Alice Salvatore: con ilBuonsenso la Liguria alza la testa

Alice Salvatore, lei ha sempre avuto un occhio di riguardo nei confronti del piccolo commercio, manifestando la sua opposizione agli eccessi della GDO

Quella dei piccoli commercianti schiacciati dalle multinazionali e i loro accordi è una battaglia che sento mia da sempre: un sistema equo si basa su una eguale distribuzione delle possibilità. Tantissimi commercianti di quartiere, soprattutto in seguito alla crisi scatenata dal Covid 19 hanno mostrato difficoltà al punto di dover chiudere.

La maggioranza Toti in Regione, invece di aiutarli continua ad autorizzare l’apertura di iperstore e centri commerciali.

I piccoli commercianti, le PMI, le Partite Iva, non devono essere abbandonati: si rischia con la loro chiusura non solo di avere famiglie in grave difficoltà economica ma anche la perdita di quelle tradizioni che hanno fatto della Liguria una delle regioni più belle e fiorenti d’Italia in passato. Non dimentichiamo che il negozio di quartiere è anche un avamposto della legalità. Un quartiere abbandonato dai negozi diventa deserto e attira la microcriminalità.

Alice Salvatore Manifestazione
Un momento di una manifestazione del Buonsenso

Una delle sue proposte è quella di erogare fondi per consentire alle imprese di ripartire nel modo giusto e non ultimo abbassare la pressione fiscale regionale

La pressione fiscale delle regioni è eccessiva e schiaccia le PMI liguri, che da sempre rappresentano un vanto per la nostra regione, è una delle cause che hanno reso impossibile, per alcuni imprenditori, ripartire una volta finito il lockdown. Attività famigliari, presenti da decenni sul territorio per le troppe tasse sono state costrette a fermarsi definitivamente.

Un taglio dell’Irap, che è di competenza regionale, così come la cancellazione o il taglio della Tari per i mesi in cui le attività sono state ferme e non hanno prodotto rifiuti potrebbe davvero aiutare le imprese che, per ricominciare, hanno dovuto e devono ancora sostenere diverse spese legate alla pandemia.

La Regione dovrebbe sforzarsi di mettere in campo strumenti in grado di aiutare come contributi a fondo perduto o liquidità in grado di far abbassare la pressione fiscale.

Vantarsi di dare fondi alle imprese che in realtà sono solo prestiti molto ben ripagati dai tassi di interesse bancari, affossano ancora di più le piccole aziende, non le aiutano per niente. Ci vuole il fondo perduto. Solo così ripartirà l’economia.

Dott.ssa Salvatore, lei parla spesso di economia circolare: come pensa che la stessa possa essere applicata in Liguria

L’economia circolare è un sistema pianificato per abbattere gli sprechi utilizzando quel che si ha a disposizione. Attraverso l’ingegneria naturalistica è possibile creare un ambiente sicuro in cui vivere sfruttando le risorse a disposizione ed il loro riciclo.

Un sistema che in Liguria può essere applicato per ciò che concerne la gestione dei rifiuti, spesso vittima di illeciti sul nostro territorio e nel settore agricolo, dove il compost ottenuto proprio da un diverso approccio, con impianti di compostaggio aerobico, più pulito, per l’immondizia organica può essere distribuito come concime a impatto e costo zero.

Questi sono solo due esempi: le 5 R dell’economia circolare ovvero “Ridurre, Riutilizzare, Riparare, Riprogettare e Riciclare” possono essere applicate in ogni settore, con sgravi, a partire dalle PMI, con ottimi risultati in fatto di risparmio, occupazione e salute.

Un approccio che coinvolge anche l’uso di tecnologia all’avanguardia

L’economia della Liguria è basata su molte tipologie di mercati: nautica, agricoltura, turismo. Tutti settori nei quali l’uso della tecnologia, a partire da Internet fino ad arrivare alla blockchain per il controllo delle filiere, non può fare altro che apportare miglioramenti alle PMI.

Favorire lo sbarco in rete per il commercio di prossimità, la ristorazione e tutte le attività produttive renderebbe più semplice e meno dispendioso distribuire i propri prodotti, raggiungendo anche i territori più lontani.

Le imprese devono essere aiutate dagli enti pubblici a integrare nei propri piani di sviluppo tecnologie in grado di avere un minore impatto sull’ambiente e un minore spreco di risorse.

La burocrazia è un altro grave problema in Liguria, che causa ingenti sprechi di denaro

La burocrazia è un problema che affligge ogni settore nel mondo del lavoro e non solo: in particolare a farne le maggiori spese sono le partite Iva e i lavoratori autonomi, che spesso si trovano a dover combattere contro decine di moduli impossibili anche per una semplice richiesta.

Fotocopie, bolli, tempo perso per la consegna: le richieste devono essere semplificate. Per i lavoratori, le imprese e anche per i semplici cittadini.

Iter più veloci consentirebbero una più facile gestione dell’intero sistema.

Per questo noi lottiamo per aprire in Liguria sportelli unici espressamente dedicati alle Pmi e al commercio, che si occupino di aiutare e accompagnarli per la compilazione.

Tra le battaglie da lei condotte, spiccano in particolari quelle relative al lavoro dipendente: a partire dagli operatori sanitari fino ad arrivare alle forze dell’ordine

La Liguria è una regione molto bella in cui vivere perché i liguri sono persone che nonostante le difficoltà combattono sempre e senza mai arrendersi. I lavoratori dipendenti, tanto quanto le PMI sono la ragione per cui per molto tempo il territorio ha rappresentato un modello di efficienza per tutta la penisola.

La Repubblica Italiana riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e proprio per questo motivo, almeno teoricamente, dovrebbe mettere la persona in condizione di trovare un lavoro e di poter vivere in maniera dignitosa.

È compito della politica prendersi cura dei cittadini e combattere affinché possano godere dei loro diritti. A partire dalle piccole medie imprese fino ad arrivare ai dipendenti. Nella nostra regione purtroppo gli OSS e forze dell’ordine sopra citati, ad esempio, lavorano spesso, rispettivamente, senza sapere quando avranno il proprio impiego e senza la giusta dotazione. Situazioni che devono cambiare. Il reddito va garantito e adeguato al costo della vita.

C’è in effetti un’infinità di occupazione da creare in Liguria per la messa in sicurezza idrogeologica, la bonifica dei territori, la manutenzione degli immobili pubblici, l’ammodernamento energetico e delle infrastrutture, all’implementazione dell’offerta turistica per un turismo sostenibile a misura di persona, ad una maggiore offerta sociosanitari. Sono tutti settori cosiddetti ad “alto moltiplicatore occupazionale” che vanno dalla ricerca universitaria, all’operaio, all’ingegnere e architetto, fino naturalmente al terziario e al terzo settore. Con la volontà politica giusta, si possono fare grandi cose in Liguria.

Ultima domanda: quale potrebbe essere la cifra distintiva della sua guida alla Regione Liguria?

Sono tante le cose da fare, ma una sicuramente è fondamentale: rivedere le spese della Regione, cambiare il modo in cui si decidono gli investimenti. Mettere tutto quello che si fa, anche la minima scelta online, aperta a tutti, senza alcun “trucchetto” per non farlo trovare al cittadino.

Spendi per comprare una matita? Bene, ci deve essere tutto online, dove l’hai presa, quando e quanto l’hai pagata e con che soldi. Tutto dal primo all’ultimo euro.

La trasparenza, vera, è la base per stroncare il malaffare e le spese senza senso.

La Regione Liguria ha creato un’app per il turismo. Inutile in quanto non serve a fare niente di utile. E ha creato decine e decine di spot televisivi. Tutti in televisioni liguri. Come può un turista vedere spot che vanno solo in Liguria. E quanto ha speso la Regione per questo? Mistero assoluto. Se pensiamo che uno spot può valere anche centinaia di migliaia di euro faccia lei il conto. Questi soldi non era meglio darli alle imprese ai cittadini? Questa è la trasparenza con la decisione di come spendere. Insieme ai cittadini.

Niccolò Giraudo

Torino è una città fantastica, specialmente per chi ama il design in tutte le sue forme. Chi non ci credesse può venire a casa mia: matite e pennelli non mancano. Si può anche suonare il violoncello. È l’ambiente ideale anche per recensire un film, un blog o un nuovo tostapane. Provare per credere.