Virginia. Stato di emergenza dichiarato a Charlottesville dopo violente proteste

Il governatore della Virginia ha dichiarato lo stato di emergenza a Charlottesville dopo le violente proteste contro un piano per rimuovere una statua di un generale confederato, la protesta è degenerata e ha fatto molti feriti con il rischio di un completo caos.

I manifestanti si sono scontrati nella storica città universitaria, sede dell’Università della Virginia, alcuni avevano bandiere confederate, cantavano slogan nazisti, alcuni portavano il casco e addirittura gli scudi, così preparati si sono diretti verso la statua di Robert E. Lee nel parco di Emancipation. La protesta è arrivata al culmine dopo più di un anno di dibattito e divisione.

A mezzogiorno la scena nel parco era diventata caotica e verso la tarda mattinata, con nazionalisti bianchi e neonazisti da una parte e manifestanti di Black Lives Matter e altri controprotezionisti dall’altra. All’interno del parco, circondato da barriere metalliche e dalla polizia, centinaia di nazionalisti bianchi si sono riuniti intorno alla statua Lee, cantando frasi come “non ci sostituirà” e “l’ebreo non ci sostituirà”.

La polizia si è ritirata verso mezzogiorno, le barricate erano state tolte e la gente ha iniziato a sfollare facendo tornare la calma.

Diverse persone sono state ferite, tra cui un funzionario di polizia dell’università di Virginia. Non è chiaro se le lesioni siano gravi. Il governatore, Terry McAuliffe, un’ora dopo ha fatto una dichiarazione:

“Gli atti e la violenza a Charlottesville  sono inaccettabili e devono fermarsi. Il diritto alla parola non è un diritto alla violenza”.

Charlottesville è stata teatro di una piccola invasione di manifestanti di estrema destra, riuniti per quello che chiamano “Unite the Right”. Venerdì sera, un centinaia di manifestanti, con torce illuminate, marciavano sui pittoreschi giardini dell’università, fondata nel 1819 da Thomas Jefferson.

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