Camping River. Problemi sanitari, sgombero campo nomadi a Roma

E’ dalle prime ore della giornata che è iniziato lo sgombero dei Rom dal Camping River di via Tiberina, periferia nord della Capitale. Sono arrivate auto della Polizia e blindati dei carabinieri e polizia locale. Lo svuotamento del campo nomadi era stato fermato fino a domani dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, ma l’intervento è stato reso necessario a causa dell’emergenza igienico sanitaria.

La Corte Europea diritti dell’Uomo, cui il Campidoglio ha inviato le informazioni richieste sul tema, dopo il ricorso di 3 abitanti del campo aveva deciso la sospensione dello sgombero fino a domani. Al momento, a quanto si apprende, oltre a quelle già andate via dal campo, altre 20 persone hanno accettato l’offerta di accoglienza presso le strutture del sistema allestito dai servizi sociali di Roma Capitale. “È in corso lo sgombero del campo Rom Camping River di Roma. Legalità, ordine e rispetto prima di tutto!“, commenta il ministro dell’interno Matteo Salvini su Twitter.

E, mentre è in corso sgombero del River, la polizia di stato ha fatto irruzione nel campo nomadi di via dei Gordiani, quadrante sud della Capitale. Gli uomini della Squadra Mobile e quelli del commissariato di zona, hanno identificato circa 100 persone. Durante i controlli, gli investigatori hanno arrestato, per detenzione ai fini di spaccio di droga, T.A., albanese di 47 anni di origine albanese, e risultano indagati 3 cittadini di origine rumena per ricettazione.

Residenti campo: “Trattati come animali” – “Questa mattina sono venuti per buttarci fuori, ci hanno trattato come animali. C’è stata violenza, hanno spinto le donne e usato lo spray al peperoncino su una signora. Qualcuno è uscito volontariamente, qualcuno è svenuto, le donne strillavano. Io sto andando a prendere la mia roba non so dove andrò”. Lo racconta Florin, 31 anni, uno dei nomadi del campo in via di sgombero nella capitale. A chi glielo ha chiesto Florin ha spiegato che non è stata usata violenza contro i bambini.

Alla base dello sgombero c’è un’ordinanza sindacale firmata a metà luglio che parla della “sussistenza di gravi situazioni di criticità inerenti lo stato di salubrità dell’area” sulla base dei recenti rapporti dell’Arpa e della Asl. Si riteneva “inderogabile adottare le necessarie misure volte a salvaguardare nell’immediatezza le condizioni igienico-sanitarie dell’area e la salute delle persone ancora presenti nell’ insediamento nonché dei cittadini che vivono nelle zone circostanti”.

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