L’Europa e i prezzi dell’energia. Chi li decide?

L’Unione europea sta preparando un piano di emergenza per calmierare i prezzi dell’energia elettrica dall’impennata del costo del gas, i vari Paesi stanno cambiando i sistemi di approvvigionamento per garantire che i prezzi dell’elettricità siano legati molto di più alle energie rinnovabili più convenienti.

I costi energetici europei sono aumentati nell’ultimo anno, spinti dai prezzi record del gas per la crisi tra Russia e Ucraina e le conseguenti sanzioni verso la Russia.

Cambiare i sistemi energetici dell’UE dei 27 paesi può essere complesso e lungo, poiché il commercio transfrontaliero di materie prime energetiche tra i membri del blocco ha impiegato due decenni per emergere e consolidarsi. Ma i governi stanno correndo per trovare una soluzione a breve termine.

Il prezzo del gas come si forma

Le aziende energetiche firmano tra loro contratti di fornitura del metano, in cui vengono concordati i prezzi di vendita. Per i trader che però volessero acquistare il gas al di fuori di questi contratti esiste un mercato cosiddetto “spot”, il cui più importante esempio è la borsa di Amsterdam dove si forma il Title Transfer Facility l’indice di riferimento del gas europeo. Un mercato che è da molti definito “speculativo”, ma che incide anche sulle nostre bollette. Secondo Arera circa il 70 per cento dei contratti di fornitura italiani prevedono un aggiornamento al Ttf, che dunque incide sui prezzi di vendita. Anche lo stesso prezzo della materia prima nel mercato tutelato è stato fino a ora legato direttamente ai valori scambiati nella borsa di Amsterdam.

Tra gli hub europei l’olandese Title Transfer Facility (il TTF) si è imposto come il mercato di riferimento non solo in Europa. “Nel 2021 sul TTF ci sono stati scambi di gas per 53 mila TWh di elettricità, contro i 6 mila del secondo mercato principale (il britannico Npb) e i mille abbondanti del Psv italiano” come descritto da Pietro Saccò.

Il 68% degli scambi sul TTF ha riguardato contratti future, segno di una predominanza di operazioni puramente finanziarie rispetto a quelle per l’effettivo acquisto fisico di gas. È sul TTF che si fa il prezzo del gas europeo”.

Il mercato fa capo a Intercontinental Exchange (ICE) una società finanziaria statunitense fondata nel 2000 che opera in mercati basati su internet e commercia in futures ed energia, commodities e prodotti finanziari derivati. L’obiettivo principale della società in principio erano prodotti energetici (petrolio grezze e raffinato e gas naturale) ma ha esteso le sue attività in commodities come zucchero, cotone, caffè e scambio di valuta. ICE è un gruppo da 7,1 miliardi di dollari di fatturato che dal 2013 controlla anche il NYSE, cioè la Borsa di New York.

Essendo una Borsa, più scambi ci sono più Ice guadagna. Nel 2021 gli scambi sul TTF sono aumentati del 45% e il gruppo ha visto crescere del 10% i suoi ricavi nel settore dell’energia, a 1,2 miliardi di dollari.

Intercontinental Exchange (ICE)

Perché il prezzo dell’elettricità è legato al gas?

Nel sistema energetico dell’UE, il prezzo all’ingrosso dell’elettricità è fissato dall’ultima centrale elettrica necessaria per soddisfare la domanda complessiva.

Parchi eolici, centrali nucleari, a carbone e gas e tutti gli altri generatori fanno offerte nel mercato dell’energia, con le fonti più economiche che arrivano per prime, seguite da fonti più costose come il gas. Gli impianti a gas spesso fissano il prezzo in questo sistema.

I generatori rinnovabili più economici avranno un margine di profitto maggiore, uno stimolo che incentiva maggiori investimenti nella generazione rinnovabile di cui l’Europa ha bisogno per raggiungere gli obiettivi di cambiamento climatico.

Ma alcuni paesi, tra cui la Spagna, hanno affermato che il sistema è ingiusto, poiché si traduce in energia rinnovabile a basso costo venduta ai consumatori allo stesso prezzo dell’energia basata sui combustibili fossili più costosa.

I prezzi del gas sono determinati dalla concorrenza globale e gli acquirenti europei sono in competizione con aziende di altri paesi per accaparrarsi gas non russo.

L’effetto è stato quello di far aumentare il prezzo della produzione di energia elettrica dal gas in Europa, con conseguente aumento dei prezzi complessivi dell’energia.

Altri fattori che fanno aumentare i prezzi dell’energia includono problemi con le centrali nucleari francesi e una grave siccità in Europa che ha ostacolato la produzione idroelettrica e ha influenzato le consegne di carbone.

Il contratto elettrico di riferimento della Germania per il 2023 lunedì ha raggiunto i 1.050 euro al megawattora (MWh), 14 volte il livello di un anno fa.

Come può l’Europa cambiare i prezzi dell’energia?

Ursula von der Leyen ha affermato che l’UE ha bisogno di disaccoppiare il prezzo del gas e dell’elettricità, senza fornire ulteriori dettagli.

La Repubblica ceca, che detiene la presidenza di turno dell’UE, sta raccogliendo sostegno per impostare un tetto massimo al prezzo del gas utilizzato per generare elettricità.

L’idea di limitare i prezzi del gas o dell’elettricità ha avuto a lungo il sostegno di Spagna, Belgio e altri, mentre erano inizialmente riluttanti Austria e Germania. La Francia è tra gli Stati favorevoli a un’azione per separare il prezzo dell’elettricità dal prezzo del gas.

Un’opzione, proposta da Mario Draghi, sarebbe che i paesi dell’UE concordassero un tetto al prezzo del gas importato dalla Russia. Sono però arrivate critiche che affermano che questo farebbe interrompere alla Russia la fornitura di gas all’Europa.

Un’altra opzione potrebbe essere che i governi limitino il prezzo del gas e paghino alle società del gas la differenza tra il prezzo limitato e il prezzo di mercato più elevato.

Paesi, tra cui Germania e Paesi Bassi, in precedenza si erano opposti a ciò poiché avrebbe effettivamente sovvenzionato la produzione di combustibili fossili con fondi pubblici che, secondo loro, sarebbero stati spesi meglio per il passaggio a energia pulita più economica.

Altre opzioni potrebbero includere la limitazione della partecipazione degli speculatori finanziari ai mercati del gas o la creazione di un mercato parallelo per l’energia elettrica alimentata a gas, separato dal mercato elettrico esistente.

L’opinione: Decisioni politiche e bisogno dei cittadini

Abbiamo visto in questi mesi un allontanamento ulteriore delle decisioni politiche dai bisogni quotidiani dei cittadini. Il costo del supporto alla guerra ucraina, voluta e seguita dalla maggior parte degli europei si è poi riversata in realtà solo sui cittadini, sulle Pmi e piccole aziende e soprattutto sui cittadini dei ceti meno abbienti.

La politica in questo non ha saputo, per ora, mettersi dalla parte dei consumatori, ha fatto piccoli interventi che però non stanno facendo reagire il mercato e tantomeno abbassare le bollette da parte dei fornitori. E’ di questi giorni la notizia che tutte le aziende fornitrici di energia in Europa stanno avendo utili a livelli mai visti. Il motivo è ovvio, ma a pagarne le conseguenze sono solo i cittadini.

La forza impositiva dei governi europei sembra non scalfire in nessun modo i grandi Paesi fornitori, il mercato e gli speculatori. l’Europa al momento sembra non avere nessun potere contrattuale ed essere solamente una piccola biglia sballottata in un gioco più grande di lei.

Niccolò Giraudo

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