi per le tasse sul reddito.

Non solo ma quello che manca in assoluto è la concorrenza, secondo anche le regole europee non ci deve essere un solo gestore delle autostrade a pedaggio, ma più di uno per evitare il monopolio di fatto. Questo ovviamente non è stato rispettato. E ancora, le tariffe, sempre secondo le regole di Bruxelles i pedaggi non possano essere aumentate più dello 0,5% oltre l’inflazione, nel testo reso noto da Autostrade invece si legge che gli aumenti non sono mai stati inferiori all’1,5% oltre l’inflazione.

La concorrenza fantasma

La presa di posizione di Autostrade di pubblicare gli atti secretati è stato il primo passo mai intrapreso da nessuna azienda che ha accordi con lo Stato. La volontà di secretare gli atti è stata dibattuta da anni: le concessionarie hanno sempre chiesto che non venissero resi pubblici gli accordi che riguardano gli investimenti per la ristrutturazione della rete e delle infrastrutture. Il Motivo? Sono dati sensibili, sostengono i gestori, che potrebbero favorire la concorrenza: che in realtà non esiste.

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