“Una decisione da prendere insieme e su cui confrontarsi” ma che al momento trova ancora troppe divisioni. Nel giorno in cui l’Italia supera la soglia del 50% dei vaccinati over 12 con entrambe le dosi, l’obbligo del vaccino anti-Covid, in particolare per il personale scolastico, torna a dividere le forze politiche nel Governo: il Pd ne chiede l’applicazione per i prof ma dalla Lega arriva un secco ‘no’.
E, almeno per il momento, la linea di Palazzo Chigi è quella della prudenza.
Ad alimentare un dibattito già in fermento sono le parole del ministro della Pubblica Istruzione Patrizio Bianchi, che – parlando in generale del rientro a scuola in sicurezza – spiega: “Ci troveremo questa settimana col Consiglio dei ministri e la decisione sull’obbligo vaccinale o meno per gli insegnanti andrà presa dall’intero collegio”. L’ipotesi per ora resta comunque nel cassetto, ma molti – dal Partito Democratico ad alcuni governatori, come Stefano Bonaccini – sperano sia tirata fuori il prima possibile per contrastare il rischio di nuove chiusure, a partire dalla scuola.
“Le vaccinazioni sono una priorità assoluta, invitiamo il governo a prendere iniziative stringenti”, chiede il leader dem, Enrico Letta, auspicando il massimo impegno affinché le scuole rimangano aperte contro “il disastro” della Dad. Tutt’altra la posizione del segretario del Carroccio, Matteo Salvini, per il quale va messa in sicurezza la popolazione “dai 60 in su, da 40 a 59 scelgano, per i giovani non serve”, dice. E aggiunge: “parlare di obbligo per studenti di 13 o 14 anni o per gli insegnanti non fa parte del mio modo di pensare un paese libero”. Ed inoltre, “entro settembre si stima di arrivare oltre il 90% di copertura volontaria fra gli insegnanti. Che senso ha parlare di obblighi o licenziamenti a scuola?”. Parole che innescano la polemica, con la reazione di Letta: “Salvini ride e scherza. Penso che questo atteggiamento sia completamente irresponsabile”. Il leghista replica: “il caldo fa brutti scherzi”. Una bacchettata arriva però dallo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, per il quale “nel dibattito sui vaccini non sono ammissibili ambiguità da parte di nessuna forza politica”. Anche il segretario di Italia Viva, Matteo Renzi, attacca: “dire che non bisogna vaccinarsi sotto i 40 anni è una follia”.
Al di là del dibattito tra le forze politiche, il dato certo è che il Paese ha raggiunto un altro traguardo significativo, l’immunizzazione della metà dell’intera popolazione vaccinabile: un italiano su due ha infatti completato il ciclo con entrambe le dosi. Secondo il report del governo, i cittadini immunizzati sono 27.311.228, pari al 50,57% della popolazione over 12. La stessa percentuale raggiunta in Europa dove, viene fatto notare, “è già stato consegnato un numero sufficiente di dosi per raggiungere il target del 70% a fine luglio”. Ma “per raggiungere l’obiettivo occorre che gli Stati continuino a somministrare velocemente i vaccini appena arrivano”.
Le indicazioni e le possibili strette sulle inoculazioni irritano il fronte No Vax, anche in Italia. Dopo le proteste in Francia, nella campagna vaccinale nostrana irrompono alcuni episodi provocatori sui social contro eventuali obblighi: Riccardo Blengio, vicesindaco di Bistagno, Comune in provincia di Alessandria, pubblica su Facebook un fotomontaggio in cui compare l’insegna sul cancello del campo di concentramento di Auschwitz ‘Arbeit macht frei’ (il lavoro rende liberi), sostituita dalla scritta ‘Il vaccino rende liberi’. E il deputato siciliano di Attiva Sicilia, ex M5S, Sergio Tancredi posta una foto con un tatuaggio che ricorda quelli fatti agli ebrei nei campi di concentramento associandolo al Green Pass e scrive: “A breve…per chi non si allinea…Magari pratica inserita in un Dpcm !”.
Aldilà delle proteste, provvedimenti reali invece arrivano con un emendamento al dl Recovery approvato in commissione alla Camera: secondo la modifica, il governo potrà obbligare temporaneamente i possessori di un brevetto relativo a medicinali o vaccini – considerati essenziali per la salute – a concederne l’uso ad altri soggetti qualora si trovi ad affrontare un’emergenza sanitaria.