Google Shopping. Come gestire le aste e il budget

È una delle aree più difficili nella gestione delle campagne Google Shopping: come gestire le aste e il budget. Spesso fare offerte in modo avventato porta al fallimento delle campagne su Google Shopping; in questo articolo ci concentreremo su come fare offerte in base al livello del prodotto e sottolineeremo le ragioni per cui è importante fare offerte a livello di SKU (Stock Keeping Unit). Una cosa che diventa più difficile via via che le campagne crescono, ma che è anche il modo migliore di evitare sprechi in una campagna Google Shopping.

Google Shopping. Come gestire le aste e il budget

Quando create la prima campagna di Google Shopping è importante provare e suddividere a livello di ID univoca (e indipendentemente dalle dimensioni dell’inventario), tutti i prodotti. Questo vi permetterà di individuare i trend più o meno positivi dei vari prodotti, in modo da ricollocare il vostro budget e investire di conseguenza.

È molto importante, perché vi aiuterà a raggruppare i prodotti in base alla loro ID e a vedere quali vendono di più: ad esempio, se vendete t-shirt, suddividetele in base alla loro tipologia (t-shirt bianche, t-shirt rosse) e andate nello specifico in base a quanti più dati il prodotto presenta nel titolo o nella descrizione (t-shirt bianche con teschi, t-shirt rosse con alberi). In questo modo potrete vedere quali prodotti ricevono più click e quali ne ricevono meno. Potete quindi alzare l’offerta nei prodotti più ricercati ed eliminare dal vostro store i prodotti meno cercati.

Google Shopping. Come gestire le aste e il budget
Google Shopping. Come gestire le aste e il budget

Un elenco chiaro di dati

E’ cruciale seguire i principi di informazione sui prodotti dettati dal Product Feed Specifications di Google. Un singolo dato mancante può fare la differenza tra un prodotto che compare su pagina 1 e uno che non compare affatto (ricordate di entrare nello specifico all’interno dei campi “titolo” e “descrizione”, è necessario a indirizzare i clienti verso il prodotto che stanno cercando).

Google Shopping. Come gestire le aste e il budget
Google Shopping. Come gestire le aste e il budget

Usare categorie personalizzate

Le categorie personalizzate sono un nuovo livello di suddivisione introdotto da Google Shopping che sostituisce i Product Listing Ads di AdWords.

Separare i prodotti in categorie personalizzate vi permette di continuare a offrire a livello di prodotto ma anche di analizzare in maniera più fine gruppi di prodotti con denominazione specifica – come le vendite nei giorni di festa, i prodotti con spedizione gratuita, i marchi superiori, i prodotti con performance alta o bassa.

Regola del budget giornaliero

Questo può aiutare sia i venditori che i pubblicitari non ancora avvezzi alla gestione di Google Shopping. Un sistema eccellente per ottimizzare il vostro budget dedicato alla pubblicità è seguire la regola dell’offerta 10:1000. Per ogni 1000 prodotti sponsorizzati è consigliabile stabilire un budget giornaliero di 10 Euro. Applicate questa regola e assicuratevi di controllare le vostre offerte.

Costo aumentato per offerte cliccate

Non fare alcun controllo sulla propria campagna Google Shopping può portare al disastro. Soprattutto perchè AdWord, a cui Google Shopping è collegato, aumenta automaticamente le offerte per attirare più click e conversioni – il problema è che può portare un’offerta a costare il 30% in più. AdWord non tiene in conto il costo di vendita o il margine del venditore sul proprio prodotto, quindi sovra-alimentare le offerte può portare in definitiva a una perdita e non a un guadagno.

Partner di ricerca

I partner di ricerca sono una rete di siti che estendono la portata di un annuncio. Senza contare la strategia di offerte, questo può risucchiare il budget giornaliero più velocemente di quanto l’annuncio possa effettivamente girare o il prodotto possa essere venduto. Non consigliabile per chi non domina i fondamentali di AdWords o per chi ha un budget limitato.

Una nota sul simulatore di offerte

Il simulatore di offerte può estrapolare i dati basati sulle modifiche che fate alle offerte su una campagna di Google Shopping. Il problema (come in molti di questi “tiri a indovinare” di AdWords) è che i numeri tendono ad essere molto ingigantiti. Affidarsi troppo a queste simulazioni può portare a spendere troppo su prodotti che fin dall’inizio non si posizionano bene. Se non si mettono in conto i margini sul prodotto, incrementare le offerte può trasformare un prodotto promettente in un prodotto fallimentare.

 

Enrico Billi

Web Editor e giornalista freelance, amo curiosare un po' dappertutto, ma sempre scegliendo con cura le mie fonti. Ho viaggiato e vissuto in Australia e Spagna, dove ho insegnato inglese. Non so come sarò tra cinque anni: forse mi dedicherò all'agricoltura biologica o forse tornerò a fare la guida turistica; di certo continuerò a scrivere storie, perché al cuor non si comanda.

Lascia un commento